"Far assaporare ai ragazzi il vivere in un piccolo villaggio nella natura, dove ognuno con le sue azioni porta beneficio a se stesso e a chi lo circonda". Con questo desiderio è nato il progetto 'Sul mare' dell'associazione Lasa che organizza campi estivi per bambini e ragazzi. Ce ne ha parlato meglio Paolo Cignini, vice-presidente dell'associazione.
Raccontaci come nasce il progetto "Sul mare", da quali esigenze, persone e desideri?
"Sul Mare" è nato nel 2012 da un'idea dell'Associazione Naturalistica Lasa, della quale sono il vice-presidente. Lavoro con i bambini nel settore dell'Educazione Ambientale dal 2007 e l'esigenza era quella di creare un progetto educativo ad elevato risveglio dinamico-sensoriale rivolto a bambini e ragazzi. Operiamo quindi nel turismo giovanile ed i nostri campi estivi, attraverso diverse attività sportivo-naturalistiche, hanno lo scopo di rilassare ed espandere i sensi attraverso il contatto diretto con la natura e i suoi elementi.
Il desiderio è quello di far vivere o almeno far assaporare ai ragazzi la vita in un piccolo villaggio in natura (che noi chiamiamo "Campo Lasa"), dove si dorme in tenda e dove ognuno con le sue piccole azioni porta beneficio a se stesso e a chi lo circonda.
In cosa, questo tipo di vacanza per bambini e ragazzi, si contraddistingue da altre esperienze diffuse nel vostro settore?
Nella responsabilità individuale che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi, affinché capiscano che senza di questa l'attività del campo non può funzionare o funziona male. Faccio alcuni esempi: una volta alla settimana (a volte anche di più) mangiamo davanti a un bel fuoco, tutti insieme in cerchio. Per la preparazione del barbecue i ragazzi collaborano attivamente nella raccolta della legna: se decidono di non farlo, semplicemente salta il barbecue.
La stessa filosofia avviene nelle attività sportive, che sono di carattere assolutamente non competitivo ma aggregativo: in canoa e in barca a vela ci si mette sempre il giubbino di salvataggio, nel tiro con l'arco si seguono delle regole di sicurezza e di buona convivenza. Se i ragazzi decidono di non seguire queste regole, si assumono la loro responsabilità di non fare qualcosa di bello.
Nessuna punizione e nessun rancore segue ad un loro rifiuto, cerchiamo di trasmettere la filosofia che se non si collabora ci rimettono loro personalmente: vivere in Natura ricavandone un'esperienza piena significa vivere di poche, semplici ma vitali regole.
Infine, riserviamo una speciale attenzione all'alimentazione: acquistiamo il cibo biologico direttamente dai produttori locali, rispettando la filosofia del cibo a chilometri zero, e lo cuciniamo in maniera semplice e genuina usando solo l'olio necessario. Non beviamo acqua minerale in bottiglia ma l'acqua potabile del rubinetto: i ragazzi a turni auto-organizzati si alzano quando la brocca è finita e riempiono l'acqua per tutti. Lo stesso avviene per la tavola: ogni bambino o ragazzo ha le sue posate personali, si apparecchia collaborando insieme e poi, a turni, ognuno si lava il proprio piatto.
Come si svolge una giornata tipo?
La mattina ci svegliamo intorno alle 8 e, dopo una lenta e sana colazione, iniziano le attività sportivo-naturalistiche della giornata. La divisione in gruppi per le varie attività la decidiamo noi guide prima di iniziarle, con una riunione insieme ai ragazzi nel nostro "cerchio dei ciocchi". Dopo la mattinata dedicata alle attività, si mangia tutti insieme: a prendere il cibo sono prima i bambini più piccoli, poi i ragazzi più grandi. Dopo pranzo, ci concediamo un vitale relax sulle amache all'ombra della nostra pineta: nelle ore calde una semplice e rigorosa regola che la natura detta è quella del riposo. Quando è più fresco, riprendiamo con le nostre attività, invertendo i gruppi rispetto al mattino.
Dopo la doccia e la cena, a volte ci fermiamo sotto un bel cielo stellato ad osservare insieme le costellazioni e di conseguenza impariamo insieme anche ad orientarci di notte, come facevano un tempo i navigatori (e non solo).
A quali principi e valori ambientali fate riferimento dal punto di vista dell'educazione?
I nostri principi e valori ambientali ci sono suggeriti dal nostro vivere in Natura insieme. Naturalmente cerchiamo di ridurre al minimo la produzione di rifiuti e siamo più intransigenti quando bambini e ragazzi gettano rifiuti a terra (purtroppo a volte capita) oppure sprecano troppa acqua nel farsi la doccia (c'è sempre un assistente che li segue).
Curiamo anche il tono della comunicazione: evitiamo schiamazzi sia per una questione di educazione sia perché le pinete sono popolate di splendidi animali, ai quali le urla giustamente proprio non piacciono.
L'educazione ambientale che ci sta a cuore è legata all'essenzialità dello stare in Natura: i ragazzi, con poche e semplici regole, sanno e avvertono di riscoprire un benessere che troppo spesso nelle nostre caotiche città manca. Cambiano il loro rapporto con il tempo, scoprendo che meditando le azioni con calma si giunge a risultati migliori piuttosto che nell'agire disordinatamente in fretta. Scoprono che collaborare non è poi così sbagliato, per gli altri e per se stessi. Tutti questi concetti sono rafforzati dallo stare e dal vivere in Natura.
Che tipo di soddisfazioni e quali difficoltà nel portare avanti un progetto di questa natura?
Le soddisfazioni sono enormi, in primis perché riceviamo tantissimo da questa esperienza: la spontanea leggerezza con cui i bambini vivono e si godono la natura, il lento ma graduale adattamento con il quale i ragazzi più grandi si adeguano al vivere in natura con meno oggetti e meno tecnologia. Sono tutti processi colmi di una poesia meravigliosa, dalla quale riceviamo moltissimo e che mi risulta difficile spiegare a parole, che sono importanti ma in parte a volte limitanti.
Di difficoltà ce ne sono molte, purtroppo con gli anni aumentano: parlando di tecnologia, a volte è difficile far capire ai ragazzi che per almeno dieci minuti si può silenziare un lettore mp3 o un cellulare per ascoltare la musica della natura che ci circonda. Inoltre, abbiamo vissuto e viviamo (anche se avverto maggiore consapevolezza oggi) anni nel quale il consumismo e ritmi di lavoro sempre più intensi hanno isolato maggiormente gli individui: si fa fatica a volte a far capire i vantaggi, anche personali, di una sana collaborazione. Ma è pur vero che la difficoltà è il motore che dovrebbe spingere a cambiare e a migliorarsi. Noi cerchiamo di praticare il cambiamento insieme ai nostri bambini e ai nostri ragazzi ('telegiornali viventi' per quanto riguarda l'andamento della nostra società).
IL VIDEO
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