Il rapporto di Legambiente Goletta Verde ci parla di circa la metà dei mari inquinati, ossia la metà dei campioni che sono stati prelevati ed esaminati.
Ma nonostante l’inquinamento dilagante, le autostrade sono intasata da gente che si reca nei posti dove vanno tutti, strade che sono percorse da bombe a orologeria sotto forma di TIR che trasportano materiali pericolosi pronte a esplodere, come è drammaticamente successo a Bologna ed è stato un puro miracolo se non c’è stata una strage.
E ovviamente niente si fa per diminuire il traffico, l’uso del trasporto su gomma e delle auto private; del resto l’Italia dal dopoguerra in poi è stata plasmata dalla famiglia Agnelli e quindi ora ci ritroviamo in gironi danteschi di auto dappertutto. La gente si riversa nei posti di villeggiatura dove troverà lo stesso caos, traffico, confusione e inquinamento che ha lasciato nelle città di provenienza. Locali di ogni tipo propongono movide serali per spillare soldi alle persone.
I Comuni sempre senza un euro, improvvisamente ed incredibilmente, visto che appunto dicono di non avere mai soldi, si prodigano in organizzazioni di migliaia di sagre e fiere di paese e anche le attività più assurde e improbabili vengono proposte al vacanziero come forma di svago. Ma poi alla fine sono sempre le stesse cose, dove si mangia, si beve e si producono tonnellate di rifiuti che in seguito troveremo sulle spiagge. Come possa tutto questo essere riproposto e accettato ogni anno tragicamente uguale a se stesso, è uno dei tanti misteri che caratterizzano il popolo italico.
Si spenderanno molti soldi per essere stressati come se si fosse in città, poco ci si riposerà per davvero, anche perché con la possibilità di essere rintracciati ovunque e comunque, grazie ai sacri cellulari, non pochi saranno in qualche modo impegnati al lavoro anche se a distanza. Proprio perché nella logica del lavoro come ragione di vita, anche qualche giorno di stacco potrebbe favorire i concorrenti, potrebbe farci perdere delle occasioni.
In fondo non ho mai ben capito perché si deve andare in vacanza; e in vacanza poi da cosa? Non ho mai fatto una vacanza in vita mia, forse perché quello che faccio mi piace e mi sento in qualche modo sempre in vacanza, nonostante l’impegno, la fatica, la difficoltà di fare attività fuori dagli schemi ma che hanno il pregio di non avere capi e quindi di non costringermi a fare le ferie quando lo decide qualcun’altro per me. Si guadagnerà il giusto, non ci si arricchirà, non si farà carriera, ma almeno si evita l’incubo di dover andare in vacanza incolonnati sull’asfalto rovente assieme a milioni di concittadini. O peggio ancora, andare chissà dove nel mondo in posti esotici spendendo tanto, pensando di essere in pochi e ritrovarsi lo stesso assieme a tanta gente. Tra l’altro il concetto di vacanza è un concetto tipicamente cittadino; in campagna non ci sono vacanze, in campagna ci sono le stagioni che a seconda dei periodi fanno fare più o meno e concedono anche il giusto riposo in alcuni periodi dell’anno più di altri. Andare in vacanza in estate in campagna è un assurdo e significherebbe abbandonare sul più bello la raccolta e altre attività che proprio in estate sono necessarie. Vedete se riuscite a trovare nei vostri vicini di ombrellone dei contadini e vi renderete conto quali siano i veri ritmi della natura.
Liberarsi dal concetto di lavoro e di vita programmato da altri per noi significherebbe anche liberarsi della schiavitù delle vacanze comandate, delle feste comandate dove sostanzialmente si deve fare tutti le stesse cose, ci si deve divertire tutti nello stesso modo e alla fine non ci si diverte nemmeno granchè. Lo so, sto parlando di eresie, di mondi fantastici, di utopie dove ci si dà la libertà di scelta che è una strada lunga, faticosa e impegnativa ma mai così faticosa, impegnativa e utopica di quella che ci aspetta al nostro ritorno a casa.