di
Paolo Ermani
09-11-2011
Non avendo più la maggioranza, Silvio Berlusconi ha annunciato che si dimetterà dopo il voto sul ddl stabilità e da ieri sera - quando il rendiconto è passato con solo 308 voti - si fa avanti l'ipotesi delle elezioni anticipate. Eppure, probabilmente, chi prenderà il suo posto proseguirà la corsa sfrenata "verso il suicidio collettivo". Non è dal Parlamento che verranno i cambiamenti: ognuno di noi deve darsi da fare per cambiare la realtà.
Sulla caduta di Berlusconi verranno scritti fiumi di parole anche da chi penserà che sarà la fine di un'epoca, ma sostanzialmente la situazione non cambierà granché. Chi lo sostituirà, che siano i suoi compari o i suoi pseudo avversari, proseguirà l'opera sistematica di sfrenata corsa verso il suicidio collettivo.
Che il Parlamento rappresenti un sistema democratico è ormai una favoletta. Un coacervo di poteri religiosi, economici e finanziari dettano condizioni e leggi. Non risulta infatti che in una democrazia gli interessi di una ristrettissima minoranza siano la legge imperante. I diritti della maggioranza e la salvaguardia dell'ambiente sono sistematicamente calpestati e i drammatici avvenimenti di questi giorni in Liguria ne sono l'ennesima lampante dimostrazione. I mass media sono in mano a chi può mostrare la realtà che vuole e quindi condizionare pesantemente le persone per poi poter affermare che si è stati eletti 'per volere popolare'. In un contesto del genere parlare di democrazia fa solo tragicamente ridere.
Chi sostituirà questo personaggio da avanspettacolo cercherà di tranquillizzare i mercati, continuerà a sfasciare lo stato sociale, a chiedere 'sacrifici' per usare ancora più soldi da sprecare in tutti i modi, proseguirà a devastare l'ambiente, a rincorrere l'impossibile crescita infinita in un pianeta finito in una gara mortale con gli altri paesi a chi si getta nel baratro per primo. Del resto non può che andare in questo modo se si continua a pensare che il benessere consiste nel potersi circondare di montagne di oggetti. E intanto la qualità della vita interiore ed esteriore delle persone peggiora sempre di più.
Non è dal Parlamento che arriveranno i cambiamenti necessari per sperare nella sopravvivenza della specie, ormai sempre più persone lo dichiarano, basta guardare alle percentuali di votanti che diminuiscono ad ogni tornata elettorale. Dopo un cinquantennio di imbarbarimento e squallore senza fine dove si è arrivati ad una tale decadenza al cui confronto i peggiori imperatori romani erano dei pivellini, è evidente che non è dai politici che arriverà quella presa di coscienza e quel cambiamento di cui abbiamo assolutamente bisogno come società e pianeta.
Solo una potentissima spinta dal basso potrà influenzare (forse) i politici, i quali (forse) saranno costretti loro malgrado a cambiare, quantomeno per tentare in qualche modo di mantenere le loro poltrone. Probabilmente quel giorno non ci sarà più nemmeno bisogno dei politici ma ci saranno prevalentemente persone di buona volontà che la società diversa e l'ambiente salvaguardato se lo saranno costruito con le loro mani.
Chi spera in improbabili messia, in improbabili cambiamenti di regime che migliorino realmente la situazione, o vive in un modo di illusioni o ha qualche interesse in gioco. Oppure semplicemente spera che delegando ancora una volta il proprio destino nelle mani altrui sia possibile alleggerirsi di una responsabilità, la responsabilità di prendere in mano la propria vita e decidere per la stessa.
Per chi crede che in Parlamento avvengano veri cambiamenti, c'è una brutta notizia: dovrà veramente darsi tanto da fare, cambiarlo direttamente lui il mondo, per sperare che qualcosa possa cambiare anche lassù nelle torri d'avorio.
La bella notizia è che darsi da fare per cambiare la realtà sarà una meravigliosa avventura capace di arricchire la propria vita di un inestimabile valore che nessun oggetto potrà mai eguagliare.
Commenti