di
Alessandra Profilio
01-02-2011
Domenica scorsa è stata per Torino e Milano una giornata senza auto. Il provvedimento del Comune di Milano fa parte di un pacchetto anti-smog previsto alla luce dei dati sull'inquinamento atmosferico di Arpa Lombardia che ha riscontrato per oltre 10 giorni consecutivi concentrazioni di pm10 al di sopra del limite consentito dall'Unione Europea. Ma questo tipo di misure non basta per risolvere il problema dell'inquinamento. A dare una spiegazione scientifica è l'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr.
Domenica scorsa è stata per Torino e Milano una giornata senza auto, la prima del 2011. Nelle due città il blocco del traffico è scattato alle ore 10 per prolungarsi fino alle 18.
Il provvedimento del Comune di Milano fa parte di un pacchetto anti-smog previsto dall'amministrazione guidata da Letizia Moratti alla luce della certificazione dei dati sulla situazione dell'inquinamento atmosferico rilevati da Arpa Lombardia. L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente ha riscontrato infatti per più di dieci giorni consecutivi concentrazioni di pm10 al di sopra del limite consentito dall'Unione Europea.
Da ieri mattina per pulire l'aria di Milano sono state adottate altre misure: la chiusura del centro dalle 7,30 alle 19,30 a tutti i veicoli che normalmente pagano l' Ecopass e l'abbassamento da 20 a 19 gradi delle temperature negli edifici. Tali disposizioni resteranno in vigore finchè per 72 ore di fila le sostanze inquinanti nell'aria non ritorneranno entro le soglie di guardia.
Lo stop al traffico è previsto anche per domenica 6 febbraio, anche se per quel giorno è stato annunciato un blocco più flessibile in fatto di orari e di deroghe.
Fino a che punto, però, tali provvedimenti sono efficaci per ridurre lo smog e quindi tutelare la salute pubblica?
Interpellato sulla situazione di Milano e Torino, il direttore dell'Istituto Inquinamento Atmosferico di Monterotondo del Cnr, Nicola Pirrone, ha affermato che i blocchi del traffico "hanno un valore amministrativo, non quello di proteggere la salute dei cittadini". "Capisco i sindaci che devono tutelarsi per non contabilizzare lo sforamento delle Pm10 – aggiunge Pirrone - ma anche fermando il traffico il problema strutturale resta lo stesso".
Come spiega il direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, infatti, in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli lo stop alle auto può essere anche ininfluente perché può succedere che l'atmosfera si mantenga stagnante e la miscelazione non basti. Nella migliore delle ipotesi, invece, i benefici rimangono confinati nella giornata del blocco perché, anche con la meteorologia a favore, il giorno seguente le emissioni sono le stesse e, se non si agisce sulle fonti, anche la situazione torna ad essere la medesima.
Quale, dunque, la reale soluzione per ridurre in maniera determinante le polveri sottili che avvelenano le città italiane e i loro abitanti? Bisogna agire, sostiene Pirrone, sia sul trasporto merci sia sul traffico privato migliorando il trasporto pubblico e riducendo il parco auto per decongestionare il traffico. Occorrono insomma piani strutturali a medio e lungo termine piuttosto che azioni emergenziali e immediate che, di fatto, non toccano la profondità del problema.
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