Dazi, autosufficienza alimentare, agricoltura leggera e orti autoirriganti

Nel circo della politica uno dei maggiori esponenti mondiali se ne esce quotidianamente con trovate degne del miglior cabaret ed ecco arrivare i dazi, ovvero fare del protezionismo o presunto tale, che servirebbe a rafforzare l’economia dell’impero statunitense...

Dazi, autosufficienza alimentare, agricoltura leggera e orti autoirriganti

Nel circo della politica uno dei maggiori esponenti mondiali se ne esce quotidianamente con trovate degne del miglior cabaret ed ecco arrivare i dazi, ovvero fare del protezionismo o presunto tale, che servirebbe a rafforzare l’economia dell’impero statunitense. Non ci soffermeremo in questa occasione sull’analisi di tali misure, decisamente esilaranti e patetiche che non risolvono nulla, visto che il problema di una economia che necessita della crescita infinita in un pianeta dalle risorse finite è una tragedia e follia di per sé, a prescindere da quali pagliacciate gli si vogliano applicare.
Prendiamo come spunto però questa storia dei dazi per chiederci quali sono le vere alternative e risposte. Qualsiasi persona minimamente ragionevole capirebbe che la reale soluzione è prodursi il più possibile in loco, sia per non dipendere da nessun impero, sia per non sfruttare altri paesi. Ma purtroppo la dipendenza e lo sfruttamento sono le caratteristiche principali delle nostre economie cosiddette avanzate ma che poi sono sostanzialmente rette da sistemi più primitivi, inefficienti e insensati dall’età della pietra a oggi. I nostri paesi sono giganti dai piedi di argilla che al minimo scossone crollano, basta uno sciopero prolungato degli autotrasportatori, una crisi petrolifera o finanziaria e siamo nei guai. Così come siamo totalmente dipendenti da paesi ai quali deprediamo tutto e di cui utilizziamo milioni di schiavi che ci producono le infinite inutili cinafrusaglie da comprare per non essere considerati poveri. Quale sarebbe quindi la prima politica assennata che qualsiasi paese dovrebbe fare? Ovviamente pianificare l’autosufficienza alimentare ed energetica, così da mettersi in sicurezza e ridurre rischi e sfruttamenti altrui. E guarda caso l’Italia ha una fortuna enorme, dato che come clima e terra è letteralmente benedetta da cielo. Siamo il paese del sole dove cresce praticamente di tutto, con una biodiversità fra le più ricche al mondo e con una conoscenza contadina meravigliosa. Ma per poter fare in modo che veramente il processo di emancipazione sia efficace, bisogna uscire dalla tossica narrazione per la quale ogni cosa deve essere merce, in primis il cibo che invece dovrebbe essere garantito a tutti nel mondo ogni giorno. Ma quello che la politica e la finanza non garantiscono, lo garantisce la terra dato che chiunque può coltivare senza necessariamente essere un contadino o agricoltore provetto, che tra l’altro se si va a vedere cosa si insegna negli istituti agrari o nelle facoltà universitarie, si scopre che insegna poco di quello che ha veramente a che fare con la natura, trattandosi soprattutto di gestione imprenditoriale e della chimica con cui inondare i campi, dei trattori e macchinari da utilizzare, business plan, burocrazia e roba simile.
Ecco quindi l’avvento di una nuova/vecchia agricoltura che abbiamo chiamato leggera, perché non usa chimica, utilizza poche o nessuna macchina, non distrugge i terreni e si basa su tre principi basilari più uno: l’autoproduzione, lo scambio, la vendita delle eccedenze e il dono come corollario. Una agricoltura leggera che capovolge la piramide attuale dove al primo posto c’è la vendita, al secondo posto c’è la vendita e al terzo posto ancora la vendita ed è evidente che, se il cibo è una merce, non ci sarà possibilità per nessuna autonomia o autosufficienza.
E all’interno di questa agricoltura, un metodo alla portata di tutti e che si può utilizzare sia in campagna che in città è quello degli orti autoirriganti. Invenzione geniale di Alessandro Ronca, si tratta di un sistema semplice da realizzare, che utilizza poca acqua, che ha bisogno di poco lavoro e quindi conseguentemente senza fatica e schiene spezzate. Un orto che non vuole nessun uomo morto, a prova di pollice nero e realizzabile da chiunque senza bisogno di qualifiche, patentini, copyright, santoni ed esperti che ne elargiscono a caro prezzo i segreti.
L’agricoltura di per sé non è un affare complicato e procacciarci il cibo direttamente è quello che abbiamo sempre fatto dalla nostra apparizione sulla terra, ma con l’avvento del progresso siamo regrediti così tanto che pensiamo che sia una cosa complicata, faticosa e solo alla portata di esperti o a costi e investimenti enormi come sono quelli dell’agricoltura pesante, che alla fine non è nemmeno agricoltura ma solo gestione finanziaria della terra attraverso le banche per le quali non c’è differenza se si producono bombe o grano, l’importante è incassare.
Quindi chi vuole conoscere meglio di cosa si tratta l’agricoltura leggera, per chi vorrebbe iniziare a coltivare anche un micro pezzo di terra e pensa che servano chissà quali soldi o conoscenze, chi è interessato a capire cosa sono gli orti autoirriganti e che rese hanno, è invitato a partecipare al corso che si terrà in Toscana sabato 10 maggio 2025 nel progetto di tutela ambientale di Alba Verde, gestito dall’associazione non profit PAEA dove si potrà toccare con mano l’alternativa alimentare che fa la vera differenza.

QUI il programma completo e le modalità per iscriversi

 

 

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