di
Andrea Boretti
15-11-2010
Il territorio di Cantello, paese a pochi passi dal confine con la Svizzera e famoso per la coltura dell’asparago bianco, rischia di essere danneggiato dalla costruzione di un'autostrada. Oltre a deturpare l’ambiente, la realizzazione della Pedemontana comprometterebbe anche la sopravvivenza di 5 aziende agricole.
Boschi, torrenti e campi di asparago. Questo è Cantello, un paese a pochi passi dalla frontiera con la Svizzera minacciato dall'ennesima 'grande' opera: la Pedemontana.
Il progetto, promosso anche dal Presidente della Provincia di Varese Davide Galli, prevede di collegare, partendo da Malpensa, Varese a Como passando dal Canton Ticino. I lavori previsti sono destinati a mutare per sempre il territorio che attraverseranno e in particolare proprio Cantello e la Valle della Bevera al punto che i cittadini di Cantello, intervistati nell'ambito di un reportage della RSI, dichiarano: "Tanto vale che ci buttino una bomba atomica, almeno la facciamo finita".
Cantello è storicamente famosa soprattutto per la coltura dell'asparago bianco che era però scomparsa fino a una decina di anni fa quando venne rilanciata dalla passione di un cittadino del luogo, Franco Catella, che è riuscito a fare degli asparagi di Cantello un vero e proprio brand conosciuto anche a livello internazionale. Da allora, infatti, altre aziende agricole della zona si sono buttate nello stesso business e il giro d'affari legato all'asparago è diventato fondamentale non solo per chi gli asparagi li produce ma anche, ad esempio, per chi li cucina come i diversi ristoranti che almeno 3 mesi l'anno sopravvivono soprattutto di questo prodotto.
Ora tutto questo rischia di finire per un'autostrada che dovrebbe attraversare proprio la piana dove vengono oggi coltivati gli asparagi, il che significherebbe per ben 5 aziende agricole e per tutto l'indotto una chiusura senza discussioni. Il paradosso è che un'autostrada che colleghi Varese alla Svizzera già c'è, ma ovviamente non basta al Presidente della Provincia di Varese che non solo vuole andare in Svizzera senza passare dalla frontiera, ma vede in questo progetto la possibilità di collegare Varese al San Gottardo e, da lì, al resto d'Europa.
Ma anche in Svizzera il progetto non piace. Per gli abitanti del Mendrisiotto sarebbe come dare un pezzo del Canton Ticino all'Italia, oltre che subire il passaggio di traffico molesto ed esclusivamente di transito.
Non bastasse la Pedemontana, i grandi assi di comunicazione varesini verso la Svizzera verranno poi completati dalla nuova ferrovia Arcisate-Stabio, un'opera anch'essa che sta generando non poche polemiche. Anche qui un'alternativa già esistente c'era ed era rappresentata dalla vecchia linea Varese-Mendrisio in uso fino alla fine della seconda guerra mondiale e quindi dismessa. Questa linea è da qualche anno parzialmente utilizzata come attrazione turistica ma gli stessi esercenti pensano sarebbe stata la scelta ideale e sicuramente meno costosa di una Arcisate-Stabio totalmente nuova e totalmente da fare.
Lo scempio del territorio quindi continua. Si costruisce ovunque e in qualunque modo. È il costruire per il costruire: nuove case, nuove strade, nuove discariche, nuove cave. Ci sono progetti per tutti i gusti in questa parte di Italia, mai però che si tenti di recuperare qualcosa di esistente mai che si lavori in armonia con l'ambiente che ci circonda. Ormai neanche la paura di perdere i voti dei cittadini può fermare la politica - che concede le autorizzazioni - che pare non interessarsi della chiusura delle fabbriche di asparagi di Cantello né dell'ennesima cava che mangerà altro bosco e farà sparire cervi e caprioli. La politica pare invece dedicarsi con molta attenzione alla creazione di opere invasive e spesso per niente fondamentali.