A Bolzano sono stati posti dei cuscini rossi che fasciano i lampioni per proteggere le persone che guardando il cellulare ci vanno a sbattere. In Germania hanno installato dei segnali luminosi sull’asfalto come dei semafori per impedire che le persone fisse sui cellulari attraversino la strada e vengano investite come già successo. In Corea del Sud e in Svezia vengono messi dei segnali stradali specifici per i pedoni che usano il cellulare per non distrarsi e in altri paesi ci sono grandi scritte di attenzione sulla strada prima delle strisce pedonali. Sono poi purtroppo tante le vittime di persone che muoiono per farsi dei selfie estremi su bordi di precipizi, in cima a grattacieli e così via. In Italia la guida con il cellulare è così diffusa e scontata che manca solo che venga introdotto un corso di scuola guida apposito. Che questa pratica pericolosissima sia una tra le cause di incidenti mortali o con feriti è qualcosa che all’italiano interessa assai poco. Si guida con il cellulare al volante e chissenefrega, tipica mentalità della penisola e che ci rende famosi in tutto il mondo per il nostro notorio grande rispetto del prossimo. In questa carrellata tragica ci si chiede come si fa ad arrivare a tali livelli di stupidità.
I paladini della tecnologia dicono che di per sé la tecnologia è neutra e che dipende da come la si usa. Un'affermazione del genere non sta in piedi. Basti pensare per esempio alla bomba atomica, alle armi chimiche o alle armi in genere: non si può certo dire che dipende da come le si usa, ovviamente sono nocive e deleterie di per sé. Non esiste nessuna tecnologia neutra, anzi ci sono tecnologie sofisticatissime che agiscono sul nostro cervello e sono sviluppate proprio perché servono precisi interessi e scopi, determinando un’alta percentuale di rimbambimento e gli esempi di cui sopra lo dimostrano.
Il cervello viene condizionato in maniera così pesante che nemmeno ci si accorge di attraversare una strada trafficata. Succede quindi l’esatto contrario di chi afferma che dipende da come si usa la tecnologia e di chi sostiene che l'abbiamo sotto controllo; in realtà è la tecnologia che controlla noi in tutti i sensi, considerando anche i dati che vengono regalati a chi se ne serve attraverso l’uso dei cellulari o dispositivi simili. Ci sono migliaia di professionisti pagati fiori di quattrini dietro al concepimento di questi mezzi di condizionamento delle persone e le pensano tutte affinché tu rimanga inchiodato il più possibile alle loro meraviglie; altro che tecnologia neutra!
La grande attrattiva del cellulare è che permette di avere tutto il mondo nella propria tasca ed è quindi un'arma potentissima a doppio taglio, ancora più potente della televisione che in fatto di rimbambimento è la regina. Apparentemente il cellulare è una meraviglia, grazie a lui possiamo accedere a qualsiasi cosa; ma provate a immaginare un solo cervello alle prese con miliardi di informazioni, comunicazioni, immagini, video da tutto il mondo. Può il cervello sopravvivere? Ovviamente no. Difatti siamo circondati da zombie che non staccano lo sguardo dallo schermo nemmeno per salvarsi la vita.
Ci sono casi di dipendenza dal cellulare che vengono paragonati a quelli delle droghe pesanti. Esperimenti fatti con adolescenti dimostrano che hanno grossi problemi a staccarsi dal cellulare anche solo per qualche ora. Ma come sempre i fan della tecnologia neutra diranno che la colpa è ovviamente dei ragazzi, dei loro genitori, che tutti siamo in grado di limitarci e decidere di spegnere il cellulare o usarlo con parsimonia. Ma se è veramente così semplice, perché questo limitarci non accade e siamo circondati da persone sempre chine sul cellulare?
Ovunque si vada, treno, mezzi pubblici, strade, piazze, locali, case, tantissimi sono alle prese con il "ciuccio elettronico". Addirittura nelle conversazioni con la persona di fronte, si consulta il cellulare, si risponde alle chiamate, come se fosse impossibile resistere e nonostante un comportamento del genere non sia proprio educato e rispettoso del prossimo. Strano che tutto questo accada per una tecnologia considerata neutra e che possiamo gestire a piacimento.
E la dipendenza aumenta perché i cellulari sono sempre più potenti, più veloci, più performanti. Sembrerebbe proprio che le persone rimangano comunque prigioniere, se spesso si lamentano della dipendenza da questo oggetto per il quale nutrono sentimenti di amore e odio. Senza contare poi tutte le problematiche relative all’elettrosmog; il fascino dell’oggetto e delle sue infinite potenzialità è tale e tanto che ne fa mettere in secondo piano la pericolosità per la salute, della quale ci si preoccupa assai poco. E si mettono cellulari in mano anche a bambini senza alcuno scrupolo o problema.
Ma non sarà che dare la colpa alle persone e non alla tecnologia sia solo una scusa? Infatti discorsi simili sono quelli tipici che si inseriscono nel filone delle varie affermazioni utilizzate per non cambiare né mettere in discussione nulla e farci accettare qualsiasi assurdità. La favoletta della tecnologia neutra infatti fa parte della stessa famiglia di frasi fatte come: lo fanno tutti quindi lo faccio anche io, non voglio che mio figlio si senta emarginato, non ci sono alternative, di qualche cosa bisogna pure morire, devo mantenere la famiglia, se non lo faccio io tanto lo farà qualcun altro, si è sempre fatto così, chissà cosa penseranno gli altri, ecc.
Che porsi qualche domandina sulla tecnologia non sia solo la fantasia di qualche eretico il quale poverino non capisce le meravigliose opportunità del progresso, lo dimostra tra i tanti esempi, oltre che una letteratura sempre più ampia, anche il lavoro del geniale disegnatore Steve Cutts. Nelle sue animazioni dà una rappresentazione del mondo in varie sfaccettature e descrive molto realisticamente quello che sta accadendo e le conseguenze per il futuro. Artisti come lui hanno il dono di rappresentare la realtà in maniera eccezionale, visionaria e lungimirante.
Una delle sue animazioni è stata utilizzata dal famoso cantante Moby ed il soggetto è proprio l’epidemia dei cellulari da cui sembra impossibile staccarsi o ricavarsi un’autonomia. Se anche un musicista molto conosciuto a livello mondiale prende una posizione che apparentemente sembra così estrema, forse avere dei dubbi non è solo una preoccupazione da nostalgici del medioevo. Chissà se sia il caso di continuare a sbattere la testa contro i lampioni, farsi investire dalle auto o provocare incidenti oppure se sia possibile riprendere il controllo della propria attenzione, alzare lo sguardo in avanti e accorgersi della natura, del mondo pulsante e degli altri, cioè delle relazioni che sono molto migliori dal vivo che non virtuali. Alziamo la testa, ora più che mai, altrimenti il nostro orizzonte rimarrà il pavimento.