di
Andrea Boretti
27-09-2010
Pochi giorni fa nei dintorni di un villaggio della provincia di Bolikha, tra il Laos e il Vietnam, è stato catturato un esemplare di saola, anche detto 'unicorno asiatico'. Del mammifero si sa davvero poco, anche perché ne esistono rarissimi esemplari e gli scienziati non riescono ad approfondirne la biologia dato che in cattività non sopravvivono. Il futuro di questo animale dal mistero mitologico sembra essere quello di continuare a vivere solo nelle fotografie.
Nel 1992 un gruppo di ricercatori del WWF e del Ministero per la protezione delle foreste del Vietnam trovarono in casa di alcuni indigeni delle montagne dell'Annamite - lungo il confine tra Laos e Vietnam - un trofeo di caccia alquanto singolare: un paio di corna lunghe appartenenti ad un mammifero fino ad allora sconosciuto.
Tale mammifero venne chiamato 'saola' e per il primo contatto diretto si dovette aspettare il 2006, quando venne catturata una femmina che venne portata in una riserva. In cattività l'animale morì nel giro di pochi giorni e da allora della saola rimasero disponibili solo poche e rare fotografie scattate da telecamere nascoste.
Tutto questo fino a pochi giorni fa quando nei dintorni di un villaggio della provincia di Bolikha un nuovo esemplare di saola è stato catturato. Saputa la notizia, le autorità laotiane si sono subito messe al lavoro per esaminare la saola e rilasciarla. Le cose non sono però andate come si sperava, spiega un membro del Iucn: "Purtroppo, l'animale, un maschio adulto, indebolito e provato da alcuni giorni di prigionia, è morto poco dopo che il team aveva raggiunto il villaggio remoto. L'animale è stato fotografato mentre era ancora in vita."
Non si sa perché l'animale fosse stato catturato, ma ora si ha la conferma che la saola in cattività non sopravvive a lungo. "Lo studio della carcassa può produrre qualcosa di buono da questo sfortunato incidente - dice un membro del Saola workin group dello Smithsonian conservation biology - La nostra mancanza di conoscenza della biologia della saola è un ostacolo per gli sforzi per la sua salvaguardia. Questo può essere un importante passo avanti nella comprensione di questa specie notevole e misteriosa. È chiaro che è necessario un ulteriore sforzo di sensibilizzazione circa lo status speciale della saola, ma la saola non ha più molto tempo. Nel migliore dei casi ne sopravvivono poche centinaia, ma forse ce ne potrebbero essere rimaste anche solo una dozzina. La situazione è critica”.
Fotografie. Questo sembra il futuro della saola: continuare a vivere solo nelle fotografie. Non esiste nessun esemplare in nessuno zoo del mondo e molte cose sulle sue abitudini sono al momento totalmente sconosciute. Nessun biologo può dire, ancora oggi, di aver mai visto una saola in natura.
Dichiarava William Robichaud, anche lui del Saola working group, all'epoca del primo contatto: "a volte sembra di organizzare una campagna per la salvaguardia dell’unicorno". Unicorno asiatico è infatti il soprannome della saola, quasi fosse un animale mitologico appartenente ad un mondo fantastico. Alcuni la associano pure al qilin - forse per le lunghe corna - creatura leggendaria della mitologia cinese, sebbene in Cina di saole non ce ne sia traccia.
Una leggenda legata al qilin ci fa però sperare che il legame sia più stretto di quanto possa sembrare a prima vista. Si narra infatti che il qilin appaia in contemporanea alla nascita di un uomo saggio, e sappiamo fin troppo bene di quanto ce ne sia bisogno.
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