Bioedilizia: cresce l'uso della canapa

Sta crescendo in maniera esponenziale l’utilizzo della canapa nella bioedilizia e anche in Italia sono già diversi gli esempi di costruzioni realizzate con questo materiale che si presta ad essere la risposta ideale soprattutto nelle zone mediterranee. Per esempio, l’associazione Paea, da anni impegnata sul fronte della progettazione e costruzione sostenibile, l’ha impiegata di recente con successo anche per un edificio nel sud dell’Italia.

Bioedilizia: cresce l'uso della canapa

L’utilizzo della canapa nella bioedilizia sta crescendo a ritmi molto sostenuti anche in Italia, imponendosi sempre più come un materiale versatile e di ottima resa per costruzioni sostenibili in piena armonia con l’ambiente e con un occhio di riguardo alla salubrità. Per l’Italia più che di una scoperta, si tratta di una riscoperta, visto che fino ad alcuni decenni fa il nostro paese era il secondo produttore mondiale di canapa, ritenuta una risorsa sia nel settore tessile che in quello dell’edilizia. La coltivazione della canapa era fortemente radicata nella nostra tradizione tanto che tracce del suo utilizzo si ritrovano persino nelle parole di Leon Battista Alberti, nel “De Re Aedificatoria”, dove si sottolinea la sua utilità nell’edilizia poiché, aggiunta alle malte, ne migliorava le qualità. La coltivazione della canapa è però poi stata abbandonata fino a che, una decina d’anni fa, l’Unione Europea ha attivato finanziamenti destinati alla reintroduzione della canapa da fibra e alla costituzione di filiere di prodotti derivati, specialmente nel settore no food.
La Germania ha subito inserito la canapa nella sua filiera produttiva di punta, sviluppando materiali per il settore automobilistico, come fibroresine, plastiche e imbottiture, oggi utilizzati da tutte le sue maggiori case produttrici. La Francia, si è concentrata sulle malte fibrorinforzate, brevettando alcune tecniche: una per “mineralizzare” la canapa ricoprendola con silice al fine di renderla impermeabile all’umidità e poterla così utilizzare come isolante; un’altra per mescolare la canapa con calce naturale ed acqua per ottenere un composto simile al cemento, con una consistenza granulosa simile al sughero; un’altra ancora per utilizzare canapa non trattata assieme a calce per intonaci.
In Italia, recentemente la coltivazione della canapa è stata reintrodotta ritornando ad essere presente in due settori strategici: il tessile e la bioedilizia. Ed è proprio nella bioedilizia che l’associazione Paea, da anni all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di edifici ecosostenibili, ha iniziato a reintrodurre l’utilizzo della canapa con ottimi risultati. Un esempio è un edificio residenziale nel sud dell’Italia. «Nella bioedilizia, la canapa  e il bio-composto di calce e canapa sono ritenuti estremamente interessanti in quanto risolvono molte problematiche legate alle costruzioni ecologiche e sostenibili in zone climatiche mediterranee» spiegano l’architetto Ilaria Cappelli e la biodesigner Marina Russo dell’Area Progetto di Paea.

«A questo proposito Area Progetto dell’Associazione PAEA ha adottato per il progetto di un edificio residenziale in sud Italia la tecnologia del bio-composto di calce e canapa in quanto rispondente a varie esigenze come ad esempio l’ottenimento di requisiti di efficienza energetica, la regolazione dell’umidità e la salubrità del costruito, ottenuta con l’utilizzo di materiali atti al raggiungimento di tale obiettivo».
«Infatti – spiegano ancora Cappelli e Russo - costruire con fibre vegetali comporta vantaggi di carattere ambientale, ma anche etico, sociale ed economico. La canapa è uno dei materiali che offre i risultati migliori. Questo vegetale è di semplice coltivazione, poiché ha una rapida crescita, un basso consumo di acqua e rarissimi attacchi da parte dei parassiti. Una volta lavorata e separata dalla fibra per ottenere il canapulo, è ottima per sostituire gli inerti per la composizione di malte e calcestruzzi alleggeriti, poiché risulta refrattaria a muffe ed insetti e ricca di silice, ma soprattutto è un materiale carbon negative».
«Il biocomposto, ottenuto tramite la mescolanza di calce, canapa e acqua, viene lavorato in impastatrice e quindi applicato a mano o a macchina con tecnica a spruzzo, secondo gli impieghi. Dopo la messa in opera, il biocomposto indurisce per evaporazione dell'acqua e avviene un processo di carbonatazione e idratazione della calce. Il tipo di legante (calce aerea, calce idraulica ecc.), il tipo di truciolato di canapa (qualità e lunghezza del canapulo, ecc.) e le proporzioni della miscela dei due elementi, determinano materiali adatti a differenti impieghi in edilizia con caratteristiche distinte in funzione delle necessità da soddisfare. La tecnica dell’impasto in canapa e calce si può tradurre anche nella soluzione di blocchi prefabbricati di biocomposito in canapa e calce che, combinati con una struttura portante a telaio, sono atti alla realizzazione di muratura perimetrale, che assolve sia la funzione di tamponamento sia di isolamento».
Area Progetto di Paea segnala alcuni degli impieghi di questo materiale in edilizia:
-isolamento termico a cappotto esterno o interno delle pareti perimetrali di edifici esistenti
-Isolamento termico di coperture e sottotetti
-Isolamento e costruzione di  massetto sottopavimento
- Costruzione ex-novo di muratura isolante
- Realizzazione di divisori interni ad alto  isolamento acustico
- Vespaio areato
Le caratteristiche della canapa sono soprattutto:
Riciclabilità
Al termine della sua “vita utile” il biocomposto è totalmente riutilizzabile una volta frantumato e reimpastato con acqua e calce.
Biodegradabilità
Il materiale se smaltito si decompone naturalmente essendo privo di sostanze tossiche.
Ecocompatibilità
L’impasto è composto prevalentemente da truciolato vegetale mineralizzato con calce naturale, e quindi gode di elevati standard di eco-compatibilità: oltre ad essere riciclabile e biodegradabile, possiede un bassissimo livello di energia incorporata nel materiale (quantità di energia necessaria per la sua produzione, impiego e smaltimento).

 

Canapa Italiana - Ieri, Oggi e DomaniVoto medio su 2 recensioni: Da non perdere

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