di
Francesca Romana Orlando
11-03-2011
Francesca Romana Orlando, autrice del Cerchio Perfetto ci parla del suo ultimo libro. Una denuncia al legame tra economia, politica, ricerca scientifica e media. Un'intricata rete di interessi, che mette in crisi la democrazia, la salute pubblica e la sicurezza ambientale, alimentando varie forme di inquinamento chimico ed elettromagnetico.
Il Cerchio Perfetto è il paradigma del legame che unisce l'industria alla politica e all'accademia e che, trovando legittimazione nell'opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa, mina le basi stesse della democrazia, consentendo all'industria di mettere a rischio la salute pubblica e la sicurezza ambientale, i due temi principali che questo libro vuole indagare.
Il controllo dell'industria sulla politica si esercita storicamente attraverso il finanziamento delle campagne elettorali e le azioni di lobby, ma anche con il posizionamento di esperti scientifici ad essa stessa affiliati all'interno delle agenzie pubbliche che decidono in materia di politica sanitaria e ambientale.
Lo stretto rapporto tra industria e ricerca mette in crisi addirittura l'efficacia dell'applicazione del pensiero scientifico nella cosiddetta medicina basata sulle evidenze (evidence based medicine) perché i dati e i risultati sono spesso manipolati per rispondere agli interessi economici.
Solo attraverso la comprensione di queste dinamiche di potere è possibile spiegare fenomeni altrimenti incomprensibili come l'uso del mercurio in odontoiatria o l'approvazione di farmaci o tecnologie non sicure che espongono di fatto la popolazione ad una sperimentazione sul campo non autorizzata da un consenso informato.
Il caso della presunta Pandemia 2009, per esempio, mostra proprio come l'industria sia stata capace di imporre la domanda di prodotti farmaceutici attraverso pressanti campagne mediatiche, anche in assenza di un consenso scientifico sulla loro sicurezza ed efficacia.
Analogamente, nel caso dell'amalgama dentale, nonostante il mercurio sia notoriamente considerato la sostanza più tossica dopo quelle radioattive, ancora oggi è ritenuto lecito usarlo per le otturazioni dentali. Le ragioni di questo paradosso vanno ricercate nell'inerzia della politica, che si paralizza di fronte a problemi che comporterebbero una spesa pubblica ingestibile, e nei conflitti di interessi dei funzionari delle agenzie pubbliche incaricati di classificare questo materiale controverso.
Se la questione del mercurio dentale non è stata ancora risolta nonostante la mole enorme di evidenze scientifiche sulla sua tossicità, risulta ancora più complicata la gestione della salute pubblica per malattie nuove che non solo devono ancora essere completamente inquadrate, ma che rappresentano soprattutto un monito sul fallimento del modello dell'attuale sviluppo economico.
Le persone affette da Sensibilità Chimica Multipla, infatti, risentono anche delle più piccole tracce di sostanze chimiche nell'ambiente e devono vivere lontano da detersivi, profumi, smog, plastiche, cosmetici, solventi, ecc. In modo analogo gli elettrosensibili sopravvivono solo evitando i campi elettromagnetici del quotidiano, come cellulari, ripetitori, sistemi Wi-Fi e, nei casi più gravi, anche l'illuminazione elettrica. Il destino di questi malati è quello di essere considerati dei dissidenti che i medici vicini all'industria cercano di marginalizzare con delle vere e proprie campagne di discredito e attraverso la pubblicazione di studi scientifici, spesso finanziati dall'industria, che sono incentrati sulla presunta origine psichiatrica di queste condizioni mentre il loro numero aumenta in modo esponenziale.
L'esempio degli elettrosensibili è particolarmente interessante anche perché i campi elettromagnetici rappresentano un pericolo invisibile che difficilmente è percepibile a differenza delle tossine chimiche che sono più facilmente riconoscibili per colore, sapore, odore, ecc.
Intorno alla questione dei campi elettromagnetici si gioca la partita del prossimo sviluppo delle politiche di salute pubblica perché, anche in questo settore, le evidenze scientifiche mostrano forti rischi associati a prodotti come cellulari, Internet senza fili e cavi dell'alta tensione, mentre gli attuali limiti di riferimento sono scelti da comitati scientifici composti anche da membri con gravi conflitti di interessi che evidenziano sapientemente le evidenze che non mettono a rischio i profitti dell'industria.
La tesi di questo tipo di commissioni, che presentano legami con il mondo dell'economia, è quella della necessità di una prova definitiva del rischio piuttosto che di un' approvazione di limiti impostati sul principio di precauzione.
Persino l'esercizio della giustizia risulta svuotato di senso dalla enorme disparità di posizione tra il singolo cittadino e l'industria che può dotarsi di consulenti e avvocati di grido, nonché sopportare le spese di ricorsi. E la stessa giustizia, però, spesso ad aprire la strada a nuove politiche di sanità pubblica con sentenze storiche, come quella recente sul riconoscimento del danno professionale da uso del cellulare, che anticipano una verità scientifica che i comitati ministeriali stentano a far emergere.
Si cerca di analizzare, infine, quali sono gli aspetti deboli del Cerchio Perfetto al fine di individuarne una sorta di punto di rottura, incentrando intorno alla questione della regolamentazione del conflitto di interessi in tutte le sue possibili manifestazioni, la possibilità di una politica democratica capace di difendere innanzitutto la salute pubblica e l'ambiente, piuttosto che la sola crescita economica.