Il Comune di Roma ha in programma di realizzare un piano di housing social su terreni attualmente agricoli adiacenti ad aree sottoposte a tutela, tra cui i parchi dell'Appia Antica e di Veio e la riserva di Marcigliano. A dispetto dell'opposizione di movimenti e associazioni e dell'invito a recuperare il patrimonio edilizio esistente, a cominciare da quello rivolto al sindaco Gianni Alemanno dal Forum 'Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori'.
Ad oltre tre anni dalla pubblicazione del bando del Comune di Roma per l'individuazione di aree agricole da destinare al progetto capitolino di housing sociale, la commissione di valutazione rende noti i risultati dell'istruttoria: 160 proposte sulle 334 pervenute corrispondono ai requisiti dell'avviso, per un totale di 2.381 ettari di terreno convertibili in aree edificabili.
Il bando, in realtà, non impegna il Comune verso tutti i proprietari che si sono candidati a cedere i propri terreni agricoli. L'avviso aveva infatti carattere ricognitivo e serviva a fare il punto sulla disponibilità potenziale di terreni nell'area circostante la capitale.
Ora che il dato c'è, la commissione stima che sugli oltre due mila ettari di agro romano ammessi possano essere costruiti circa 66mila alloggi, oltre il doppio di quelli ritenuti necessari dal sindaco della capitale Gianni Alemanno, che puntava a 25mila e 700 nuove abitazioni.
Il proposito del primo cittadino di Roma è infatti quello di realizzare 6mila alloggi in edilizia agevolata e 19.700 in housing sociale, da concedere, attraverso mutui e contratti di affitto, alle fasce più deboli della popolazione.
Ma l'emergenza abitativa rischia sempre di fare da sponda all'edificazione selvaggia e la sproporzione tra fabbisogno dichiarato e proposte ammesse dal bando sembra confermare questi timori.
Già nel 2009, quando la quantità di terreno agricolo a rischio di cementificazione era stimata intorno ai 750 ettari, un gruppo di associazioni, tra cui Legambiente Lazio, Cgil Roma e Lazio e Coldiretti Lazio, aveva diramato un appello contro il consumo dell'agro romano a fini edilizi, e lo stesso Istituto Nazionale di Urbanistica aveva manifestato dubbi rispetto all'impianto del bando.
Concorde sulla necessità di rendere disponibili abitazioni a prezzi accessibili, l'Istituto critica infatti il ricorso ad aree agricole, in presenza di un Piano regolatore che già prevede aree edificabili e di 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica ancora in attesa di attuazione.
Ma non è solo l'attività agricola ad essere sotto minaccia: andando avanti con il progetto, infatti, i parchi e le riserve naturali dell'area finirebbero per essere accerchiati dal cemento. Il tutto per edificare l'ennesima area priva di servizi e carente dal punto di vista del trasporto pubblico locale.
Senza dimenticare la battaglia del Forum Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori che dal 2008 si batte contro abusivismo e cementificazione e da pochi mesi ha lanciato una campagna nazionale per il censimento degli edifici già esistenti e non utilizzati. Un invito rivolto ai sindaci di tutti i comuni italiani per destinare a nuovi usi il patrimonio edilizio del Paese ed evitare nuove costruzioni. Anche perchè secondo il rapporto 2009 dell'Osservatorio nazionale sui consumi di suolo, l'Italia non ha la misura dell'attuale livello di cementificazione, con solo cinque regioni impegnate a monitorare gli utilizzi del territorio.
La proposta di recupero del patrimonio edilizio non sembra però aver convinto Alemanno, che non ha dato seguito all'invito del Forum. D'altra parte, vanno sempre più affermandosi, non solo nella capitale, modalità di gestione dei territori improntate a una visione “proprietaria e speculativa”, per dirlo con le parole della coalizione dei lavoratori indipendenti Il Quinto Stato, che il 4 giugno ha convocato un incontro proprio per ripensare il futuro degli spazi pubblici a Roma.
Quanto accade nelle campagne non è infatti slegato dai processi che interessano il territorio urbano, dove si moltiplicano gli spazi sotto minaccia di privatizzazione, ma anche i tentativi di riappropriazione da parte dei cittadini.
Commenti