Chi di turismo ferisce, di turismo perisce

Leo Hickman scrisse nel 2007 il bellissimo libro "Ultima chiamata", dove descrive l’industria del turismo come una delle più devastanti del pianeta; la situazione era gravissima allora, figuriamoci adesso.

Chi di turismo ferisce, di turismo perisce

Leo Hickman scrisse nel 2007 il bellissimo libro Ultima chiamata, dove descrive l’industria del turismo come una delle più devastanti del pianeta; la situazione era gravissima allora, figuriamoci adesso. Come uno dei tanti esempi in merito, forse a qualcuno sarà capitato di andare in posti come il sud della Spagna e passare fra le varie città costiere come Marbella, Torremolinos, Malaga, ecc.
Luoghi stuprati per sempre da palazzoni di cemento costruiti a pochi metri dal mare, direttamente sulle spiagge... Posti che come tanti altri sono enclave straniere per quanto è forte la presenza turistica, con addirittura negozi e insegne nelle varie lingue dei paesi del nord Europa, che ne hanno fatto le loro mini colonie. Pieni l’estate e pieni l’inverno dei pensionati che, invece del grigiore delle varie Germanie, Danimarche, Inghilterre, Olande, Svezie, ecc, svernano da gran signori in questi posti. E che dire delle tante Rimini del mondo, luoghi costruiti per il turismo come se fosse la cosa più normale da fare per una città, con chilometri e chilometri di alberghi, hotel, ristoranti, discoteche, acquapark, divertimentifici senza soluzione di continuità. Un bellissimo panorama, un'ode all’intelligenza umana, alla tutela ambientale e paesaggistica, non c’è che dire...

Ma ovviamente non c’è nulla da eccepire; si sa, di fronte allo sviluppo cioè i soldi, nessuno protesta o si indigna, nessuno prevede o ragiona più in là della sera stessa. Si incassa e si brinda, punto. Però adesso, grazie anche alla lampada di Aladino tascabile che ci vende un essere umano che deve essere una fotocopia in tutto il mondo, tutti devono fare le stesse cose. Tutti devono venire in vacanza in Europa, tutti devono andare assolutamente a Venezia, Roma, Firenze, Barcellona, Parigi, Londra, ecc, cioè quei posti cool che non possono mancare nello sterminato portafoglio di foto inutili stipate nella memoria del cellulare. Ma quando i "tutti" sono qualche miliardo di persone, perché si parla di Cina, India, Indonesia, Brasile, Messico, ecc, a cui si uniscono americani, russi, canadesi, australiani, ecc. ecco arrivare qualche piccolo problemino di gestione.
Perchè il soldino facile piace e chiunque ha un appartamento in una qualsiasi città appartenente a un paese cool, può diventare un “imprenditore di se stesso” e affittare ai turisti o aprire il miliardesimo ristorante, pizzeria, negozietto.... E così le nostre città sono delle vetrine dove in varie zone del centro non esiste praticamente più vita se non turistica, basti pensare a Venezia vetrina tra le vetrine per eccellenza. Il "turismo cavalletta" avanza inesorabile spazzando via tutto anche con navi da crociera, giganteschi mostri ambulanti di inquinamento e rifiuti, che scaricano orde di selfisti che in un giorno visitano città come Roma o Barcellona stabilendo record mondiali di velocità, tanto della città non gli interessa nulla, gli interessa dire che ci sono stati o meglio che l’hanno fotografata con i loro scemofoni da sessanta camere fotografiche l’uno. Ora però c’è chi finalmente protesta perché, guarda caso, ci si è improvvisamente accorti che forse la cosa non è sostenibile. Si vedano infatti le proteste a Barcellona o altre città della Spagna contro l’assalto dei turisti. Ma come, non volete più il soldino del turista? Ormai è troppo tardi, ci potevate pensare prima a un diverso sviluppo del paese, ora è tutto in mano a quelli a cui avete regalato voi le chiavi della città, ora è tutto in mano al profitto, perché se al profitto si delega e concede qualsiasi cosa, il profitto si prende tutto. Pensavate che a un certo punto ci sarebbe stato un limite, uno stop? Ma suvvia non scherziamo; un sistema che si basa sulla crescita infinita in un mondo dalle risorse finite, per sua stessa natura non può fermarsi. Lo farà solo quando avrà distrutto tutto, compreso se stesso come un cancro. Le città vetrine non hanno più alcuna possibilità di rinascita finché delegheranno tutto al profitto, saranno musei pieni di Starbucks, Mcdonald’s, Benetton e tanti negozi simili fotocopia, con Londra pioniera e capostipite in questa specialità. Tutto uguale ovunque, esattamente come si vede dal proprio scemofono nei selfie degli amici che ci mandano le loro foto dalle città cool.
Ormai è troppo tardi, anche perché l’orda cinese, indiana, giapponese, coreana, mongola, uzbeka, pakistana, messicana, russa, ecc, l’avete richiamata voi e non si capisce perché loro non possono fare i turisti così come li abbiamo sempre fatti noi. Che fate i razzisti? I numeri chiusi? Ma no, lasciate arrivare tutti, che diano il colpo di grazia, distruggano anche le ultime vesta di città già morte da tempo asfissiate dall’inquinamento, coperte di cemento, lamiere e rifiuti.
Chissà che non sia la volta buona per dirigersi verso la natura e scoprire che forse vale la pena ritornarci lasciando al loro destino turisti e città shopping fantasma...
 

 

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