di
Alessandra Profilio
06-09-2011
Continua ad aggravarsi la catastrofe umanitaria nel Corno d'Africa, colpito dalla più grave siccità degli ultimi 60 anni, e la carestia si estende nelle regioni meridionali della Somalia. L'Onu ha aggiunto ieri una sesta regione, quella di Bay, nel sud del Paese, all’elenco delle aree dichiarate ufficialmente in stato di carestia.
Continua ad aggravarsi la catastrofe umanitaria nel Corno d'Africa, colpito dalla più grave siccità degli ultimi 60 anni, e la carestia si estende nelle regioni meridionali della Somalia. L'Onu ha aggiunto ieri una sesta regione, quella di Bay, nel sud del Paese, all’elenco delle aree dichiarate ufficialmente in stato di carestia, che adesso interessa praticamente tutta la porzione meridionale della Somalia, compresa la capitale Mogadiscio.
La regione di Bay è controllata dalle milizie islamiche Shabaab, parte delle quali si oppone alla distribuzione degli aiuti alimentari, che non basterebbero comunque. Ad aggravare la situazione somala è infatti l’assenza di un governo stabile con cui coordinare il sistema degli aiuti. Sinora l’unica città dove gli alimenti sono arrivati più o meno regolarmente è Mogadiscio.
Secondo le Nazioni unite, sono almeno 12 milioni le persone esposte al rischio di gravissima denutrizione, di questi, almeno 4 milioni sono in Somalia. Il tasso di malnutrizione tra i bambini ha raggiunto il 58%. Nei paesi confinanti, Kenya, Uganda ed Etiopia la situazione è relativamente sotto controllo. In alcune regioni del nord del Kenya, tuttavia, gli effetti della siccità sono amplificati dall’alto prezzo dei generi alimentari e della benzina. Ogni giorno migliaia di somali tentano di raggiungere, spesso a piedi, i paesi vicini per avere soccorso.
Drammatiche le previsioni delle Nazioni Unite per il futuro: entro la fine dell’anno l’intera parte meridionale del Paese verrà colpita e, in assenza di una risposta adeguata, 750.000 persone moriranno, secondo il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’ONU.
Lo stato di carestia viene dichiarato quando almeno il 20 per cento delle famiglie viene colpito da una grave penuria alimentare, mentre il 30 per cento della popolazione soffre uno stato di grave malnutrizione portando il tasso di mortalità quotidiano a 2 persone su 10 mila.
“Se il livello di risposta attuale alla crisi umanitaria continua così - avverte il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’Onu (Fsnau) - la fame avanzerà ancora nei prossimi quattro mesi”. Gli aiuti internazionali sono infatti insufficienti a coprire i bisogni della popolazione e vi sono inoltre grandi difficoltà nella consegna degli aiuti a causa della mancanza di un governo centrale e della situazione caotica in molte province.
Al momento le agenzie Onu e le Ong impegnate nell’assistenza umanitaria hanno raccolto 1,46 miliardi di dollari, almeno un miliardo di meno di quanto stimato per un intervento efficace.