di
Paolo Ermani
20-11-2013
Ci sono piccole/grandi imprese che meritano una attenzione particolare a testimonianza di come con tenacia, convinzione e capacità si possano realizzare quei sogni che rendono la vita degna di essere vissuta e allo stesso tempo contribuiscono a dare un segnale positivo di cambiamento.
Ci sono piccole/grandi imprese che meritano una attenzione particolare a testimonianza di come con tenacia, convinzione e capacità si possano realizzare quei sogni che rendono la vita degna di essere vissuta e allo stesso tempo contribuiscono a dare un segnale positivo di cambiamento.
Paolo Petralia cuoco vegan, è una di quelle persone che ha creduto nelle sue possibilità, ha portato avanti coerentemente le sue idee e con grande passione, dedizione e talento ha aperto un ristorante esclusivamente vegan a Roma. Ultimamente c’è un revival della cucina e un crescente interesse per ciò che riguarda il vegetarianesimo e il vegan.
Paolo però non si inserisce solo ora in questo filone, bensì parte da assai lontano quando alimentarsi vegan equivaleva a esporsi al rischio di essere additati come persone strambe o diventare scherno per amici e parenti che ridacchiavano sotto i baffi per questi poveri matti che non solo non mangiavano carne(sacrilegio) ma nemmeno alcun prodotto di origine animale.
Poi è arrivata la mucca pazza, la scoperta delle condizioni infernali dove fra atroci sofferenze vengono allevati e uccisi milioni di animali, la deforestazione, le emissioni di gas serra dovute all’allevamento intensivo, le malattie cardiovascolari, le frodi alimentari, i libri, film e documentari di denuncia, tutto ciò ha contribuito a cambiare il panorama e oggi essere vegan o vegetariano non è una cosa così strana. Paolo ha fatto il suo lungo percorso con una dura gavetta che lo ha visto protagonista di catering, cene e pranzi nei centri sociali, lavoro in ristoranti a volte in condizioni improbabili, corsi di cucina in luoghi vari.
Alla sua attività ha aggiunto visite nei ristoranti e locali vegetariani e vegan europei e non, per carpire segreti da usare nella sua cucina che coniuga tradizione e modernità, sapori e influenze di vari paesi con una creatività e varietà di piatti che stupisce perché normalmente si pensa al vegan come ad una cucina povera di soluzioni. E la sua opera è stata immortalata anche in un libro di ricette, in una serie televisiva per il Gambero Rosso e in corsi di cucina vegan svolti addirittura nel tempio della qualità del cibo italiano come Eataly di Roma.
Un curriculum e credenziali di tutto rispetto che ne hanno fatto un cuoco cult nell’ambito vegan e vegetariano. E ora forte di tanta esperienza e apprezzamenti, assieme alla sua compagna Alessandra si accinge ad intraprendere l’ennesima sfida che gli auguriamo di vincere anche questa volta. Buon appetito
https://www.facebook.com/sowhatristorante
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