di
Paolo Merlini
16-06-2011
Continuano i viaggi del nostro esperto di vie traverse che, 'a bordo' della mobilità pubblica, ci accompagna questa volta in Puglia. Da Foggia a Lucera, uno sguardo alle bellezze della Daunia.
Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. Per andare dove, amico? Non lo so, ma dobbiamo andare…
Jack Kerouac, Sulla strada
L’alba di lunedì 3 gennaio mi raggiunge mentre sto uscendo della stazione ferroviaria di Foggia. Alle spalle non ho una notte brava di quelle che poi, come ci ha insegnato Guccini nella Canzone delle Osterie di fuori porta, ti serve “il caffè della stazione per neutralizzare il vino”. Il mio fegato ed i miei polmoni non hanno nostalgia di quei tempi quando affrontavo le notti “lancia in resta” ed in fondo non li rimpiange neanche la mia anima. Molto più semplicemente, mi sono alzato presto e varcata la soglia di casa, sono salito a bordo dell’Espresso 925, che mi ha fatto attraversare una delle notti più buie e lunghe dell’anno.
L’inizio di un nuovo anno, per me che sono arrivato “nel mezzo del cammin di nostra vita”, è necessariamente foriero di bilanci, analisi ed auspici. Per fortuna, il 'viaggiatore incantato' Giuseppe Cederna, dagli auricolari del mio lettore Mp3, mi viene in soccorso declamandomi Itaca di Costantino Kavafis. Come sempre, questa poesia mi dà l’amnistia ricordandomi che il cammino diventa la meta…
Conosco bene la stazione di Foggia. È uno dei cardini geografici dei miei vagabondaggi. In rete trovo conferma del fatto che il fabbricato viaggiatori, cioè l'edificio principale della stazione ferroviaria è opera dell’architetto Roberto Narducci.
L’architetto Narducci, durante il ventennio ma anche dopo, progettò tante stazioni ferroviarie, rifugio di quelli che come me, sono inguaribilmente affetti da dromomania.
Esco fuori sul Piazzale Vittorio Veneto che funge da capolinea per tutte le autolinee. Quando dico tutte, intendo urbane, extraurbane, interregionali, nazionali ed internazionali. Sulla sinistra ci sono le paline delle autolinee locali Ferrovie del Gargano, ACAPT, unitamente a SAPS che cura i collegamenti con Toscana e Umbria. Poi ci sono le paline della Baltour–Ciarrocchi che va in Abruzzo e della Marino Autolinee che collega l’Italia del sud con Francia-Germania e Svizzera.
Quindi abbiamo anche le Autolinee Scoppio che vanno in Sicilia. Da questo lato della piazza partono pure i frequenti bus autostradali per Napoli della CPL. Quasi tutti i biglietti delle autolinee citate possono essere acquistati nell’adiacente biglietteria Metropark che gestisce il parcheggio della stazione.
Attraverso il piazzale e mi trovo a portata del bus stop della A.IR. Autoservizi Irpini. Vicino alla Air fermano i bus della Sita che gestiscono, tra le altre, la linea Foggia–Lucera–Campobasso. Insomma, un tripudio di sensi…
Ogni volta che arrivo qui rifletto sul fatto che ancora oggi la corriera è lo strumento più efficace per addentrarsi nel profondo della provincia Italiana. Non sono venuto qui solo per testare se hanno fatto effetto le cure per la sindrome di Stendhal che mi affligge da sempre. Sono qui di passaggio sulla strada per Lucera.
Il 14 Luglio 2009, dopo 42 anni di chiusura, i treni hanno ripreso a correre sulla linea secondaria Lucera – Foggia. La gestione della linea è affidata alla virtuosa azienda Ferrovie del Gargano, la stessa che gestisce la ferrovia San Severo – Peschici Calenella e che fa un ottimo servizio di trasporto pubblico su gomma in provincia di Foggia ma anche su tratte nazionali.
Il mio nuovissimo treno Foggia – Lucera delle 8.00 mi aspetta al binario 1. È un nuovissimo Flirt. In tasca ho il biglietto di sola andata da 1.30 euro acquistato all’edicola della stazione. La corsa dura 20 minuti nei quali, una volta usciti dal centro città si attraversano ordinati campi coltivati sullo sfondo dei quali troneggia una teoria di pale eoliche, monumento alle fonti d’energia rinnovabili, vera costante di tutta la Daunia che ne è ricoperta.
Solo 20 chilometri di questa magia e si è già a destinazione: la stazione di Lucera. Nuova, pulita, funzionale e ben riscaldata. Fuori della stazione c’è l’urbano per raggiungere la città dentro le mura ma siccome il centro storico è veramente vicino, io lo raggiungo pedibus calcantibus. Trattasi di un chilometro di viale alberato in salita e poi, fuori della Porta Troia, si incrocia il tratto urbano della Statale 17, prossima al suo capolinea cioè Foggia.
Ai lati di Porta Troia, uno storico cartello del Touring Club Italiano mi avvisa del fatto che siamo a 240 m.s.l.m. ed una scolorita targa di marmo mi ricorda che siamo a Piazza del Popolo (già Piazza Principe Umberto). Varco la porta e sono in Corso Manfredi. Lucera ancora sonnecchia ed io mi concedo il lusso di una passeggiata fino alla Fortezza Svevo Angioina, facendo prima una sosta alla Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Dalla Fortezza la vista sulla valle è mozzafiato! Sfortunatamente il lunedì mattina non è possibile visitare il maniero e quindi, speranzoso me ne vado all’Anfiteatro Romano del 1° secolo d.c. che è dall’altra parte del borgo. Ma è chiuso anche quello il lunedì mattina. Poco male, sarà la scusa per ritornare a Lucera. Mi conforta però il passaggio in Piazza della Repubblica dov'è allestito un autentico mercato cittadino con tanto di richiami e 'sfottò' delle contadine dai loro banchi.
Riprendo il treno per Foggia. Sulla strada mi chiama la mia caporedattrice Claudia Bruno: "Come sei a Lucera? E allora vai a Troia e non ti perdere la Cattedrale". Una sbirciata agli orari dei bus, forse ce la faccio.
Grazie Claudia!