Tempi di rincari e di inflazione alle stelle, tutto costa di più e i soldi a disposizione sono sempre di meno, lo sentiamo dire da ogni parte.
La versione ufficiale della causa è l’aumento delle materie prime e in particolar modo di quelle energetiche, aumento scatenato sopratutto dalla guerra in Ucraina. Che una guerra fra due Stati possa fare accadere tutto ciò è già inverosimile di per sé ma tanto ormai le versioni ufficiali post Orwelliane fanno credere qualsiasi assurdità, quindi facciamo finta di accettare per buone queste fantasiose spiegazioni.
Fossero vere queste teorie, la prima cosa che si sarebbe dovuto fare per non alzare i prezzi sarebbe stata quella di risparmiare su tutto, recuperare, riusare, riciclare materie di ogni tipo e dal punto di vista energetico iniziare delle campagne a tappeto, modello faccenda covid, di formazione e informazione ovunque.
Il tutto costellato da interventi capillari di autoproduzione energetica e alimentare. Campagne puntuali e dappertutto in qualsiasi ambito possibile e immaginabile per non sprecare, che già da sole ci avrebbero protetto da ogni tipo di speculazione o rialzo dei prezzi e questo sarebbe bastato e avanzato per non fare crescere di un centesimo nessuna spesa.
Ma dato che il nostro sistema basato su crescita, spreco e rapina, non prevede nessuna azione sensata, logica o scelta che vada a favore delle persone, non abbiamo fatto nulla di tutto ciò e i prezzi sono lievitati, a ragione o meno. Infatti non è detto che tutto debba aumentare all’unisono, però è quello che stranamente è successo come un “riflesso condizionato”, diciamo così...
Quando si parla di aumenti è evidente che chiunque venda qualcosa ne possa approfittare e di conseguenza aumenti i prezzi, anche se non ci sarebbero le motivazioni specifiche. Un commerciante quale obiettivo ha? Vendere e quindi guadagnare il più possibile dal servizio o merce che vende. Quindi se dappertutto si dice che i prezzi aumentano, il commerciante senza scrupoli cosa fa? Aumenta i prezzi e approfitta anche piscologicamente della situazione: tutto aumenta, aumento pure io i prezzi, tanto nessuno mi verrà a contestare granché perché mica è colpa mia se aumenta tutto, il cliente se ne farà una ragione, io incasso, il cliente paga e non protesta nemmeno.
Questa storia ricorda molto da vicino quello che successe nel passaggio dalla Lira all’Euro; forse qualcuno rammenterà che molti prodotti che prima costavano mille lire, chissà forse per furbesca assonanza con il numero uno, poi si trasformarono in 1 euro. Era praticamente il doppio ma fu così che andò. Gli incassi dei commercianti, di questo e quello, in molti casi raddoppiarono ma nessuno ci fece gran caso. Si tratta della famosa stupidità di gregge, una malattia sempre presente nelle nostre società dove il non senso, le menzogne e assurdità assortite sono la costante che ci arriva dalla voce del padrone narrante da ogni schermo.
E così ci rimette sempre l’ultima ruota del carro cioè il cittadino, che senza alcuna consapevolezza, formazione e informazione valida a cui attingere, non può che correre ancora più all’impazzata nella ruota del criceto per guadagnare maggiormente e pagare i costi che crescono. Il tutto fino al suo sfinimento e schianto, anch'esso previsto. Dietro lui o lei c’è una fila lunghissima di altri criceti di colori diversi, giovani, affamati e aitanti come lo eravamo noi quando ci siamo sparsi per tutto il mondo. Criceti multiculturali che sono pronti a sostituire nella ruota chi cede e a fare la gioia di chi ci vende di tutto, costi quel che costi.
Ora più che mai quindi, se non si vuole schiattare dentro la ruota, all’aumento dei prezzi vero o fittizio che sia si deve rispondere con il rafforzamento della comunità, la collaborazione, la costruzione di progetti collettivi di reciproco aiuto, la diminuzione di tutte le spese attraverso l’autoproduzione, il risparmio, il riuso, la riparazione, il riciclo e l’eliminazione di qualsiasi spreco.
Tutto ciò non può che fare bene al nostro portafoglio, alle nostre relazioni e alla nostra qualità della vita, con buona pace di commercianti senza scrupoli, politicanti e affini.