di
Alessandra Profilio
03-03-2011
Il Consiglio dei Ministri ha dato questa mattina il via libera al decreto legislativo sulle energie rinnovabili. Eliminato il tetto degli 8.000 Mw agli incentivi al fotovoltaico previsto inizialmente nel testo proposto dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. Molte le critiche dalle associazioni che descrivono il provvedimento come pessimo e capace di mettere a rischio l'intero settore.
Dopo il pre-consiglio di ieri, il Consiglio dei Ministri ha dato questa mattina il via libera al decreto legislativo sulle energie rinnovabili. Secondo quanto riferiscono fonti governative, è stato eliminato dal testo approvato oggi il tetto degli 8.000 Mw agli incentivi al fotovoltaico, previsto inizialmente nel testo proposto dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.
Il nuovo testo prevede che, dopo il primo di giugno di quest'anno, verrà emesso di concerto tra ministero dell'Ambiente e ministero dello Sviluppo economico un provvedimento per la creazione/rimodulazione di incentivi e soglie massime per le energie rinnovabili. L'attuale regime di incentivi al fotovoltaico, dunque, resterà in vigore fino a fine maggio.
Alcune novità sono state introdotte anche per quanto riguarda la realizzazione di impianti su terreni agricoli: sarà possibile produrre al massimo 1 MW di energia fotovoltaica e utilizzare per gli impianti di produzione non più del 10% del terreno coltivabile. I tetti stabiliti nel provvedimento corrispondono alla richiesta formulata dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan.
Legambiente commenta positivamente l'eliminazione dal provvedimento del tetto di 8mila Mw per la produzione di energia fotovoltaica, ma sottolinea che ciò non è sufficiente “a salvare centinaia di posti di lavoro e lo sviluppo dell’imprenditoria legata alle energie pulite”.
Eppure, come sostiene il segretario di AssoEnergie Future Gaetano Buglisi, “la stragrande maggioranza degli italiani sa che le rinnovabili sono una delle leve più importanti per il futuro economico, ambientale e occupazionale del nostro Paese”. A dimostrarlo sono le 14.000 persone che hanno risposto all'appello 'Sos rinnovabili', a cui si aggiungono le firme di 65 parlamentari.
Le energie rinnovabili, spiega Buglisi, “sono un settore di innovazione e ricerca e costituiscono una reale speranza di lavoro per migliaia di giovani”. Pertanto la sospensione delle politiche di incentivazione e l'annientamento di tutti gli iter autorizzativi in corso “non solo condanna alla disoccupazione da qui a dicembre di tutti gli operatori del settore oggi impiegati nell'eolico e nel fotovoltaico”, ma allo stesso tempo “chiude anche le prospettive che si stanno aprendo in tutta Italia per una nuova e qualificata occupazione”.
“Se è vero che il Governo intende recepire una direttiva Ue che mira ad aumentare il ricorso alle energie pulite – aggiunge il segretario di AssoEnergie Future - allora rispetterebbe maggiormente le intenzioni europee non approvando nessuna legge”.