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La settimana scorsa, Eurogroup for Animals ha lanciato la campagna Clone Free Food (liberi dal cibo clonato) per sensibilizzare i consumatori sulle questioni legate alla clonazione dei cibi. Firmando l'appello on line, noi cittadini europei possiamo ribadire alla Commissione europea e al Consiglio europeo la nostra opposizione all'uso della clonazione per la produzione alimentare in Europa.
Eurogroup for Animals è una federazione di organizzazioni europee che si battono per tutelare gli animali; si impegna da oltre trenta anni affinché il benessere degli animali sia preso in considerazione in tutti i settori della politica europea e controlla che le leggi europee progettate per proteggere gli animali vengano adottate e applicate.
L'ultima campagna promossa dalla federazione si chiama Clone Free Food per incoraggiare i cittadini europei, i politici, le aziende, i produttori alimentari, i rivenditori a firmare la dichiarazione per bandire la carne clonata dalle nostre tavole, per porre fine quindi all'uso della clonazione per la produzione alimentare in Europa.
La prima firmataria è stata l'eurodeputato e relatrice per il Parlamento sulla legislazione per i nuovi alimenti Kartika Liotard, la quale nell'ultimo Meeting Generale annuale dell'Eurogroup ha affermato: “È una vergogna che ai cittadini europei, senza saperlo e contro la loro volontà, vengano serviti o venduti alimenti clonati. La Commissione deve agire, rispettare la volontà dei cittadini e difendere il benessere degli animali in Europa. Invitiamo il maggior numero possibile di persone, e organizzazioni, a firmare l' appello, condividendo con gli amici, la famiglia, i colleghi le informazioni che abbiamo sulla clonazione”.
Il 77% dei consumatori europei, secondo il sondaggio dell'Eurobarometro, rifiuta i cibi clonati. Di seguito quanto emerso da uno studio condotto su 25.000 persone scelte a caso da tutti i 27 Stati membri dell'UE nel luglio del 2008:
- il 58% dei cittadini europei non è disposto ad accettare la clonazione animale per la produzione alimentare; - tre quarti dei cittadini testati rifiuta la clonazione animale per motivi etici; - il 69% pensa che gli animali verrebbero trattati come merce nella clonazione; - la maggior parte dei soggetti non comprerebbe carne o latte di animali clonati; -l'83% afferma che nelle etichette dovrebbe essere obbligatoria la tracciabilità dei prodotti alimentari derivanti da cloni o da discendenti di cloni.
La clonazione animale consiste nel realizzare una copia di un animale uguale all'originale; la clonazione replica la struttura genetica dell'animale da cui è stata prelevata la cellula per riprodurre il clone (essenzialmente i cloni non sono altro che delle copie che condividono lo stesso corredo genetico).
“La clonazione di animali per uso alimentare è assolutamente immorale e inutile. Siamo convinti che bandire tali prodotti dai nostri mercati sia possibile e in linea con le regole del commercio internazionale. Ciò che manca è la volontà politica e il coraggio di difendere i nostri consumatori, gli animali e di trovare una soluzione concreta”, ha dichiarato Sonja Van Tichelen, direttrice di Eurogroup for Animals.
La clonazione animale è una tecnica immorale sul piano etico. Gli scienziati affermano che la salute e il benessere di una percentuale significativa di animali clonati è seriamente compromessa e la mortalità è notevolmente superiore a quella che si riscontra negli animali riprodotti sessualmente. Nel 2008, la European Food Safety Authority (EFSA) ha adottato un parere scientifico sulle implicazioni della clonazione animale per la sicurezza alimentare, la salute e il benessere animale e l'ambiente (conclusioni e raccomandazioni confermate anche nel 2009 e nel 2010) a seguito di una richiesta di consulenza partita dalla Commissione europea.
Per l'indagine sono stati utilizzati suini e bovini in quanto di queste due specie il comitato scientifico aveva dati adeguati per esprimere un parere; dal risultato sono emerse fondamentali conclusioni, tra cui: “la salute e il benessere di una proporzione significativa di cloni, principalmente durante il periodo giovanile per i bovini e il periodo perinatale (che precede e segue la nascita, ndr) per i suini, sono stati influenzati negativamente, spesso in modo grave e con esito fatale”, ossia gli animali clonati hanno un tasso di mortalità più alto rispetto agli altri, molte gravidanze non giungono a termine e molti di questi animali sono affetti da anomalie dello sviluppo, nascono con deformazioni o non sopravvivono a lungo. L'EFSA, ha anche aggiunto che “la tecnica è in fase di sviluppo e le informazioni sugli animali che sopravvivono per un periodo di tempo significativo sono limitate”.
Anche il Gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (GEE) nel 2008 ha espresso un proprio parere etico sulla clonazione animale per scopi di produzione alimentare, a integrazione dell'inchiesta prettamente scientifica svolta dall'EFSA. Il GEE, nella parte finale del suo parere, dichiara: “considerato l'attuale livello di sofferenza e di problemi di salute delle madri surrogate e degli animali clonati, il GEE esprime i propri dubbi sul fatto che la clonazione animale per scopi alimentari sia eticamente giustificata. L'ulteriore ricerca scientifica chiarirà se questo valga anche per la prole. Attualmente il GEE non vede argomentazioni convincenti per giustificare la produzione di alimenti da cloni e dalla loro prole”.
Si oppongono alla clonazione animale per la produzione alimentare anche organizzazioni internazionali come Scientists for Global Responsibility, Friends of the Earth, Centre for Sustainable Alternatives, European Public Health Alliance, European Farmers Coordination, the International Federation of Organic Agriculture Movements, FARM, Biodynamic Agricultural Association, and Euro Coop, the European Association of Consumer Cooperatives.
Eurogroup for animals, in vista della nuova normativa che la Commissione europea sta preparando, teme che un eventuale blocco della clonazione in Europa, non fermerebbe l'importazione di semi ed embrioni cloni. Nella nuova normativa la Commissione si prefigge di introdurre l'obbligo di etichettatura, per cui sarà compito e responsabilità dei consumatori verificare la tracciabilità del prodotto.
Concludo con uno spunto di riflessione: “Abbiamo bisogno anche della carne e del latte di animali clonati? Non abbiamo già allevamenti intensivi sovraffollati, nei quali giornalmente miliardi di animali in tutto il mondo vengono maltrattati? A chi non si rende conto di cosa accade in un allevamento intensivo, a chi pensa che i maialini scorrazzano felicemente nei prati (come nelle pubblicità televisive), a chi per il gusto del proprio palato chiude gli occhi e si gira dall'altra parte, consiglio di vedere questo video girato da Mercy for Animals nel quale dei maialini vengono torturati dai lavoratori”.
Per sottoscrivere l'appello di Clone Free Food clicca qui
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