di
Alessandra Profilio
08-03-2012
Oltre allo stop agli incentivi per tutti gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, l'articolo 65 del Dl Liberalizzazioni, nella versione approvata al Senato, estende il divieto anche agli impianti sui tetti di potenza maggiore di 200kW in campagna. Ma che senso ha frenare la diffusione dei tetti rinnovabili in area agricola?
Dopo lo stop agli incentivi per tutti gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, l'articolo 65 del Dl Liberalizzazioni, nella versione approvata al Senato, estende il divieto anche agli impianti sui tetti di potenza maggiore di 200kW.
“Perché mettere un limite al fotovoltaico sui tetti in area agricola? Che senso ha frenare la diffusione dei tetti rinnovabili in campagna?”. È quanto si domanda Legambiente che considera il provvedimento dell'esecutivo “assurdo” in quanto discrimina gli agricoltori rispetto a tutti gli altri soggetti proprietari di un tetto, impedendo l'integrazione tra fonti rinnovabili e agricoltura.
D'altra parte, la nuova versione dell'emendamento riapre la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra in area agricola, sia per quelli che hanno già il titolo abilitativo e che hanno due mesi di tempo per realizzare impianti anche di grande taglia e senza limiti, che per progetti che riescono a ottenere il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del Decreto Legge, che hanno ancora 6 mesi di tempo ma devono rispettare alcuni limiti, di dimensione massima di 1 MW e di superficie occupata.
Secondo il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini le associazioni agricole dovrebbero ora far sentire la propria voce per esigere che venga rispettato un giusto diritto, così come hanno fatto le imprese.
A contestare le ripetute modifche del quadro normativo relativo al fotovoltaico sono anche le aziende associate Anie-Gifi secondo cui il futuro del settore rischia di essere compromesso, malgrado costituisca un comparto trainante per l'economia nazionale.
L'associazione torna a lanciare l'allarme sui continui cambiamenti nel quadro normativo relativo al fotovoltaico. Secondo il presidente Natalizia, lo sviluppo del settore rischia di essere compromesso, nonostante il fotovoltaico rappresenti un comparto trainante per l'economia nazionale.
Secondo Valerio Natalizia, presidente dell'associazione Anie-Gifi, l'autoproduzione ed il consumo contestuale di energia elettrica prodotta dagli oltre 280.000 impianti fotovoltaici sulle coperture di edifici e sui tetti residenziali costituiscono infatti “un volano per il rilancio dell’economia nazionale”.
Ecco perché, sostiene Nataliazia, “i continui attacchi al settore fotovoltaico provenienti da diverse fonti non rendono i giusti meriti ad un comparto che contribuisce in maniera determinante all’indipendenza energetica nazionale”.
Secondo i dati forniti da Terna, nel 2011 il fotovoltaico ha coperto il 3% della domanda elettrica nazionale (con un picco del 6% ad agosto 2011) con un incremento rispetto di circa il 400% rispetto al 2010.
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