di
Lucia Russo
09-02-2012
Parte domani la prima edizione di Catania YogaFestival. La manifestazione sarà un'occasione per conoscere o approfondire i benefici dello Yoga. Nella città siciliana, dunque, un'occasione per spezzare l’inverno con una carica di "nuova energia".
“Un sondaggio condotto nel 2005 dallo Yoga Journal stima l’esistenza di 1000 scuole di yoga sul territorio nazionale e 1.200.000 praticanti”. Il dato, lo riferisce in conferenza stampa Giulia Borioli, ideatrice del format YogaFestival, la più nota manifestazione di questa disciplina in Italia, che alle sue già collaudate 3 edizioni (Milano, Roma, Merano), aggiunge Catania. L’appuntamento italiano di riferimento per la cosiddetta “tribù” dello Yoga, di statura internazionale, lancia nei prossimi giorni la sua edizione anno zero per la città etnea e per tutta la Sicilia, anzi per l’intero Sud. Organizzato da Federazione Mediterranea Yoga, in collaborazione con O.E.B. (Organizzazione Eventi Benessere), e dalla Associazione T.A.O. (Talenti Artistici Organizzati), YogaFestival si svolgerà presso il grande centro fieristico Le Ciminiere, nel cuore della città, nelle giornate di venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 febbraio 2012.
“La disponibilità di una struttura adeguata quale Le Ciminiere – ci dice l’ideatrice Wanda Vanni, presidente della Federazione Mediterranea Yoga – è stata fondamentale per la messa a punto di un progetto meditato da anni. Questa edizione è un momento importante per la visibilità dello yoga e per i tanti cultori che generalmente si spostano dal Sud per frequentare classi tenute da maestri e insegnanti di grande levatura. Darà a tanti, la possibilità di scoprire la disciplina o di scegliere lo yoga più adatto”.
Quella riassunta da W. Vanni - anima della nuova tappa del network, ma a ritroso, dell’esercizio e della divulgazione della disciplina in città (prima insegnante e fondatrice del Corso quadriennale di formazione per insegnanti di Yoga della stessa FMY), - è la possibilità di concentrare in poche giornate e in uno stesso luogo il percorso che molti cultori di yoga seguono per decenni spostandosi anche di parecchi chilometri: trovare il proprio yoga e, perché no, il proprio maestro.
L’Energia Mediterranea - tema scelto per questa prima edizione – ricorre nei punti salienti del programma, che prevede seminari di yoga per tutti i livelli, lezioni gratuite tenute da scuole e centri yoga da tutta la regione, conferenze e aree informative anche sull’ayurveda e le medicine olistiche.
Per chi si accosta per la prima volta a questa disciplina (spirituale e fisica), le perplessità sono inevitabili. Districarsi tra le varie scuole e i diversi metodi oggi disponibili, può mettere in difficoltà anche chi ha già maturato un po’ di esperienza. Che differenza c’è tra Yoga Vinyasa o Iyengar, Kundalini e Hatha? Le 25 scuole siciliane chiamate a tenere le Free class, lezioni gratuite di 50 minuti aperte a tutti i visitatori, rappresentano almeno la metà del bacino di tutta l’isola. La conferenza introduttiva di venerdì 10, alle 18, darà i primi orientamenti e chiarimenti, e presenterà anche l’ospite d’onore, Enzo Maiorca, che tornerà domenica 12 in uno spazio dedicato al “Respiro - soffio di vita”, su cui l’atleta si confronterà con i maestri Willy Van Lysebeth (celebre esponente della tradizione Van Lysebeth e segretario F.M.Y.) e Antonio Nuzzo (insegnante di Yoga di vastissima esperienza internazionale e vice presidente F.M.Y), entrambi esperti di pranayama (espansione del respiro).
Willy Van Lysebeth da Bruxelles e Antonio Nuzzo da Roma sono solo due nel bouquet di maestri tutti molto apprezzati e alla guida dei seminari, tra cui Gabriela Bozic da Londra, Monica Bertauld da Parigi, il maestro Sri Hanuman dall’India, Carlo Livio da Firenze, Piero Vivarelli da Bologna, Roberto Milletti da Roma, Lisetta Landoni da Milano, Barbara Woehler da Roma, Mirella Perlasca da Venezia e molti altri ospiti importanti. Dario Girolami maestro di meditazione Zen di vastissima esperienza, incontrerà il pubblico per una meditazione collettiva sabato 11. Nell’evento da Giulia Borioli definito “un tetto comune alle tante realtà di yoga che possono trovare un ambito di scambio e unione”, ci sarà anche Jacopo Ceccarelli con un Laboratorio di AcroYoga dedicato ai più giovani, e domenica, Atmananda, discepolo di Rishi Satyananda, figlio spirituale di Sri Sri Sri Anandamoy Ma, la grande Madre permeata di gioia.
Alle specificità dell’area mediterranea lo Yoga Festival di Catania lega la sua offerta, ma in sottotitolo c’è il rapporto tra Yoga Classico e Yoga contemporaneo. Il confronto e l’unione di cui sopra, sono due dimensioni che non dovrebbero mancare in una disciplina che racchiude tali concetti nel suo termine. Recentemente la pratica yogica, specie l’adattamento più moderno della millenaria tradizione classica, è stata messa un po’ sotto accusa. Per essere sintetici, diciamo che alcune tecniche sono additate come più vicine al fitness che alla disciplina spirituale, suscitando addirittura la campagna “giù le mani dallo yoga”, che partita dagli USA ha trovato un’eco a New Delhi, dove il governo indiano ha deciso di correre ai ripari e fare dei distinguo ufficiali su una dottrina così nobile e antica.
In Italia, l’articolo Yoga, il mito si incrina, di Federico Rampini (La Repubblica, 9 gennaio 2012) ha originato un ginepraio sul web, espressione forse di riflessioni e perplessità serpeggianti da tempo tra gli approcci più moderni alla pratica e la tradizione più antica. “Lo Yoga tradizionale – ci dice Antonio Nuzzo – è stato in alcuni casi travisato presentando tante realtà in cui si esalta il corpo come manifestazione dell’ego. La tradizione dei VEDA, base della scuola tradizionale, è molto rigida su questo: lo Yoga è ricerca, viaggio in uno stato di coscienza dove c’è l’essenza dell’essere umano, aldilà persino dell’esperienza sensoriale.
Il karma yoga educa l’interiorità a trovare uno spazio meditativo e a sfuggire dai meccanismi di azione-reazione che l’esperienza sensoriale suscita. Il corpo, in questa concezione classica, è solo uno strumento di ricerca per rallentare la dispersione mentale e arrivare a trasformare i meccanismi reattivi in realtà interiore totalmente rasserenante. Lo Yoga contemporaneo, caratterizzato da pratiche con elevato dispendio fisico, agisce anch’esso sulla dispersione mentale dell’attenzione, ma a un livello molto più elementare”.
Una distinzione che non può che portarci al cuore della nostra testata.
Può la pratica dello Yoga sortire i suoi benefici senza un cambiamento dello stile di vita? Possiamo fermarci due ore sul tappetino a respirare e muoverci con lentezza, se la lezione è solo un intervallo di una corsa affannosa e dispersiva? Abbiamo chiesto.
“Lo Yoga – risponde Nuzzo - è trasformazione. Non impone un cambiamento; lo suggerisce. La pratica della tradizione classica, dopo un primo stadio, suggerisce a chi segue, i vantaggi di un adattamento ad esso”.
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