di
Alessandra Profilio
01-02-2012
La presidenza della Camera non ha ammesso gli emendamenti 'sparatutto' a firma dell’onorevole Gianluca Pini all'articolo 30 della Legge Comunitaria, che chiedevano caccia in estate, allungamento della stagione venatoria, depenalizzazione del bracconaggio e caccia a specie vietate dalla direttiva europea. Dalla Lipu, intanto, il bilancio della stagione venatoria appena conclusa.
Caccia in estate, allungamento della stagione venatoria, depenalizzazione del bracconaggio e caccia a specie vietate dalla direttiva europea. La presidenza della Camera non ha ammesso gli emendamenti 'sparatutto' a firma dell’onorevole Gianluca Pini all'articolo 30 della Legge Comunitaria.
Si tratta degli emendamenti 30.054 e 30.055 che nei giorni scorsi hanno sollevato le proteste di ambientalisti e animalisti che li hanno definiti “una vera follia, in barba all'Europa e ai cittadini italiani”. “Un’iniziativa che ha dell’incredibile, se si pensa inoltre che è stata inserita in una legge che dovrebbe sanare le procedure di infrazione e mettere in regola il nostro Paese, e invece avrebbe l’effetto contrario di provocare nuove e definitive condanne contro l’Italia”.
Nello specifico gli emendamenti firmati dal leghista Pini prevedono l’apertura della caccia in piena estate per Tortore e Quaglie, con gravissimi rischi per i villeggianti; l’allungamento della stagione venatoria oltre il 31 gennaio; la caccia a specie vietate dalla direttiva europea come il fringuello; l’eliminazione degli anelli inamovibili per i piccoli uccelli utilizzati come richiamo vivo; la depenalizzazione di gravi reati di bracconaggio (caccia a specie protette, uso di mezzi vietati quali lacci, trappole, richiami elettroacustici, balestre, vischio), “un vero e proprio condono per chi ha commesso reati contro gli animali selvatici”.
Intanto la LIPU ha commentato la stagione venatoria 2011, chiusa ieri in gran parte delle regioni italiane, ad eccezione di Lazio e Campania dove terminerà il 9 febbraio. “Ancora troppe deroghe, bracconaggio e disapplicazione della normativa a tutela degli uccelli selvatici, ma anche qualche timido segnale positivo”.
Tra i segnali positivi vi è, secondo la LIPU, il fatto che 11 Regioni italiane abbiano recepito, sebbene in modo parziale, le disposizioni dell'art. 42 della legge Comunitaria 2010, che prevede misure a tutela degli uccelli selvatici come la chiusura anticipata della caccia a tordi, anatidi e beccaccia e la sospensione della cacciabilità di specie in sofferenza.
Le regioni più attive in tal senso sono state quelle meridionali, con la Puglia in testa. Sette sono invece le regioni che hanno ignorato del tutto le nuove disposizioni in materia: Lombardia, Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna e Lazio. Secondo la LIPU la maglia nera spetta a Sardegna e Lazio, che malgrado le sentenze di Consiglio di Stato e TAR che ne bocciavano il calendario venatorio, hanno permesso il prosieguo della stagione.
Tra gli aspetti negativi della stagione la Lipu denuncia la caccia in deroga e il bracconaggio. Le Regioni, spiega l'associazione, “hanno autorizzato l'abbattimento con deroga 'per divertimento (dunque non per danni all'agricoltura)' di oltre 1 milione di animali”.
Per quanto riguarda il bracconaggio le zone critiche si sono confermate il bresciano e la Sardegna, dove i volontari LIPU hanno rimosso una quantità enorme di trappole da uccellagione disseminate nei boschi.
Commenti