La difesa dell’acqua

Da Carlo Carlucci un'analisi post referendaria. Dopo la vittoria dei sì ai quesiti sull'acqua, son tutti pronti ad appropriarsi indebitamente di questo successo.

La difesa dell’acqua
La vittoria sui referendum apre una stagione nuova nella nostra storia (democratica). La cosiddetta opposizione, quella che ha aperto strade e autostrade all’anomalia - non si sa come chiamarla, di B e poi di B&B - immediatamente cavalca il risultato del voto come se fosse una vittoria di Bersani, di Fini, di Casini. Alt. Questi cavalieri che cavalcano un risultato elettorale schiacciante e assolutamente imprevisto, sono tutti legittimi membri di un parlamento che si è auto votato, tanto per cambiare, un ulteriore aumentino di più di l000 euro mensili. Un aumentino che corrisponde alla paga mensile di un lavoro purchessia. In Italia come in Spagna. Ma non dobbiamo essere così meschini e invidiosi. Non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Associare B&B ai Bersani, ai D’Alema, ai Fini. Alt. Prendiamo l’acqua. Non si era fatto in tempo a riprendersi dalla felicità (finalmente) di una vittoria apartitica, autenticamente trasversale, che Rossi, governatore della Toscana, e Cerboni presidente dell’acquedotto del Fiora (le acque dell’Amiata, mons ad meata dei latini) erano pronti a difendere come propria la vittoria referendaria sull’acqua. Ma non basta. Rilanciano subito la palla e propongono come modello da esportare per la 'loro' vittoria il modello toscano come toccasana e rimedio per tutti i mali (della gestione dell’acqua). E il modello toscano dove dal dopoguerra governa il PCI, sfumato via via nel Pd, prevede per la gestione (‘democratica’) dell’acqua la proprietà (e il potere decisionale) a un privato (quell’illibato Monte dei Paschi di Siena, una banca, si fa per dire di sinistra) il 51% delle azioni decisionali, il restante, non decisionale, ai Comuni e Province interessati all’emungimento delle fonti che insistono sui territori loro. Cerboni, il Presidente dell’acquedotto del Fiora, assieme a Rossi difende il modello che di fatto e a tutti gli effetti ‘privatizza’ l’acqua e inneggia alla vittoria referendaria. Facce di bronzo come quella di Scajola tanto per intenderci. Un esempio per tutti. Tre anni fa mentre falciavo l’erba sugli erti pendii di un appezzamento nella valle del Bugnano, d’estate, sorpreso dal silenzio che regnava (era già il secondo o terzo giorno) corro al fiume in basso, il Bugnano appunto, sempre ricco d’acqua (scende in quel di Seggiano dalle pendici del Mons ad Meata, dall’Amiata per intenderci) e scopro che era asciutto. Scomparsi le trote, i gamberi e tutto l’ecosistema che datava, tanto per dare un’idea, dal tempo degli etruschi (e quindi ben oltre). Domando a qualche (rarissimo) agricoltore vicino il perché e il percome di quell’improvvisa secca ma mi trovo il muro (solito) dell’indifferenza e della diffidenza (per uno ‘di fori’). Allora non mi rimane che chiedere spiegazioni in Comune, a Seggiano e lì trovo i risultati dell’equazione: le fonti dell’Amiata delegate a fornire l’apporto idropotabile a Siena erano momentaneamente in difficoltà per la siccità per cui il gestore, l’acquedotto del Fiora, dirottava le sorgenti del Bugnano. Qual era il problema? L’ecosistema scomparso? Pazienza. Per il Comune di Seggiano bastava che ci fosse acqua nei rubinetti delle poche centinaia di residenti. E più non dimandare. Questo è ‘il modello toscano’ che Rossi e Cerboni difendono, avendo ‘vinto’ la battaglia dei referendum. Da non crederci. Il popolo dell’acqua, questa moltitudine di anonimi, di poveri nessuno che hanno deciso di imbarcarsi in una battaglia impossibile e l’hanno vinta (senza virgolette) non si faranno scippare un bene così prezioso, autenticamente di tutti, ‘democraticamente’ di tutti come la ‘sorella acqua’. S.Francesco c’era arrivato prima. Prima del Monte dè Paschi, prima di Cerboni, prima di Rossi. E c’è un’altra cosa che non ci deve sfuggire e non ci sarà scippata. La vittoria apre una pagina assolutamente, radicalmente nuova nella storia del nostro paese. E ci fermiamo qui.

Commenti

l'avidità con cui i potenti della terra stanno utilizzando - a fini propri - le risorse che ancora ci sono, a danno degli altri esseri umani, ha un che di diabolico. Rimanere informati e ribellarsi è l'unica cosa che pacificamente e compattamente possiamo fare.
elena marengo, 29-06-2011 08:29
grazie Elena anche da parte di sorella acqua
carlo carlucci, 29-06-2011 10:29
Il cambiamento! ma quale cambiamento! ricevo qualche tempo fa una fattura di presunto uso di acqua di 180 mc su effettivi 5 e mezzo per un totale di 400 e passa euro!! chiamo e mi dicono che siccome la fattura è scaduta devo assolutamente pagarla e poi mi restituiranno i soldi! Aquedotto del fiora.... che schifo, invece di mettere a posto la cosa vogliono seguire il loro iter "per regolamento" ci sara il giorno in cui verrà fatto il cambiamento solo quando ci faremo rispettare... intanto la fattura non la pago...
Jacopo, 19-07-2011 11:19

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