All’alba del 3 dicembre le forze speciali presenti sull’isola hanno iniziato un’azione di sgombero di un terreno occupato dalla famiglia Tuko Tuki nel centro civico della città di Hanga Roa. Al momento dello sgombero Claudio Tuki Hito, leader della famiglia, ha mostrato ai 45 poliziotti armati una notifica fatta allo Stato cileno dalla Commissione interamericana per i diritti umani nella quale si accertava il loro diritto di abitare le loro terre ancestrali, prima occupate dagli uffici della Segreteria di giustizia. Il documento non è valso a respingere la carica dei militari. Con l’incalzare delle azioni di polizia ai danni della famiglia altri rapanui hanno tentato di rispondere alle violenze con pietre e bastoni nel tentativo di riappropriarsi del terreno. Molti sono stati i feriti gravi tra cui Leviante Araki, Presidente del Parlamento di Rapa Nui, sbattuto a terra e strangolato in barba alla sua carica istituzionale. La violenza si è poi spostata nelle strade lungo le quali le forze speciali hanno iniziato a bruciare tutte le bandiere di Rapa Nui seguendo la stessa identica dinamica attuata in settembre quando con le stesse modalità avevano sgomberato l’Hotel Hanga Roa. La portavoce della famiglia Hito, Marisol Hito, sostiene che l’operazione di sgombero e le violenze conseguenti siano direttamente commissionate dal Ministero degli Interni tenuto da Rodrigo Hinzpeter; cosa peraltro confermata dalle ripetute denunce che i rapanui hanno inoltrato alla Commissione per i diritti umani della Camera dei Deputati (il Presidente stesso, Hugo Gutierrez ha additato come “fatto gravissimo” quello che è successo sull’isola).
La violenza del Cile contro gli abitanti dell'Isola di Pasqua
di
Romina Arena
09-12-2010
La notizia dell'incendio nel carcere San Miguel, a Santiago, che ha provocato la morte di 83 detenuti ha fatto ieri il giro del mondo. Ma noi vi raccontiamo un'altra storia cilena. Quella accaduta solo qualche giorno prima sull’Isola di Pasqua, dove all'alba del 3 dicembre, la polizia del Cile ha attuato una violenta operazione di sgombero delle famiglie di indigeni che si erano riprese i propri territori ancestrali.
All’alba del 3 dicembre le forze speciali presenti sull’isola hanno iniziato un’azione di sgombero di un terreno occupato dalla famiglia Tuko Tuki nel centro civico della città di Hanga Roa. Al momento dello sgombero Claudio Tuki Hito, leader della famiglia, ha mostrato ai 45 poliziotti armati una notifica fatta allo Stato cileno dalla Commissione interamericana per i diritti umani nella quale si accertava il loro diritto di abitare le loro terre ancestrali, prima occupate dagli uffici della Segreteria di giustizia. Il documento non è valso a respingere la carica dei militari. Con l’incalzare delle azioni di polizia ai danni della famiglia altri rapanui hanno tentato di rispondere alle violenze con pietre e bastoni nel tentativo di riappropriarsi del terreno. Molti sono stati i feriti gravi tra cui Leviante Araki, Presidente del Parlamento di Rapa Nui, sbattuto a terra e strangolato in barba alla sua carica istituzionale. La violenza si è poi spostata nelle strade lungo le quali le forze speciali hanno iniziato a bruciare tutte le bandiere di Rapa Nui seguendo la stessa identica dinamica attuata in settembre quando con le stesse modalità avevano sgomberato l’Hotel Hanga Roa. La portavoce della famiglia Hito, Marisol Hito, sostiene che l’operazione di sgombero e le violenze conseguenti siano direttamente commissionate dal Ministero degli Interni tenuto da Rodrigo Hinzpeter; cosa peraltro confermata dalle ripetute denunce che i rapanui hanno inoltrato alla Commissione per i diritti umani della Camera dei Deputati (il Presidente stesso, Hugo Gutierrez ha additato come “fatto gravissimo” quello che è successo sull’isola).