di
Elisabeth Zoja
19-01-2011
Da novembre l’Università di Kisangani, in Congo, offre il primo master in 'gestione sostenibile dell’ambiente' ad essere tenuto in Africa. Si tratta di un corso interdisciplinare che unifica materie scientifiche e umanistiche nel tentativo di risolvere i problemi ambientali e politici della regione.
Quanti europei penserebbero di fare un master nella Repubblica Democratica del Congo? Probabilmente nessuno, eppure l’idea non è così folle come sembra: dal novembre 2010 l’Università di Kisangani (la terza città del Congo) offre il primo master in ‘gestione sostenibile dell’ambiente’ in Africa. Il corso ospita professori universitari dagli Stati Uniti e da tutta l’Europa e viene appoggiato dall’UE grazie al Center for International Forestry Research.
Tale progetto pilota è sotto la guida del prof. Faustin Toengaho Lokundo, il nuovo rettore dell’Università di Kisangani, una città di dimensione medio-grande che si trova lungo le rive del fiume Congo. L’università statale è la terza maggiore del paese, ma per gli ultimi 10 anni è stata isolata a causa della guerra. Ancora oggi molti edifici della città cadono in pezzi e nelle zone rurali vi è una malnutrizione che uccide soprattutto i bambini.
Rispetto al resto della città, l’Università di Kisangani si è già ripresa: attualmente ospita ben 7.000 studenti. Kisangani resta però un nucleo attorno al quale continuano a crearsi scontri. “La maggior parte, se non tutti i conflitti in corso nella regione, sono legati alle nostre straordinarie risorse: oro, diamanti e legname prezioso che vengono spietatamente sfruttati spesso con la pistola puntata”, spiega il prof. Alphonse Maindo, responsabile della parte umanistica del master.
Il corso è, infatti, interdisciplinare: comprende sia materie sociologiche quali ‘gender studies’ e ‘prevenzione di conflitti’, sia le scienze tradizionali come foresteria, ‘risorse naturali’ e ‘sviluppo sostenibile’. Il master tenta dunque di insegnare a gestire in modo previdente le materie prime della zona, sia nel senso della protezione dell’ambiente, sia per quanto riguarda la pacificazione della regione.
In Congo si trova infatti la più grande foresta tropicale del mondo dopo quella dell’Amazzonia. Questo primato potrebbe però presto venire meno, poiché gli alberi vengono abbattuti giornalmente. “La deforestazione […] attualmente in atto è potenzialmente catastrofica. Vi è uno sfruttamento anarchico delle risorse che, se continua così, avrà conseguenze a lungo termine sull’economia globale”, spiega il prof. Jean-Pierre Maté, coordinatore delle materie di foresteria e di agronomia.
La vicinanza della foresta tropicale non è però l’unico motivo per cui questo master parte proprio da Kisangani: l’iniziativa si è sviluppata qui anche per mettere fine ai conflitti socio-ambientali che interessano la città. Inoltre la zona è ricca di industrie che potrebbero accogliere i venti partecipanti al corso (sui 200 che hanno fatto domanda).
Anche in altri paesi africani, quali l’Uganda e il Senegal, esistono corsi in foresteria e ambiente, ma paradossalmente i migliori corsi di ‘sviluppo sostenibile africano’ si trovano negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi. Questo perché i loro finanziamenti, e dunque la loro attrezzatura, sono imparagonabili a quelli che si possono reperire in Africa.
Il master a Kisangani potrebbe però essere il primo a rompere questa regola. “So quanto siamo fortunati ad avere accesso ai computer e a internet, cosa che gli altri non hanno; inoltre godiamo di un tutoraggio molto personalizzato”, testimonia lo studente Kyale Koy, venuto da Opala nell’est del Congo, una delle zone più danneggiate dalla guerra. “È un corso molto faticoso, ma questi scambi tra studenti e professori del mondo intero, provenienti da ambienti così diversi, l’hanno trasformata in un’esperienza molto stimolante ed emozionante”.
Qual è però l’obiettivo concreto di tale master? Vale a dire, riusciranno venti laureati a salvare il Congo? Innanzitutto se il corso avrà successo saranno ben più di venti: in tal caso il master verrà prolungato e probabilmente accoglierà ogni anno più studenti. Per quel che riguarda il suo obiettivo invece il prof. Alphonse Maindo spiega: “Corsi come questo sono disegnati in modo da infondere un senso di responsabilità, non solo negli studenti, ma in tutti gli abitanti della zona”.