di
Roberto Tofani
13-04-2011
Tifoni, cicloni, piogge torrenziali e siccità costringono milioni di persone a migrare e varcare i propri confini. Si tratta di un fenomeno che nel corso del prossimo decennio aumenterà a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. A rivelarlo è uno uno studio recentemente condotto dall'Asian Development Bank.
Saranno sempre più gli effetti dei cambiamenti climatici a spingere le popolazioni della regione Asia/Pacifico a migrazioni via via più importanti, ad allontanarsi dai propri territori d’origine. È quanto emerge in sintesi da uno studio dell’ Asian Development Bank (ADB), Climate Change and Migration in Asia and the Pacific, presentato a Manila e pubblicato in questi giorni con l’obiettivo di informare e di spingere governi e organizzazioni internazionali ad includere nelle proprie agende un problema che necessita di un’attenzione globale.
Sono i continui tifoni, cicloni, piogge torrenziali e siccità a costringere milioni di persone a migrare e varcare i propri confini, come accaduto lo scorso anno in Pakistan, Malaysia, Cina, Filippine e Sri Lanka. Un fenomeno che nel corso del prossimo decennio non potrà che aumentare e peggiorare, secondo la ricerca voluta dall’istituto finanziario internazionale di sviluppo fondato nel 1966 e con sede proprio nella capitale filippina. Un fenomeno che non riguarda i singoli governi, ma che deve essere affrontato globalmente, vista la mancanza di “un meccanismo di cooperazione internazionale che sia in grado di far fronte a flussi migratori di così ampia portata”.
Lo studio di ADB riguarda infatti una regione dove vivono oltre 4 miliardi di persone – il 60 per cento della popolazione mondiale – di cui quasi un miliardo sopravvive mediamente con poco più di un dollaro al giorno e in cui la problematica ambientale “ha già enormi implicazioni”. In un tale contesto, la vulnerabilità ai cambiamenti climatici “sarà superiore in particolari zone geografiche”, identificate come degli “hot spot” o punti caldi. Come ad esempio l’isola di Java in Indonesia, o i delta dei grandi fiumi del sud dell’Asia, le zone costiere della Repubblica Popolare cinese o i bacini fluviali di India e Bangladesh.
Ad accrescere il problema nel continente asiatico, inoltre, una rapida urbanizzazione che dal 1970 al 2007 è passata dal 24 al 42 per cento e che potrebbe superare la soglia del 50 per cento entro il prossimo decennio. Secondo studi dell’ UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), il più importante organismo internazionale per gli studi e i negoziati sui cambiamenti climatici, si stima che siano circa 50 milioni le persone dislocate a causa di problemi ambientali.
Un numero che secondo studi di altri istituti di ricerca, come Stern Review on the Economics of Climate Change, pubblicati nel 2006, potrebbero arrivare ad oltre 200 milioni entro i prossimi quarant’anni. Numeri che secondo ADB “soffrono ancora la mancanza di una ricerca specifica soprattutto nelle relazioni tra cambiamenti climatici e flussi migratori e la loro correlazione in particolare nella regione Asia/Pacifico”.
Cambiamenti e flussi migratori che riguarderanno e “colpiranno soprattutto le masse povere più di altre”, come ha sottolineato Bart W. Édes, direttore del dipartimento di Poverty Reduction, Gender, and Social Development Division di ADB.
Un quadro buio, quello che si prospetta in questo “primo studio analitico” che non intende comunque “ripetere il lavoro profondo compiuto dal Pannello intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC). Uno studio il cui obiettivo primario è quello di creare una mappatura dei rischi, scenari e possibili soluzioni, oltre a valutare gli impatti economici dei cambiamenti climatici e della “loro influenza sui movimenti migratori e i migranti stessi”.
Il rapporto, infine, si chiude sottolineando che, se ben gestite, le migrazioni indotte dai cambiamenti climatici potrebbero facilitare “l’adattamento umano creando nuove opportunità per le popolazioni dislocate in ambienti meno vulnerabili”.
Per avere una copia del rapporto contattare: adbpub@adb.org
Per ulteriori informazioni: www.adb.org/SocialDevelopment/climate-migration
Fonte: PlanetNext