di
Alessandra Profilio
28-07-2011
La centrale Enel di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, ha un futuro fatto di carbone. Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato ieri la modifica dell'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po, inserendo nel testo proprio la possibilità dell'utilizzo a carbone al posto di olio combustibile che in precedenza ne permetteva il funzionamento. Immediata la reazione delle associazioni ambientaliste.
Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente e WWF non restano indifferenti alle ultime decisioni sulla centrale Enel di Porto Tolle e annunciano che ogni futura Valutazione d’Impatto Ambientale positiva riguardo la conversione a carbone della centrale termoelettrica verrà impugnata davanti alla magistratura amministrativa.
Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato ieri la modifica dell'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po, inserendo nel testo proprio la possibilità dell'utilizzo a carbone al posto di olio combustibile che in precedenza ne permetteva il funzionamento.
La centrale verrà quasi interamente demolita per sostituire le quattro sezioni a olio in tre a carbone, con una diminuzione della produzione da 2.640 a 1.980 megawatt. Secondo i dati forniti da Enel, con il carbone e le nuove tecnologie la nuova centrale abbatterebbe dell'88% l'anidride solforosa, del 61% l'ossido di azoto, l'82% delle polveri sottili e il 26% dell'anidride carbonica, dati definiti dall'ente come un traguardo che farebbe rientrare l'impianto negli obiettivi comunitari.
Di fronte a queste affermazioni le associazioni ambientaliste Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente e WWF, contestano la risoluzione che il Consiglio Regionale Veneto ha adottato e sostengono che gli impatti sanitari, ambientali e occupazionali che verrebbero dalla realizzazione del progetto di Enel costituirebbero un grave danno al territorio e all’economia di larga parte del Nord Est.
La centrale, spiegano le associazioni, determinerebbe un aumento delle emissioni di gas a effetto serra superiore a 4 volte quelle dell’intera città di Milano. Tutte le città del Veneto, sottolineano le associazioni, sono già oggi fuori norma sia per il Pm10 che per il Pm2,5: con questa scelta la Giunta Zaia garantisce un peggioramento della qualità dell’aria per gran parte della Pianura Padana.
Per tali motivi Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente e WWF annunciano che ogni futura Valutazione d’Impatto Ambientale positiva riguardo la conversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle verrà impugnata davanti alla magistratura amministrativa.
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