di
Paolo Ermani
02-05-2012
Beppe Grillo, il suo blog, le sue affermazioni politicamente scorrette, il Movimento 5 Stelle vengono spesso duramente contestati dai partiti, ma anche da media e cittadini. E se l'accanimento istituzionale fosse guidato dalla voglia di proteggere i privilegi che ancora caratterizzano la classe politica e mediatica attuali? Paolo Ermani se lo chiede, all'indomani delle polemiche scatenate dalle ultime forti affermazioni di Grillo sui partiti e la mafia.
Premetto che il mio non è uno schierarmi politicamente e non entro nel merito del suo programma elettorale o delle sue affermazioni ma semplicemente vorrei fare alcune considerazioni su Grillo di cui si sente molto parlare ultimamente e di quello che rappresenta.
I modi di Grillo possono non piacere, così come le cose che dice ma è indubbio che un tale livore soprattutto istituzionale contro una persona a cui si sta dicendo di tutto, inizia ad essere assai sospetto.
Perché tutti i politici, le televisioni, i 'commentatori ufficiali' ce l’hanno così tanto con lui?
A differenza di tante altre persone ricche, Grillo usa i suoi soldi per iniziative e azioni che ritiene giuste e meritevoli. Si può discutere all’infinito se ciò sia bene o male ma è un dato di fatto che molte delle sue innumerevoli campagne ambientaliste e non, sono battaglie fondamentali di civiltà. Si pensi a tutto quello che ha fatto contro gli inceneritori o anche solo per l’accertamento della verità su persone che sono state pestate e uccise in carcere. Non sarà che queste innumerevoli campagne danno fastidio a troppe persone e media che hanno enormi interessi consolidati?
Quali risvolti positivi ci sarebbero se altre 10 o 20 persone ricche e visibili come Grillo iniziassero a fare quello che ha fatto lui? Non sarà che chi lo critica fra coloro che appartengono alla sua classe cioè quella ricca, si sente in difetto perché i tanti soldi che ha non li dedica di certo a cause nobili con così tanto impegno, convinzione e perseveranza?
Grillo non si candida da nessuna parte e manda avanti persone del tutto sconosciute (non perché sono sue escort) e questo per i partiti o per chiunque faccia politica in maniera tradizionale, è inaccettabile. La politica istituzionale, lo sappiamo, è dei professionisti, dei demagoghi, degli imbonitori, degli intellettuali, dei leader, di coloro che hanno carisma, di quelli che bucano lo schermo, di quelli che soprattutto sanno abbindolare il prossimo, garanzia pressoché assoluta di una fulgida carriera parlamentare.
Per i politici di professione è quindi inconcepibile e destabilizzante che una persona che buca lo schermo, un leader, uno che ha carisma, preferisca mandare avanti lo studente piuttosto che entrare lui trionfalmente in parlamento come potrebbe tranquillamente fare e se lo facesse avrebbe forse ancora più consenso di quello che ha attualmente.
Ridurre i contenuti di Grillo al fatto che dice le parolacce, significa nascondersi dietro ad un dito, oppure è solo paura che passi il messaggio che possiamo fare a meno dei politici di professione, della televisione, dei veri buffoni di corte e che nonostante tutto invece la realtà si può ancora cambiare e la possiamo cambiare noi.
Purtroppo molti, troppi usano Grillo e il suo blog come 'sfogatoio' per prendersela contro tutto e tutti e prendersela contro tutto e tutti continuamente, non porta lontano. Bisogna saper costruire, non solo arrabbiarsi.
Come gli ho sentito dire ad un suo intervento pubblico, Grillo afferma che le persone si devono mettere in gioco, qualcosa devono rischiare, devono prendere in mano la loro vita, il loro destino. Discorsi, questi, che mai si ascoltano da un qualsiasi politico al quale delle persone interessa il voto, di sicuro non che prendano in mano il proprio destino. Poi che il proprio destino lo si cambi attraverso il Movimento 5 Stelle o in altro modo, è tutto da verificare ma l’importanza del messaggio rimane la stessa.
Bisogna mettersi in gioco, saper costruire ed è quella la vera sfida da vincere, a prescindere da chi si voterà e se si voterà.
Vedere poi che i Santoro, le Gruber implorano Grillo e si arrabbiano perché non gli dà ascolto, è un piacere non da poco. Coloro che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo, che si credono 'dei in terra', ai quali nessuno può osare dire 'no', improvvisamente diventano piccoli piccoli e imploranti.
Coloro che dall’altissimo del loro potere mediatico pensavano che chiunque andasse a sedersi alla loro tavola, si sentono persi perché c’è qualcuno che se ne frega di quel potere. Grillo è stato parte di quel sistema, certo, è nato in quel sistema ma il suo rifiuto ha una notevole valenza simbolica.
Si può fare a meno di sedersi a quella tavola, di quelle persone e di quel potere. Ne può fare a meno Grillo, ne possiamo fare a meno tutti noi.
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