di
Alessandra Profilio
04-01-2011
È partita, come ogni anno, la stagione della caccia 'scientifica' alle balene e, con questa, la 'battaglia navale' nei mari antartici tra la flotta giapponese e l'organizzazione ambientalista Sea Sheperd. Quest'anno gli 'eco-pirati' scendono in campo con tre unità, tra cui un nuovo velocissimo battello chiamato Godzilla.
Baleniere a caccia di balene, attivisti sulle tracce delle navi arpionatrici. È partita, come ogni anno, la stagione della caccia ai grandi cetacei e, con questa, la 'battaglia navale' nei mari antartici tra la flotta giapponese e l'organizzazione Sea Sheperd, impegnata da anni contro la mattanza dei grandi mammiferi, sempre più minacciati e a rischio di estinzione.
Quest'anno gli 'eco-pirati' scendono in campo con tre unità, tra cui un nuovo velocissimo battello chiamato significativamente Godzilla, il Gojira, e salpato pochi giorni fa dal porto di Hobart in Tasmania.
Gli attivisti sono sinora riusciti a intercettare le baleniere giapponesi prima ancora che queste iniziassero la caccia ma non è stata ancora localizzata la Nisshan Maru, la nave madre della flotta giapponese. Quest'ultima, che per l’anno 2010-11 ha ottenuto il permesso di caccia 'scientifica' con una quota di 1.000 balene, è salpata il mese scorso per una spedizione di tre mesi.
Le origini della caccia a questi grandi mammiferi sono antiche e solo nell’ultimo secolo gli esemplari uccisi sono stati due milioni: una cifra talmente alta da condurre molte specie vicinissime all’estinzione. Per mettere fine a questa mattanza nel 1986 l’IWC, Commissione Baleniera Internazionale, ha sancito con una moratoria internazionale il bando mondiale della caccia alla balena per scopi commerciali.
Tuttavia dal 2003, alcuni paesi, tra cui il Giappone, aggirano il divieto adducendo come giustificazione del massacro una 'ricerca scientifica' ben poco credibile. In realtà da anni dietro l’alibi della scienza si cela un’operazione costosissima volta alla produzione di enormi quantità di carne destinate al consumo umano ma che, secondo i sondaggi, quasi nessuno sembra gradire (persino la maggior parte dei giapponesi dichiara di non aver mai mangiato carne di balena).
Qualche mese fa la radio nazionale australiana Abc ha riferito che funzionari e membri di equipaggio delle baleniere sottraevano illegalmente i tagli di carne di maggior valore. Dopo aver respinto in un primo momento le accuse, l'Agenzia giapponese per la pesca - che gestisce la caccia scientifica alle balene ogni estate australe nell'Oceano Antartico – ha ammesso che suoi funzionari hanno accettato in regalo tagli pregiati di carne di balena riservati a laboratori di ricerca.