I recenti disastri causati dal maltempo hanno avuto non solo un tragico tributo di vite evitabile (evitabile se si fosse lavorato sulla prevenzione climatica e territoriale) ma anche una notevole serie di disagi dovuti ai distacchi elettrici per migliaia di persone e interi paesi e località sono rimasti isolati. Questo problema non si sarebbe verificato se tutte queste persone fossero state indipendenti energeticamente, infatti la centralizzazione elettrica del nostro sistema di produzione è di una fragilità e insensatezza notevole.
Grandi centrali situate anche a centinaia di chilometri da dove serve l’elettricità, con rendimenti ridicoli e inquinamenti altissimi, inviano corrente in giro per l’Italia che viene redistribuita in un reticolo infinito ai vari utenti. Un sistema più stupido, inefficiente, costoso e pericoloso non poteva essere pensato.
Con questa modalità giurassica, un qualsiasi black out anche lontano migliaia di chilometri può mettere in ginocchio l’intera Italia come tristemente è già successo. Inoltre quando accadono fenomeni atmosferici come quelli recenti (e ne accadranno sempre di più e sempre più violenti), il cosiddetto distributore energetico è incapace di reagire immediatamente poiché travolto dalle richieste di intervento.
Ci sono testimonianze di persone rimaste per più di 24 ore senza elettricità e dove, ai numeri telefonici di segnalazione guasti, le attese di risposta venivano date sui cinque minuti ma anche dopo i quindici minuti di attesa nessuno rispondeva. Quindi non solo il sistema elettrico è rigido ed assurdo ma non ha neanche una capacità veloce di risposta rispetto ai problemi verificatisi.
La vera soluzione a queste situazione è staccarsi dalla rete o rendersi il più possibile indipendenti facendo il vero atto smart (altro che smart grid di cui si parla da anni), ma che ovviamente le grandi multinazionali dell’energia non hanno alcun interesse a perseguire veramente. E la politica, essendo ostaggio di queste multinazionali, difficilmente fa qualcosa per aumentare l’autosufficienza e la relativa sicurezza energetica dei cittadini.
I media poi, a cui i dinosauri energetici elargiscono lauti contratti pubblicitari, di certo non si mettono a criticare aspramente chi dà loro da mangiare. Bisogna quindi agire direttamente diventando indipendenti dal punto di vista elettrico anche creando delle micro reti di piccoli produttori che si scambiano le eccedenze fra di loro. Agendo in questo modo si avrebbero molteplici benefici. Non si rimarrebbe vittima di possibili black out, non si pagherebbero più bollette a nessuno con tanto di balzelli di ogni tipo, si chiuderebbero centrali inefficienti, si ridurrebbe drasticamente l’inquinamento e i soldi spesi per importare combustibili fossili, si diventerebbe più forti nei confronti di chi ci vuole sempre dipendenti da importazioni estere, si farebbe qualcosa di concreto contro l’effetto serra, si darebbe da lavorare a moltissime persone. Con l’abbassarsi repentino dei costi delle energie rinnovabili, ormai essere indipendenti non è più una spesa improponibile e, invece di continuare a comprare auto nuove che generano solo costi, si potrebbe finalmente investire in qualcosa di sensato e utile a se stessi e alla propria famiglia.
In Italia ci sono già esempi virtuosi di indipendenza energetica e uno dei più interessanti è il Parco Energia Rinnovabile in Umbria, una struttura ricettiva di grandi dimensioni che autoproduce non solo il cento per cento della sua energia elettrica in loco attraverso un mix di energie rinnovabili, ma che a livello idrico è alimentato esclusivamente con acqua piovana. Un esempio eccezionale che può essere imitato.
Pensate per un attimo in un sogno bellissimo se lo Stato, invece di buttare soldi nei Centri per l’impiego che non trovano lavoro a quasi nessuno, formasse tecnici (e ce ne sono tanti disoccupati) con l’obiettivo di far raggiungere l’indipendenza energetica degli italiani. In un delirio cosmico, potrebbe poi incentivare e agevolare ditte che lavorano nei settori della salvaguardia dell’ambiente, del risparmio energetico e idrico ed energie rinnovabili. Ci sarebbe da lavorare per milioni di persone per i prossimi cento anni e finalmente si potrebbe dire: ”Padroni dell’energia a casa nostra!”.
Tutto ciò sarebbe nell’interesse proprio degli italiani che dal punto di vista energetico si renderebbero indipendenti da lobby, costi e legami ma forse non è questo che vuole chi in tutti i modi cerca di portare a casa la realizzazione di ogni infrastruttura energetica possibile e immaginabile per strozzarci ancora di più e tenerci sotto il giogo dei fossili energetici.
Ormai tutto viene fatto per “convenienza” ma se una moltitudine di persone agendo direttamente dimostrano che conviene di più essere intelligenti piuttosto che ipocriti, menefreghisti o corrotti, chissà, magari è possibile veramente cambiare in meglio la situazione.
Il 10 e 11 novembre vi aspettiamo proprio al Parco delle Energie Rinnovabili per due giorni di workshop che vi forniranno gli strumenti per una nuova prospettiva di vita: QUI tutte le informazioni su programma e iscrizioni.