Arsenico, nel Lazio è 'emergenza' ma non si dicono i Comuni

Per la situazione delle acque potabili nel Lazio il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo 'stato di emergenza'. Così, il Governo italiano risponde alla decisione della Commissione Europea di non concedere la possibilità, richiesta dall'Italia, di derogare temporaneamente ai limiti di legge riguardanti la concentrazione di arsenico nelle acque potabili.

Arsenico, nel Lazio è 'emergenza' ma non si dicono i Comuni
Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla concentrazione di arsenico superiore ai limiti di legge in alcuni comuni della regione Lazio nelle acque destinate all'uso umano. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2011, il decreto della Presidenza del consiglio dei Ministri del 17 dicembre costituisce la risposta del Governo alla decisione della Commissione Europea di non concedere la possibilità richiesta dell'Italia di derogare temporaneamente ai limiti di legge riguardanti la concentrazione di arsenico nelle acque potabili. Tale quantità è limitata attualmente a 10 microgrammi per litro. Il Governo italiano ha richiesto per 128 comuni, di cui 90 solo nel Lazio, una deroga per poter arrivare a 50 microgrammi, ma le istituzioni europee sono disposte a concederne al massimo 20. Secondo l'Unione Europea, che ha adottato questa decisione il 28 ottobre 2010, cifre superiori ai 10 microgrammi di arsenico per litro possono determinare infatti rischi per la salute dei cittadini, sino a causare l'insorgenza del cancro. Dal momento che coinvolge il benessere della popolazione, la questione è senza dubbio di primaria importanza e dunque, in quanto tale, da affrontare con tempestività. Tuttavia, se da una parte la rilevanza del problema è indubbia, dall'altra ci si domanda perché il governo italiano dichiari lo stato d' 'emergenza' (termine che indica una circostanza imprevista) e di conseguenza vari un decreto legge per far fronte ad una situazione che dura già da diversi anni. A suscitare alcuni dubbi è poi anche il contenuto stesso del provvedimento. Infatti, sebbene il decreto affermi che “le Autorità locali competenti dovranno adottare ordinanze contingibili ed urgenti volte alla regolamentazione dell'uso delle acque, con inevitabili gravi disagi per la popolazione interessata”, nel testo non vengono specificati i comuni coinvolti né il nome del commissario straordinario che dovrà gestire l'emergenza. Per il Comitato di difesa dell’acqua pubblica di Aprilia, il problema dell'arsenico negli acquedotti rappresenta l’occasione per chiedere ancora con forza la ripubblicizzazione dell’acqua. La richiesta del comitato è che il Comune si sostituisca al gestore privato [1] per far fronte ad una situazione che comporta gravi rischi di salute pubblica.

1. Dal 2003 il Servizio Idrico Integrato nell’ATO 4 (Lazio Meridionale) è nelle mani del gestore privato Acqualatina S.p.A.

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