Crollo del ponte Morandi: disastri e soldi, l’italiano é una slot machine che paga sempre

L’Italia ha le autostrade più care d’Europa, abbiamo una pressione fiscale altissima, si pagano tasse, balzelli, bolli per ogni respiro e con tutti i soldi che si prendono Stato e privati dovremmo avere le strade lastricate d’oro ed essere la nazione più organizzata ed efficiente del mondo. Invece...

Crollo del ponte Morandi: disastri e soldi, l’italiano é una slot machine che paga sempre

Invece il nostro paese è a pezzi e non passa giorno senza qualche disastro evitabilissimo. In Germania, che in quanto a servizi e organizzazione è di sicuro messa meglio dell’Italia, le autostrade nemmeno si pagano.

Ma come mai questo accade? Da un lato si chiede continuamente ai privati e al mercato di intervenire, di investire nel nostro paese perché si crede alla storia che i privati fanno funzionare tutto meglio. Questo mito è stato sfatato ovunque nel mondo e, soprattutto se il privato è una multinazionale, qualsiasi intervento faccia è come mettere Dracula a capo della Croce Rossa. 

Il privato, la multinazionale ha come ragione d’essere il profitto e i dividendi per gli azionisti, di tutto il resto gli interessa assai meno di zero. Sicurezza, incolumità delle persone, protezione ambientale, sono tutti costi che devono essere o eliminati o ridotti all’osso per poter avere i maggiori profitti possibile.

Le multinazionali stanno devastando il mondo, spargono cancri ovunque così come ha dimostrato per l’ennesima volta la recente vicenda della Monsanto e agiscono in questo modo solo perché, avendo un potere immenso, possono fare quello che vogliono: pressioni sui governi, comprarsi i media, reprimere chiunque.

Oggi si parla di Benetton che in quanto gestore della rete autostradale e quindi del ponte crollato a Genova, viene giustamente messo sotto accusa, ma da anni Benetton ha scacciato popolazioni indigene in Patagonia per fare pascolare le sue belle pecore con cui poi fare i maglioncini che tutti comprano e che danno lustro al Made in Italy. Ma delle popolazioni indigene lontane, interessa a ben pochi. Però se cade un ponte a casa nostra e muoiono tante persone, improvvisamente si capisce il vero volto di questi personaggi che non hanno nessun altro obiettivo che il guadagno.

Ma lo Stato è meglio dei vampiri?  Con tutti i soldi che lo Stato ha buttato nelle grandi, medie e piccole opere inutili e dannose, ci rimettevamo in sicurezza tutto il sistema stradale e ci rimanevano pure dei soldi per fare una rete ferroviaria degna di questo nome che arrivando capillarmente ovunque  sposterebbe davvero il famoso traffico di persone e merci su rotaia anziché su strada. Ma poi gli Agnelli, e mille altri privati che devono comprarsi ville e piscine, mangiano di meno; e allora? E allora non si può fare. E poi se vuoi le merci il giorno dopo a casa tua attraverso il favoloso e-commerce, ci devono essere degli schiavi che te le impacchettano al volo e le mettono su Tir che a tutta velocità arrivano da te. Ma il Tir per guadagnare deve caricare più merci possibili e quindi i TIR sono sempre più pesanti e sempre più grandi (i ponti invece sono sempre gli stessi costruiti decenni fa dove i pesi degli automezzi erano ben altri) e se la ditta che gestisce il Tir deve guadagnare, deve prendere autisti anche stranieri che lavorino al minor costo possibile e magari guidando anche oltre l’orario stabilito per legge e tutto questo perché le ditte devono battere la concorrenza e tu devi avere il tuo bel pacchettino con l’I-phone numero 3657 il giorno dopo dell’ordine a casa tua.

Se così non fosse, si fermerebbe la ruota, il mercato e così via. Quindi non si può fare, perché si è dentro alla spirale del profitto e della concorrenza dove chi è più veloce e ha meno costi, vince. E chi vince sul mercato, ha sempre ragione ed è esempio da seguire, non importa come ottiene la vittoria. Ma non sarà invece arrivato il momento di favorire privati che come primo scopo abbiano la tutela ambientale e delle persone e poi il profitto? Impossibile? Allora aspettiamoci altri inevitabili crolli di ponti e tragedie di ogni tipo.

Le migliaia di opere inutili e dannose però hanno fatto mangiare tante persone, non solo i grandi squali. L’Italia da nord a sud è una mangiatoia costante, ovunque cattedrali nel deserto, scempi e opere che gridano vendetta. Archistar pagate a peso d’oro per fare opere oscene, basti un esempio fra gli infiniti presenti in Italia: le campate dei ponti sull’autostrada all’uscita di Reggio Emilia fatte da Calatrava che si vedono anche dalla luna. La gente non se la prende granchè, anzi accetta tranquillamente questi crimini artistici ed economici, però poi gli immigrati bisogna ributtarli in mare, non sia mai che qualche centesimo di euro arrivi a loro. A noi piace tanto farci fregare dalla nostra gente, dai nostri politici e così, silenziosi ed obbedienti ci facciamo tosare come pecore e poi ogni tanto crolla un ponte, salta una fabbrica, affonda una petroliera e così via.

E che dire dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria i cui lavori durano da oltre 50 anni (immagino record universale di durata di costruzione di autostrada); è quindi già vecchia, è costata fino ad oggi la cifra mostruosa di oltre 9 miliardi di euro. Ma come si fa a dire che non ci sono soldi con queste dimostrazioni di totale follia economica?

Se poi oltre ai soldi buttati nelle opere inutili e dannose ci mettiamo anche tutti quelli intascati dalla Casta, con la Lega in primis, facevamo diventare l’Italia un giardino fiorito alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili e con zero disoccupazione. A proposito: Salvini è favorevole alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina ben sapendo che sarebbe pure costruito su territori sismici. Avanti così, buttiamo ancora qualche valanga di soldi in opere inutili e pericolose invece di mettere in sicurezza quello che abbiamo.

Ma quindi le responsabilità di chi sono? Dei politici corrotti? Ma chi li vota? Gli italiani. Dei privati vampiri? Ma chi li mantiene e osanna? Gli italiani. Stato o privati, la musica poco cambia se non si cambiano i valori e gli obiettivi. Tanto volenti o nolenti ci si arriverà. Forse ci si arriverà di disastro in disastro ma alla fine probabilmente si capirà che dall’impiegato, che ha il posto fisso statale magari avuto grazie ad una raccomandazione e non fa il suo dovere e pensa di essere furbo, fino al grande manager, al grande investitore, se non si hanno valori e non si mette al centro la persona e l’ambiente, nulla cambierà, nemmeno una piccola virgola e qualsiasi tentativo di riformare un sistema intrinsecamente marcio, è destinato a fallire. Tutto quello che si fa contro le persone e l’ambiente inevitabilmente poi ci si ritorce contro, inutile fare proclami e vuote promesse o si cambia davvero mentalità e modi di procedere o non ci sarà alcun futuro vivibile.

 

Pensare come le MontagneVoto medio su 5 recensioni: Buono
Ufficio di Scollocamento Voto medio su 4 recensioni: Buono
Solo la Crisi ci può SalvareVoto medio su 1 recensioni: Da non perdere

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.