In merito allo scandalo diossina scoppiato in Germania, Confagricoltura chiede sanzioni severissime per chi non attiva subito la procedura d'allarme prevista dalla normativa dell'Unione Europea. In base alla normativa, infatti, c’è l’obbligo per tutti gli operatori del comparto alimentare e dei mangimi di garantire la rintracciabilità degli alimenti in tutte le fasi della filiera.
Confagricoltura chiede che comportamenti come quelli registratisi in Germania, con l’emergenza diossina, siano sanzionati con estremo rigore: “Occorrono sanzioni severissime, anche penali, per coloro che omettono di lanciare il segnale di allerta rapido come previsto dal regolamento comunitario sulla rintracciabilità 178/2002. La Commissione Europea avvii un approfondimento sull’efficacia e sul potere deterrente delle sanzioni applicate nei diversi Stati membri”. (Attualmente le sanzioni sono solo amministrative e non ingenti. In Italia, ad esempio, variano tra i 2.000 ed i 12.000 euro, mentre quelle per l’aggravante del mancato ritiro del prodotto pericoloso varia tra i 3.000 e i 18.000 euro).
In base alla normativa europea, infatti, c’è l’obbligo per tutti gli operatori del comparto alimentare e dei mangimi di garantire la rintracciabilità degli alimenti in tutte le fasi della filiera 'dalla terra alla tavola' ed è previsto anche un sistema di allerta rapido, che permette di ritirare dal mercato tutti i lotti di prodotto considerati a rischio.
“In Germania - fa presente la Confagricoltura - la contaminazione sarebbe stata scoperta alla fonte già ad aprile del 2010, ma comunicata solo ai primi di dicembre, ovvero ben otto mesi dopo”. Questo perché i costi per attuare la procedura di comunicazione del pericolo sono molto più forti delle sanzioni, infatti, quasi sempre l’autorità sanitaria blocca o limita la produzione aziendale per un certo tempo.
“Il risultato - commenta Confagricoltura - è che le conseguenze dell’emergenza-diossina in Germania sono ricadute prevalentemente sul settore agricolo che, come troppo spesso accade, ne fa le spese incolpevole. Per questo il sistema sanzionatorio deve colpire duramente chi non ottempera immediatamente all’obbligo di comunicazione del problema riscontrato”.
Nel frattempo, dopo Slovacchia e Corea del Sud anche la Cina ha sospeso le importazioni di carne di maiale, uova e loro derivati dalla Germania.
“La vicenda tedesca - avverte Confagricoltura - rischia di incendiare le relazioni commerciali internazionali a danno di tutti i prodotti alimentari europei. È necessario che la Commissione europea intervenga immediatamente per evitare strumentalizzazioni che possono generare misure protezionistiche mascherate da cordone sanitario e per rassicurare i mercati internazionali che la qualità e la salubrità dei prodotti agricoli europei, Italia in primis, è garantita in modo assoluto”.
Confagricoltura
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