Il neo presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma ha proposto ancora una volta la riapertura del condono edilizio, che significherebbe un via libera al cemento illegale. “Un’aggressione che ogni anno contribuisce ad amplificare i danni del dissesto idrogeologico”.
Il neo presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma ha proposto ancora una volta la riapertura del condono edilizio, che significherebbe un via libera al cemento illegale. Ci aveva già provato ripetutamente nella scorsa legislatura.
Il movente alla base della richiesta di Nitto Palma è sempre lo stesso: intervenire sulla legge nazionale, prorogando i termini del condono del 2003 per aggirare la legge regionale campana del 2004 che rende insanabili gli immobili abusivi in aree vincolate e impedire le demolizioni disposte dalla magistratura.
“Ci auguriamo che lo fermino anche questa volta”, dichiarano Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, già parlamentari del Pd. “Come suo solito – continuano Della Seta e Ferrante - Nitto Palma usa per giustificare l'idea di una nuova sanatoria il cosiddetto abusivismo di necessità, ma in Campania come in tutta Italia l'abusivismo è quasi tutto speculativo e spesso è gestito direttamente dalle ecomafie”.
“L’abusivismo - sottolineano Della Seta e Ferrante - è una piaga che ha devastato l'ambiente, ha fatto crescere la fragilità del territorio, alimentato l’insicurezza abitativa: sarebbe davvero triste se le forze politiche che negli anni scorsi si sono battute contro ogni ipotesi di condono ora, per quieto vivere nell'epoca delle larghe intese, abbassassero la bandiera della legalità”.
“Sorprende che sia proprio il presidente della commissione Giustizia ad avallare un procedimento che ad ogni annuncio provoca un rifiorire di nuova illegalità – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – con centinaia di nuovi abusi sul territorio”.
“Si tratta – continua Cogliati Dezza - del diciottesimo tentativo da parte del Pdl di riproporre la sanatoria sugli immobili abusivi e francamente sfugge cosa altro deve succedere in Italia prima che la priorità venga spostata sui temi della sicurezza e della cura del territorio e sulla lotta concreta e decisa all’illegalità ambientale. Un’aggressione che ogni anno contribuisce ad amplificare i danni del dissesto idrogeologico e a danneggiare la parte, maggioritaria, dell’economia e della società più onesta e rispettosa delle leggi”.
“Nun ce se crede!– ha dichiarato incredulo il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Veramente ci aspettavamo un esordio diverso. Chiediamo al premier Letta di intervenire rapidamente e spiegare questa dichiarazione di Nitto Palma anche alla luce di quanto espresso pochi giorni fa nel suo discorso al Parlamento dove ricordava doverosamente che ‘abbiamo un impegno alla prevenzione, con un piano di manutenzione contro il dissesto idrogeologico e la lotta all’abusivismo’”.
“Sia immediatamente avviato alla discussione presso la Commissione Ambiente della Camera il Ddl firmato da parlamentari di diversi gruppi (primo firmatario Ermete Realacci) che prevede procedure certe per l’abbattimento delle case costruite illegalmente in Italia dopo il 2003”.
Questa per Legambiente è la vera emergenza, con oltre 258mila immobili abusivi realizzati dopo la scadenza dell’ultimo condono edilizio e non certo la riapertura dei termini di quella sanatoria.
Secondo il rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente, sono almeno 258.000 gli immobili abusivi sorti tra il 2003 e il 2011, per un fatturato complessivo stimato in 18,3 miliardi di euro. Il rapporto riporta inoltre 6.662 infrazioni nel ciclo del cemento solo nel 2011, cioè 18 reati accertati al giorno, e 1964 sequestri effettuati tra immobili e pertinenze. Nelle Regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia si registra inoltre il 45,7% delle infrazioni complessive.
Fonte: Legambiente
Aggiornamento del 21 maggio 2013
Il Pdl ha ritirato l’emendamento che riapriva i termini del condono. L’emendamento, a firma del relatore della commissione Ambiente, il senatore Domenico De Siano del Pdl, proponeva di riaprire, fino al 31 dicembre 2013, i termini del condono edilizio 2003 “in favore di coloro nei confronti dei quali le amministrazioni avevano adottato il provvedimento di diniego sulle domande precedentemente adottate”, ha riferito vicepresidente della commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama e relatore del decreto sulle emergenze, Stefano Esposito.