di
Alessandra Profilio
11-05-2012
Frenare il consumo di nuovo territorio puntando alla riqualificazione degli edifici già costruiti. Questi gli obiettivi con cui il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) ha reso noto il proprio Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile.
Frenare il consumo di nuovo territorio puntando alla riqualificazione degli edifici già costruiti. Questi gli obiettivi con cui il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) ha reso noto il proprio Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile promosso tra gli altri da ANCI, Regioni, ANCE e Legambiente.
Secondo il Cnappc è necessario ridare efficienza, sicurezza e vivibilità alle cento città italiane che ospitano il 67% della popolazione, oltre a rappresentare il principale patrimonio culturale e produttivo del Paese.
Come ha spiegato Leopoldo Freyrie, presidente del Cnappc, la rigenerazione delle nostre città è l’obiettivo del programma RI.U.SO., iniziativa lanciata da Cnappc, Ance e Legambiente, per la riqualificazione del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori la rigenerazione delle aree urbane deve essere perseguita tramite una strategia nazionale che garantisca standard di qualità, bassi costi, minimo impatto ambientale e risparmio energetico.
Messa in sicurezza, manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e privato, drastica riduzione dei consumi energetici ed idrici degli edifici, valorizzazione degli spazi pubblici, salvaguardia dei centri storici, tutela del verde urbano, razionalizzazione della mobilità urbana e del ciclo dei rifiuti. Questi gli obiettivi per i quali il Cnappc propone di attivare politiche ambientali e strumenti urbanistici e finanziari.
Secondo il Cnappc è oggi più che mai urgente una riforma urbanistica in grado di contenere i consumi energetici, ridare dignità alle periferie e affrontare l'emergenza sismica e geologica. Nelle zone a rischio sismico risiedono infatti oltre 24 milioni di persone, mentre altri 6 milioni convivono con il rischio idrogeologico.
A tal proposito, da un rapporto diffuso dal Cresme (Centro di ricerche economiche, sociali e di mercato per l’edilizia e il territorio), emerge una preoccupante mancanza di consapevolezza da parte dei cittadini circa lo stato effettivo delle proprie costruzioni: tra coloro che abitano in una zona sismica, ad esempio, la maggior parte crede di vivere in un’abitazione costruita secondo criteri antisismici. Al contrario, soltanto una scarsa percentuale delle abitazioni costruite in zone a rischio di terremoto dispone di misure in grado di garantirne la stabilità.
Al fine di aumentare la consapevolezza dei cittadini, il Consiglio nazionale degli architetti ha dunque pensato di mettere a disposizione una app gratuita per smartphone, funzionale a verificare le condizioni della propria abitazione.
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