di
Daniela Sciarra
14-01-2011
A turbare le scelte di consumo alimentare ci pensano le continue emergenze alimentari, come quella che ora vede in primo piano lo 'scandalo diossina'. Ma bisognerà aspettare il 18 gennaio per sapere se il disegno di legge sull’obbligo dell’etichettatura d’origine potrà finalmente godere dell’approvazione della Camera.
Sono passati solo due anni dall’ultimo scandalo diossina che aveva interessato la carne di maiale irlandese, ma sembra che dagli errori non si impari. A finire sotto inchiesta, infatti, è sempre la carne di maiale, insieme ai mangimi e alle uova.
La società tedesca Harles & Jentzsch, alla fine dello scorso anno, ha ammesso di adulterare i mangimi con residui di olio biodiesel. L’azienda, che sapeva già tutto da marzo, ne ha dato notizia solo a fine 2010, informando il Ministero dell’agricoltura tedesco del fatto che i grassi alimentari contenevano elevati livelli di diossina.
I risultati delle analisi hanno evidenziato che le concentrazioni di diossina nei grassi alimentari sono superiori ai limiti di legge. I controlli continuano ad essere sempre più serrati, tanto che stanno interessando anche i prodotti derivati, come prosciutti, wurstel o salumi, che nel frattempo possono aver raggiunto altri mercati europei.
Il governo tedesco, inizialmente ha accertato la contaminazione in 527 tonnellate di mangimi e 136 mila uova, pochi giorni fa ha provveduto anche all’abbattimento di centinaia di capi di bestiame, dopo aver predisposto la chiusura di 4700 allevamenti di polli e maiali.
Secondo la Coldiretti, il nostro Paese ha importato dalla Germania nei soli primi 9 mesi del 2010 220 milioni di chili di carne suina, in aumento del 12% rispetto al 2009. La Germania è uno dei principali fornitori di latte e derivati con quasi 41 milioni di quintali all'anno in latte e trasformati importati.
Ma il ministro Fazio è stato rassicurante sia sottolineando l’assenza di rischi per la salute dei cittadini italiani - e precisando come la contaminazione da diossina sia stata minima e occorrerebbero alti quantitativi di consumo di carne per parlare di reale pericolo -, sia evidenziando come il sistema dei controlli sia molto fitto e gli stessi parametri sulla diossina molto rigidi.
Tuttavia, per la Coldiretti così come per la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) è arrivato il momento di adottare strumenti certi a tutela del made in Italy, della salute dei consumatori e del reddito agricolo. L’etichettatura d’origine, secondo la Coldiretti, rappresenta uno strumento di rassicurazione importante anche nell’evitare un effetto psicosi nei consumi.
Questa si è già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari: dalla mucca pazza per la carne bovina all’aviaria in quella di pollo, i consumi si sono ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. Ad oggi però l’obbligo di etichettatura, tra i prodotti minacciati dall’emergenza diossina, è in vigore solo per le uova, la carne di pollo, il latte fresco che infatti - rileva la Coldiretti - non hanno risentito di un calo negli acquisti.
Bisognerà aspettare il 18 gennaio per sapere se il disegno di legge sull’obbligo dell’etichettatura d’origine potrà finalmente godere dell’approvazione della Camera, dopo quella già ricevuta a pieni voti dal Senato.