Con la solita contraddizione totale tipica della politica, il ministro della pubblica istruzione Valditara ha deciso di vietare l’uso dei cellulari nelle scuole fino a 13 anni. Questa decisione giunge a poco tempo da quella dell’innalzamento delle soglie delle emissioni per i limiti di esposizione della popolazione alle radiofrequenze che sono passati da 6 a 15 Volt/metro, e ciò malgrado numerosi appelli di scienziati e ricercatori secondo cui, così facendo, non si rispetta il principio di precauzione. Un altro potente affronto alla salute della cittadinanza è stato servito con il recente articolo 38 del decreto Semplificazioni, che toglie agli amministratori locali il potere di agire sull’installazione delle antenne e sui limiti di esposizione ai campi elettrici fissati dallo Stato.
E così nei fatti si fanno mega regali alle potentissime multinazionali delle telecomunicazioni, per cui vietare i cellulari nelle scuole fa poco meno che il solletico.
Che la situazione sia completamente fuori controllo è evidente ma si reagisce poco e male, a tempo abbondantemente scaduto quando chi doveva fare gli affari sulla pelle di salute e ambiente, ha fatto i cuoi comodi in lungo e in largo e continua a farlo indisturbato.
Nel 2012, ben dodici anni fa, Manfred Spitzer, non un luddista o un matto qualsiasi ma il direttore della clinica psichiatrica e il centro per le neuroscienze e l’apprendimento dell’Università di Ulm in Germania, autore di best seller internazionali, scriveva: «Ci stiamo giocando il cervello! Non siamo più capaci di raggiungere un luogo senza GPS; siamo terrorizzati all’idea di uscire senza telefono cellulare. Bimbi e ragazzi trascorrono davanti a un monitor più del doppio del tempo che passano a scuola e le conseguenze si vedono nell’incremento dei disturbi dell’apprendimento, dello stress, di patologie depressive, della predisposizione alla violenza».
Di studi sulla nocività dei cellulari e la loro capacità di creare vari problemi e menomare l’apprendimento ormai ce ne sono innumerevoli, anche per questo genitori e insegnanti sono i più preoccupati della crescente zombizzazione dei ragazzi (che però non fanno altro che imitare i loro genitori). Esperti di tutti i tipi cercano di dare l’allarme ma dato che comanda chi ha i soldi e chi ha i soldi si compra chiunque, non cambia granchè.
Gli stessi media sono fra i maggiori responsabili della disastrosa situazione perché da una parte ospitano rari interventi dei vari esperti che snocciolano dati impressionanti e inquietanti sulla pericolosità delle fantasmagoriche lampade di Aladino tascabili, dall’altra ospitano copiosamente le pubblicità della mega multinazionali delle telecomunicazioni, fossili, chimica, agrobusiness, moda, ecc, che gli riempiono le tasche di soldi quantomeno assai discutibili. Soldi senza i quali il 99% dei media chiuderebbe domani mattina.
La prassi è sempre la stessa per tutto, che si tratti di chimica, di nucleare, di cibo spazzatura, di fonti fossili, di automobili, di giochi d’azzardo, di tabacco: prima si intravede il business, si investono montagne di soldi con cui si pagano tutti coloro possano favorirlo, politici e media in primis, poi quando il danno è abbondantemente fatto, i prodotti, le tecnologie, l’inquinamento, le malattie, le autostrade, le centrali diffuse ovunque, i jingle entrati bene nella testa dei consumatori, si inizia a valutare che forse c’era "del marcio in Danimarca", ma ormai è “stranamente” e irrimediabilmente troppo tardi. Infatti il provvedimento del ministro Valditara arriva a chiudere il recinto non prima di essersi assicurato che tutti i buoi siano opportunamente scappati. E a scanso di equivoci, al prossimo governo arriverà qualcuno che cancellerà tutto, per quanto il provvedimento possa essere stato inefficace e coreografico.
Ma l’elemento importante è che anche le istituzioni, almeno sulla carta, riconoscono quello che qualche strano personaggio continua a ripetere da tempo fra lo scherno e l’indifferenza e cioè che la questione cellulari e simili è assai poco chiara e ben lontana da quello che le pubblicità scintillanti e gli invasati della digitalizzazione ci raccontano. Siamo solo all’inizio di un cammino di consapevolezza che con i danni sempre più gravi si allargherà. Forse sarà appunto troppo tardi, visto che ormai stanno cablando la Terra tutta e si lanciano costantemente satelliti che non lasceranno nemmeno un millimetro quadrato scoperto, ma tentare di opporsi alla completa disumanizzazione non è una cattiva idea, almeno fino a quando riusciremo avercela ancora una idea, indipendenti da qualche macchina.
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