di
Coldiretti
24-06-2011
Con una manifestazione di centinaia di agricoltori, la Coldiretti lancia l'allarme per il raccolto nazionale di castagne che si è dimezzato a causa di un 'insetto killer' proveniente dalla Cina. I castagneti, sottolinea l'associazione, contribuiscono alla tutela della biodiversità e alla conservazione del paesaggio rurale.
Il raccolto nazionale di castagne si è ridotto del 50 per cento per colpa di un insetto 'killer' arrivato dalla Cina in Italia dove sta infestando senza trovare resistenza lungo la penisola gli oltre 780mila ettari di bosco di quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’antico albero del pane”.
È la Coldiretti a lanciare l’allarme con una manifestazione di centinaia di agricoltori provenienti da tutte le Regioni produttrici, dalla Campania alla Toscana, dal Lazio alla Calabria, dal Veneto al Piemonte fino alla Lombardia che hanno portato i rami delle piante colpite davanti al Ministero delle Politiche Agricole dove si è riunito il 'Tavolo castanicolo' per affrontare l’emergenza.
Sono a rischio - sottolinea la Coldiretti – 34.160 imprese alla base della filiera castanicola nazionale, che garantisce lavoro a più di centomila occupati nelle diverse attività produttive. Importanti - continua la Coldiretti - sono peraltro i benefici ambientali che i castagneti apportano, attraverso la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, la tutela della biodiversità e la conservazione del paesaggio rurale.
Inoltre è importante e riconosciuto il ruolo dei boschi nel contrastare il cambiamento climatico, tanto che il protocollo di Kyoto riconosce anche a tali colture permanenti, la possibilità per gli stati nazionali di attribuire crediti di carbonio ai produttori, remunerati poi dal mercato, per i benefici ambientali dell’assorbimento dei gas ad effetto serra.
Proprio per gli effetti pubblici dei castagneti è importante che l’emergenza dell’insetto killer sia affrontata sinergicamente da tutte le istituzioni pubbliche e private, con comune senso di responsabilità, evitando che i danni provocati da eventi esterni siano accollati esclusivamente ai castanicoltori. La Coldiretti chiede con il documento consegnato al Ministero delle Politiche Agricole, in occasione del tavolo castanicolo, un piano di lotta al Cinipide del castagno, coordinato a livello nazionale, con uno stanziamento adeguato alla dimensione del problema.
Al fine di rendere più efficace l’azione, occorre sostenere concretamente la lotta biologica, in particolare ricorrendo a lanci di insetti che si sono dimostrati utili antagonisti, non essendo efficace la lotta fitosanitaria in un ambiente particolare come quello del bosco, oltretutto spesso inserito in zone a parco o protette. Occorre peraltro l’aumento dei controlli sul prodotto d’importazione e il rafforzamento delle misure fitosanitarie nazionali, per evitare il verificarsi, ormai troppo frequente, di introduzione nel nostro Paese di insetti e malattie pericolose per le nostre produzioni (dal cinipide del castagno, alla batteriosi del kiwi, dal punteruolo rosso delle palme, alla diabrotica del mais o alla tristezza degli agrumi).
Serve - continua la Coldiretti - la predisposizione di interventi, a livello nazionale, adeguati a porre rimedio al grave stato di emergenza, così come dichiarato dal Decreto del Presidente del Consiglio del 4 giugno 2011 e pubblicato sulla G.U del 13 giugno 2011, per risarcire i gravi danni subiti dai produttori, non solo per l’applicazione delle misure di lotta obbligatoria, ma anche per la perdita di prodotto e di reddito (esonero per 12 mesi dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, attivazione del de minimis, l’individuazione all’interno dei Piani di sviluppo rurale, o altri fondi e programmi pubblici, di specifiche azioni volte a ristorare i produttori dai gravi danni, la predisposizione e l’attivazione di idonee misure creditizie ed una chiara e trasparente indicazione dell’origine del prodotto).
Sul piano comunitario occorre riprendere l’azione per l’inserimento del castagno tra le superfici a frutta in guscio (nocciolo, noce, mandorlo, pistacchio e carrubo), oggetto attualmente di un finanziamento specifico.
Come molti altri parassiti viene dalla Cina anche l’insetto Cinipide galligeno del castagno, che - precisa la Coldiretti - pungendo le gemme per la deposizione delle uova provoca la formazione di galle, cioè ingrossamenti dei tessuti di varie forme e dimensioni, da cui poi sfarfalleranno nell’anno successivo nuovi insetti adulti. Il risultato è il crollo della produzione. Ad essere colpiti in Italia sono - continua la Coldiretti - i boschi di castagno delle diverse regioni, dalla Campania al Lazio, dalla Toscana all’Emilia Romagna ma anche Calabria, Veneto, Piemonte e Lombardia.
Le azioni per contrastare l’insetto parassita sono al momento ancora alla fase di studio e, pertanto, di efficacia limitata. “La convocazione del tavolo castanicolo presso il Ministero delle Politiche Agricole ha un significato molto importante” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “serve un coordinamento nazionale nel piano di lotta all’insetto parassita”.
Nonostante il calo la produzione nazionale delle castagne è di circa 40 milioni di chili che consentono all'Italia di conquistare la leadership nella produzione in Europa non solo in quantità ma anche in qualità grazie a ben quattordici prodotti castanicoli che hanno ottenuto il riconoscimento europeo.
Cinque - conclude la Coldiretti - si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, la Castagna del Monte Amiata Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina di castagne della Lunigiana (Dop), mentre in Veneto sono riconosciuti il Marrone di San Zeno Dop, i Marroni del Monfenera IGP e il Marrone di Combai Igp, in Campania la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp e nel Lazio la Castagna di Vallerano Dop.
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