A due anni di distanza dall'approvazione all'unanimità, resta tuttora inattuata la delibera sulla donazione degli organi che prevede la semplice apposizione sulla carta di identità dei cittadini maggiorenni della dicitura ‘donatore di organi e di tessuti’. A denunciare questo vuoto legislativo è Paolo Masini, consigliere Pd in Assemblea Capitolina e primo firmatario della delibera.
A due anni di distanza dall'approvazione all'unanimità, resta tuttora inattuata la delibera n° 19 dell’8 novembre 2010 sulla donazione degli organi. Finalizzata ad aumentare in maniera esponenziale il numero dei donatori di organi e tessuti, è ancora in attesa di diventare operativa la delibera che prevede la semplice apposizione sulla carta di identità dei cittadini maggiorenni della dicitura ‘donatore di organi e di tessuti’.
Il progetto nasce per dare attuazione a quanto previsto all’art. 3 comma 8 bis, nel Decreto legge 30 dicembre 2009, n.194 convertito dalla Legge n.25 del 26 febbraio 2010, noto come decreto “Mille-proroghe”, sul tema dell’espressione della volontà o del diniego a donare gli organi al momento del rilascio della carta di identità.
A Roma alla base della non riuscita attuazione della delibera vi sarebbe il mancato protocollo di intesa tra le A.A.S.S.L.L. e il Comune da parte del sindaco Alemanno e l’assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale.
“Roma poteva essere la prima città d’Italia per una grande conquista di civiltà. A distanza di due anni registriamo che l’unico atto di competenza non è stato ancora rettificato da Alemanno e dalla Belviso”. A denunciare questo vuoto legislativo è Paolo Masini, consigliere Pd in Assemblea Capitolina e primo firmatario della delibera, che il 6 novembre scorso ha indetto una conferenza stampa per denunciare la mancata attuazione della delibera votata esattamente due anni fa.
“Nel frattempo – prosegue Masini - circa 500.000 cittadini maggiorenni sono entrati in possesso della carta d’identità e pertanto potenziali donatori. Davvero non capiamo quale altra priorità ci sia stata tanto da mettere la tutela della vita umana in secondo piano. E oggi offriamo al Paese questa delibera innovativa proponendola simbolicamente a Milano, lanciando una sorta di gara di civiltà che confidiamo sia presto accolta dall’Anci e pertanto dagli altri comuni italiani”.
Alla conferenza stampa erano presenti Pierfrancesco Majorino Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano; Roberto Crea, segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Rossella Pietrangeli, Segreteria nazionale dell’AIDO, Associazione Italiana per la donazione di Organi, Tessuti e Cellule e il Prof. Carlo Umberto Casciani, Direttore Agenzia Regionale Trapianti Lazio, di Pasquale De Luca consigliere dell'Udc e Presidente della Commissione Personale e Statuto del Comune di Roma e di molti rappresentanti di associazioni di settore tra cui, l’associazione Marta Russo con Aureliana Russo e dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, con Mina Welby.
“Crediamo in questa battaglia – ha dichiarato Roberto Crea – e vogliamo che le azioni di principi si trasformino in atti. Attuare la delibera significa avvicinare alla cultura della donazione degli organi i giovani e gli adulti”.
Nel corso della conferenza il professore Casciani ha ripercorso a ritroso nel tempo i primi trapianti effettuati in Italia negli anni '60, ribadendo la grande potenzialità anche di risparmio economico dell’attuazione di una tale delibera.
“Questa iniziativa può dare un fortissimo impulso alla donazione degli organi, dunque ringrazio Paolo Masini per questa delibera. Donare è importante per chi riceve, ma anche per chi decide di aiutare gli altri. Ogni giorno infatti io vedo la volontà di Marta nella persona che continua a vivere, grazie a lei e ne sono felice”. È quanto he detto Aureliana Russo, mamma di Marta, uccisa il 9 maggio 1997 poco più che ventenne da un proiettile vagante nei viali dell' Università di Roma La Sapienza.
Ha concluso l’incontro Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, che a margine della conferenza ha dichiarato: “Importante questa battaglia della donazione degli organi che diverrà simbolo di civiltà insieme alla diffusione e attuazione del testamento biologico. Spero che Alemanno faccia uno sforzo finale; almeno una cosa per i cittadini romani”.
Alla conferenza stampa era presente anche Pasquale del Luca, Presidente della Commissione Statuto di Roma Capitale che ha ribadito l’importanza di questa delibera e ha sollecitato i dipartimenti e i municipi per la sua immediata attuazione.
La delibera ha già trovato attuazione in Umbria, a partire da marzo del 2012. Nelle città di Perugia e di Terni ai cittadini maggiorenni è consentito indicare all'anagrafe comunale, in occasione del rilascio o del rinnovo della carta d'identità, la dichiarazione di volontà, che viene registrata direttamente, con valore legale, nel Sistema Informativo Trapianti del Ministero della Salute (la dichiarazione non viene scritta all'interno della carta).
Come ha spiegato Rossella Pietrangeli nel corso della conferenza, in Umbria in 7 mesi ci sono state più di 3000 dichiarazioni di assenso. L'intenzione è quella di estendere il progetto in tutta Italia, per far sì che la donazione sia una scelta sempre più numerosa da parte di cittadini consapevoli e informati.
Attualmente in Italia per la manifestazione della volontà di donare vige il principio del consenso o del dissenso esplicito (art. 23 della Legge n. 91 del 1 aprile 1999; Decreto del Ministero della Salute 8 aprile 2000). Il "silenzio-assenso" introdotto dagli artt. 4 e 5 della Legge 91/99 non ha mai trovato attuazione.
A tutti i cittadini maggiorenni è dunque offerta la possibilità (non l'obbligo) di dichiarare la propria volontà (consenso o diniego) in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte, attraverso differenti modalità: la registrazione della propria volontà presso la propria Asl di riferimento o il medico di famiglia; la compilazione del c.d. "tesserino blu" del Ministero della Salute o del tesserino di una delle associazioni di settore, che deve essere conservato insieme ai documenti personali; qualunque dichiarazione scritta che contenga nome, cognome, data di nascita, dichiarazione di volontà (positiva o negativa), data e firma, (considerata valida ai fini della dichiarazione dal Decreto ministeriale 8 aprile 2000), anch'essa da conservare tra i documenti personali; l’atto olografo dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO).
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