di
Alessandra Profilio
03-10-2011
Mentre un rapporto del Ministero dell'ambiente giapponese rivela le difficoltà di bonifica dei territori interessati dall'incidente nucleare di Fukushima, tracce di plutonio sono state ritrovate nei pressi della disastrata centrale. Il governo nipponico, tuttavia, ha deciso di revocare totalmente lo stato di "zona di evacuazione d'emergenza".
La bonifica dei terreni contaminati in seguito al disastro nucleare di Fukushima potrebbe riguardare un'area più ampia di Tokyo. Lo rivela il rapporto del Ministero dell'Ambiente giapponese cui fa riferimento un articolo pubblicato su The Irish Times.
La rimozione del terriccio contaminato da cesio e da altri elementi radioattivi potrebbe produrre un mucchio di scorie nucleari di quasi 29 milioni di metri cubi, abbastanza per riempire 80 stadi come quello più grande di Tokyo.
Secondo la prima valutazione ufficiale del Ministero dell'Ambiente il lavoro di decontaminazione del peggior incidente nucleare dai tempi di Chernobyl potrebbe estendersi ad un'area di 2.400 km2 nelle 4 prefetture giapponesi più colpite dall'emergenza.
Gli esperti incaricati dal governo hanno spiegato che almeno 5 cm di terreno dovranno essere prelevati per rendere sicuro il territorio. Il processo di decontaminazione riguarderà anche la rimozione delle foglie e dei detriti naturali e del terriccio nei boschi, che coprono il 60-70% per cento della superficie interessata. Un budget di 2,9 miliardi dollari è già stato stanziato per la bonifica.
Nella centrale di Fukushima, nel frattempo, la temperatura all'interno dei reattori 1 e 3 è stabilmente scesa sotto i cento gradi (circa 80 °C) per la prima volta dallo scoppio dell'emergenza. Lo ha annunciato la Tepco che ha spiegato che anche quella del reattore 2 è scesa a 99,4 gradi.
Intanto nel terreno antistante il disastrato impianto nucleare di Fukushima tracce di plutonio sono state rilevate. Il plutonio, ha riferito il governo nipponico, è stato rilevato in sei siti della prefettura, tra cui il villaggio di Iitate, 45 km a nord-ovest della centrale nucleare.
Eppure, malgrado il ritrovamento di questa sostanza tossica oltre che radioattiva, la sera del 30 settembre il governo giapponese ha deciso di revocare totalmente lo stato di “zona di evacuazione d'emergenza” stabilito dopo l'incidente nucleare.