In Italia i casi di morte per soffocamento da ingestione di corpi estranei o cibo stanno diminuendo proprio grazie alle iniziative specifiche di sensibilizzazione e di formazione sulle manovre di Heimlich. Le morti per soffocamento, però, sebbene in diminuzione, restano una realtà da affrontare. Ad essere formati sono soprattutto i genitori, qualche volta gli insegnanti, gli operatori e gli addetti a contatto con i minori presso le scuole. Sono gli adulti, cioè, ad essere coinvolti. Quando si pensa ai progetti di informazione e sensibilizzazione, quindi, non si pensa mai ai diretti interessati: i bambini, soprattutto quelli dai 3 ai 5 anni, in età da scuola materna. Del resto, si ripone spesso poca fiducia in loro, non li si considera sufficientemente “competenti” o si teme di spaventarli o caricarli di responsabilità troppo grandi per la loro età. Nadia Levato, 38 anni, madre di una bambina di 6, è l’ideatrice di un approccio nuovo che, al contrario, ha come protagonisti i bambini. Il suo libro Bobo e Mr Heimlich vuole proporre una piccola rivoluzione su questo delicatissimo argomento.
Puoi presentarti?
Ho 38 anni e per lavoro mi occupo di cooperazione internazionale allo sviluppo. Nel 2011 sono diventata mamma e mi sono appassionata al tema del primo soccorso impegnandomi in prima persona nella diffusione delle manovre salvavita. Amo scrivere e inventare storie, giocare con le parole e usare l’ironia come antidoto allo stress quotidiano.
Bobo e Mister Heimlich (Edizioni Leucotea) è un libro particolare, di cosa parla esattamente?
La storia racconta le avventure di Bobo e Mister Heimlich. Bobo ha tre anni, un visino allegro e occhi vispi pieni di curiosità. Se ne va alla scoperta del mondo completamente ignaro dei piccoli grandi pericoli che si insidiano nella tranquilla quotidianità della sua vita da bambino. Affiancato dalla figura di un simpatico supereroe dei tempi moderni, Mister Heimlich, il cui nome rimanda, chiaramente, all’inventore delle manovre di disostruzione, Bobo troverà per ogni domanda la risposta giusta. Mister Heimlich, pagina dopo pagina, guida Bobo e indirettamente i piccoli lettori alla scoperta delle vie aeree e di tutti i segreti per prevenire incidenti da ostruzione! La struttura narrativa è animata da illustrazioni che raccontano visivamente l’intera vicenda concorrendo, assieme alle rime, al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, che è quello di penetrare nella mente del lettore apportando nuove conoscenze ed informazioni. Le illustrazioni sono in bianco e nero pronte per essere colorate avvicinando ulteriormente i bambini ai contenuti del libro che sono così vissuti in maniera giocosa e spensierata. Il libro è stato scritto per far leva sulla capacità dei bambini di acquisire informazioni importanti e rappresenta il primo lavoro in tale settore. Nessun libro per l’infanzia, ad oggi, affronta tale tematica, eppure le morti per soffocamento, seppure in diminuzione, restano una realtà.
Quando e come hai deciso di affrontare questo argomento?
La mia non è stata una decisione elaborata a tavolino quanto piuttosto una felice intuizione avuta all’uscita di scuola di mia figlia in un pomeriggio di Novembre. Nella sua classe, quel giorno, si era verificato un piccolo incidente, fortunatamente, andato a buon fine. Un bambino aveva inserito dentro ad una narice un bottoncino staccatosi dal grembiule. Era stata proprio mia figlia a raccontarmi inizialmente l’episodio, confermatomi successivamente dal personale scolastico. D’accordo con le maestre e sostenuta da una dirigente attenta alla tematica dell’ostruzione, decidemmo di organizzare un piccolo laboratorio in classe per raccontare ai bambini aneddoti simpatici e filastrocche a tema, utili ad arrivare al nostro scopo! L’idea era quella di renderli più responsabili e competenti rispetto al tema della prevenzione e della sicurezza. E quale modo migliore se non immaginare un super eroe alle prese con un bimbo vivace e ignaro dei piccoli grandi pericoli quotidiani? La prima stesura del libro è avvenuta dunque in pochissimo tempo. Più lungo è stato invece il processo di studio e lavoro che ha preceduto la sperimentazione dei testi. Trattandosi di un argomento particolare e delicato, e soprattutto essendo destinato per la prima volta ai bambini, è stato necessario il coinvolgimento di più figure nella validazione dei contenuti. Ho potuto contare sull’amicizia di diversi professionisti, medici e psicologi, che, dedicandomi la loro preziosa professionalità, mi hanno portato a confezionare un racconto apparentemente semplice, perché destinato all’infanzia, ma estremamente complesso, avendo l’ardire di parlare di vie aeree e ostruzioni ai bambini, sdoganando così anche il tabù per il quale certi argomenti sono loro preclusi.
Com’è stato il primo approccio con i bambini?
Sono entrata in classe in punta di piedi, non facendo altro che giocare con i bambini e raccontando loro una storia divertente, piena di filastrocche e disegni, un po’ come negli anni avevo fatto con mia figlia per trasferirle una serie di nozioni utili a prevenire incidenti spiacevoli. Il risultato è stato sorprendente. Ai bambini è stato somministrato un questionario a tema prima e dopo la lettura di Bobo e Mister Heimlich, che ha confermato le mie convinzioni. I bambini sono competenti! Nessun argomento è loro precluso! Forte di tale risultato, il laboratorio è stato esteso anche ad altre classi dove i bambini avevano un’età variabile tra i 3 ed i 6 anni. Ogni laboratorio è stato emozionante e ricco di soddisfazioni. È probabilmente a quel punto che il mio sogno ha cominciato a prendere forma. Ho cominciato a desiderare che queste storia uscisse dai confini della nostra scuola e ancora da quelli della nostra città, ad immaginare Bobo e Mister Heimlich nella casa di ogni bambino, un libro da leggere magari la sera o nei pomeriggi di pioggia. Insomma sognavo il mio supereroe negli scaffali di camerette colorate accanto a Cenerentola e Biancaneve. Solo la pubblicazione del libro avrebbe potuto fare tanto. A Giungo 2016, grazie alla fiducia accordatami da un editore giovane, la storia ha provato a spiccare il volo. Bobo e Mister Heimlich è stato infatti pubblicato da Edizioni Leucotea.
Qual è l’idea che sta alla base della stesura del libro?
L’idea che ha ispirato la nascita di un racconto destinato ai più piccini matura dalla considerazione che i bambini siano competenti, ovvero in grado di interiorizzare e fare proprio qualunque argomento purché correttamente veicolato e reso fruibile. Il tema della disostruzione e in generale del primo soccorso ha attirato su di sé grande interesse. Le campagne di prevenzione primaria e diffusione delle manovre salvavita sono oramai una realtà consolidata e diffusa sul nostro territorio, ma sono destinate alla popolazione adulta mentre mai nessuno ha pensato di coinvolgere i bambini nei percorsi di prevenzione. Il libro invece, in maniera innovativa e pionieristica, si rivolge proprio ai bambini e con loro intende operare una piccola grande rivoluzione gettando le basi per un cambiamento culturale sul tema del soccorso. Del resto come affermava la Montessori “Se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo”. Il libro utilizza un linguaggio consono alla popolazione infantile e adotta strategie comunicative pensate per non spaventare né turbare in alcun modo il loro delicato equilibrio. L’obiettivo è intervenire sui bambini per fare prevenzione, ma determinare altresì un cambiamento di cultura e prospettiva. Gli adulti mostrano spesso reticenza rispetto al tema delle ostruzioni. Hanno paura, spesso non ne vogliono neppure sentir parlare. I bambini non hanno questo tipo di pregiudizi. Lavorando con loro si gettano realmente le basi per un cambiamento culturale in cui la cultura del primo soccorso è un fatto assodato.
Si possono insegnare direttamente ai bambini le tecniche di disostruzione?
I bambini così piccini possono senza dubbio essere coinvolti nella prevenzione ed avvicinati all’argomento, ma sono gli adulti i destinatari delle manovre di disostruzione. Negli ultimi anni tuttavia i corsi sono stati aperti anche ai ragazzi delle scuole medie ed esiste più di una testimonianza di adolescenti che hanno praticato la manovra su rispettivi compagni salvando delle vite. Spesso gli adulti hanno paura di essere formati ed informati rispetto a questa tematica. Esistono diversi pregiudizi oltre che una scarsa conoscenza del pericolo da soffocamento e dell’utilità delle manovre. Ragazzi e bambini non mostrano tali freni e se formati in adolescenza o nell’infanzia rispetto alla cultura del primo soccorso diverranno certamente adulti consapevoli e attenti. Lavorare sui bambini e in generale sulle nuove generazioni, consente di costruire una società migliore determinando un vero cambiamento culturale nell’approccio alla tematica del soccorso.
A che età ti rivolgi?
Il libro è fruibile dai bambini dai tre fino ai 100 anni e oltre! Battute a parte, il racconto è pensato per bambini dai tre ai sei anni ma di riflesso vuole altresì veicolare un messaggio di informazione ai genitori, alle maestre e a tutti gli adulti che sono a contatto con i bambini sensibilizzandoli su un argomento importante ma, purtroppo, poco conosciuto.
Il libro contiene una sorta di questionario finale. Di che si tratta?
Sono domande a tema e raccolgono le risposte più divertenti fornite dai bambini in fase di sperimentazione e studio dei testi. Le domande sono a primo impatto banali. Come ad esempio: si può mangiare in macchina? La maggior parte dei bambini risponde di sì. Chi da una risposta diversa la motiva con il fatto che il papà o la mamma ne fanno divieto assoluto per evitare di sporcare i sedili! Risposte che fanno sorridere, ma forniscono bene un quadro delle informazioni che i bambini e di conseguenza i genitori o gli educatori hanno.
Quali sono le regole di prevenzione che spesso anche i genitori non conoscono?
Si tende spesso a sottovalutare alcuni comportamenti scorretti dei bambini. Il mangiare in macchina, o il consumare caramelle sull’altalena o sullo scivolo sono solo alcuni esempi di azioni scorrette. Inoltre spesso mancano informazioni sui cibi che statisticamente sono implicati nel soffocamento. I cibi a forma cilindrica somministrati per intero a bambini troppo piccoli possono sottoporre più di altri ai pericoli. Penso all’uva che viene data nelle scuole, la frutta secca e così via. Esiste infine una tendenza a sottovalutare le insidie in casa (monete lasciate su ripiani bassi, bottoni etc) e la sicurezza dei giochi per fasce di età.
Che cosa succede se non si interviene con una manovra di disostruzione in caso di bisogno?
Se ci troviamo davanti ad un’ostruzione totale e non interveniamo rapidamente con la manovra di disostruzione, in poco tempo il bambino andrà in insufficienza respiratoria che porterà all’arresto cardiaco.
Le mense scolastiche tengono conto di queste regole di prevenzione?
Le mense non hanno direttive in tal senso. Diciamo che tutto è demandato alla coscienza delle maestre che seguono i bambini durante i pasti. Sono loro che spesso si trovano a tagliare acini d’uva o sminuzzare parti di carne troppo grandi.
Le manovre di disostruzione sono difficili? E da che età si possono applicare?
No, basta un breve training per acquisirle. Le manovre si eseguono su lattante, bambino e adulto. Chiaramente si tratta di manovre diverse.
Le manovre funzionano sempre?
Hanno una percentuale altissima di successo. La manovra di Heimlich arriva a sfiorare il 98%
Tu hai fatto uno svezzamento senza pappe per bambini. Che cos'è lo svezzamento senza cibo pensato per l'infanzia?
Si, per mia figlia, su consiglio del pediatra, ho seguito l’autosvezzamento. Si tratta di uno svezzamento naturale che rispetta i tempi del bambino senza tappe prefissate, i cibi sono introdotti in maniera graduale e inizialmente sono semplicemente complementari al latte. Ho seguito il metodo di Piermarini e anziché affidarmi a tabelle e omogeneizzati, mi sono affidata al suo libro Io mi svezzo da solo. È stato un percorso bellissimo ed è stato proprio l’autosvezzamento e la paura del soffocamento a portarmi sul terreno delle manovre di disostruzione.
Quanti bambini muoiono ogni anno per soffocamento da cibo o corpo estraneo?
Il dato è di difficile identificazione. Tuttavia essendo diverso dallo zero resta sempre troppo alto. La tendenza comunque è in decrescita, segno che le campagne di sensibilizzazione e prevenzione stanno facendo il loro lavoro.
Chi volesse saperne di più dove può rivolgersi?
Esiste una pagina Facebook dove oltre a reperire informazioni si possono leggere filastrocche e guardare i disegni e i commenti dei piccoli lettori: QUI