Intanto, per i 147 capi di Stato che lavoreranno a Parigi, sono schierati undicimila poliziotti, di cui ottomila alle frontiere. Gli stessi poliziotti che hanno represso chi ha tentato di manifestare domenica a Parigi malgrado i divieti. Ma nel resto del mondo nessuno ha potuto fermare milioni di attivisti e cittadini che hanno marciato per il clima.
Hollande ha annunciato che vuole un accordo ambizioso, non al ribasso. Ma già si sa che non tutti i Paesi sono d’accordo sul fatto che l’intesa possa essere vincolante, nemmeno quelli che inquinano di più come Stati Uniti, Cina e India.
L’obiettivo dell’accordo di Parigi è di limitare il riscaldamento del pianeta di due gradi rispetto alle temperature pre-industriali. Ma le organizzazioni internazionali che si battono per la tutela ambientale affermano che ciò non è sufficiente.
Il dibattito al Parlamento italiano del 26 novembre scorso ha visto le opposizione criticare aspramente l’operato del governo Renzi, accusato di predicare bene e razzolare malissimo.
“Le parole sono un conto, le azioni valgono di più: un governo che investe nelle fonti fossili, che apre alle perforazioni petrolifere che fa crollare del 92 per cento gli investimenti in rinnovabili non è credibile”, ha detto Mirko Busto del M5S a cui ha fatto eco Paolo Grimoldi della Lega Nord: “La risoluzione della maggioranza impegna il governo a ridurre addirittura del 70% le emissioni come obiettivo dell’Ue: ma questo come si concilia con i nuovi termovalorizzatori previsti dallo Sblocca Italia?” E ancora, Samuele Segoni di Alternativa libera: “Nella Stabilità non c’è traccia di finanziamenti organici al contrasto al cambiamento climatico”. L’affondo di Filiberto Zaratti di Sel: “Mi permetta, signor ministro, di chiedere al suo Governo un po’ di coerenza: non si possono dire le cose che lei ci ha detto qui, alcune anche condivisibili, e poi distruggere il mercato dell’energia rinnovabile. Anche il governo Berlusconi, da questo punto di vista, è stato migliore del suo”.
Vedremo cosa uscirà dal summit e vedremo come i leader che oggi sbandierano impegno e determinazione “a muso duro” potranno giustificare gli eventuali, ennesimi, inutili compromessi.
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Intanto a giorni è annunciata l’uscita nei cinema del film documentario “This changes everything”, tratto dal libro di Naomi Klein “Una rivoluzione ci salverà”.
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