Darel Di Gregorio e Rossella Anitori, registi cinematografici, seguono con la loro macchina da presa, il sogno di due giovani apicoltori che credono che ci sia un'alternativa possibile all'apicoltura tradizionale. Questo è Il tempo delle api, film documentario che mostra l'entusiasmo, la passione e il coraggio ma anche le difficoltà che incontra chi si avvicina oggi a un'apicoltura che vuole essere diversa e rispettosa di questi insetti magnifici. La scomparsa progressiva delle api e le possibili cause, le testimonianze di chi si interroga sul loro futuro così profondamente legato al nostro, la sperimentazione di vie alternative allo sfruttamento di questi animali sono argomenti toccati dal film per stimolare a riflettere su un modo diverso di convivere con loro. Darel e Rossella non hanno una produzione cinematografica alle spalle e iniziano con pochi strumenti presi in prestito a raccogliere impressioni e immagini. Per tre anni vivono con i protagonisti, li seguono in tutti i loro spostamenti per filmarne avventure e successi ma anche difficoltà, dubbi e paure. Per sostenere i costi del progetto i due registi lanciano una prima campagna di crowdfunding nel 2013 e riescono a raccogliere 5000 euro. Attualmente è in atto una seconda campagna lanciata su Produzioni dal Basso dedicata interamente alla finalizzazione del film.
Che cos'è Il tempo delle api?
Il tempo delle api è un film documentario che segue l'esperimento di due ragazzi, Mauro Grasso e Valerio Bonsegna, due giovani apicoltori che decidono di allevare le api in maniera naturale seguendo i principi della permacultura. L'esperimento è partito tre anni fa ed è ancora in corso. Noi abbiamo seguito i primi tre anni della sperimentazione documentando quello che accadeva giorno per giorno. I nostri protagonisti si sono ispirati a Oscar Perone, un apicoltore argentino che ha teorizzato un nuovo metodo per allevare le api alla luce delle teorie del giapponese Masanobu Fukuoka, promotore dell’agricoltura sinergica. Il metodo Perone capovolge la visione secondo cui le api necessitano delle cure dell’uomo per sopravvivere scegliendo di affidarsi all’intelligenza di questo antico insetto.
Qual è l'origine di questa storia? Come siete venuti in contatto con questi due giovani?
Mauro e Valerio facevano parte di un gruppo di ragazzi che viveva in maniera sostenibile in un casale dei Castelli Romani. Di questa piccola comunità facevo parte anche io, Darel. Adesso quel gruppo si è sciolto ma è da quella fucina di idee che tutto è partito. La nostra era una comunità in cui si praticava l'agricoltura sinergica e più in generale si attuava uno stile di vita in armonia con la natura. Quando Mauro e Valerio hanno sentito parlare di un'apicoltura diversa che metteva in primo piano le api e la loro salute si sono dati subito da fare. In quel periodo è arrivata a casa nostra Rossella che stava scrivendo un libro sulle Comuni e gli Ecovillaggi in Italia per la Derive e Approdi. E' così che ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a pensare insieme all'idea di realizzare un documentario su questa storia. Da quel momento sono passati quattro anni: tre di riprese e uno di pre-montaggio. Noi abbiamo seguito i primi tre anni ma l'esperimento è ancora in corso.
Qual è stata la cosa più interessante durante la realizzazione del film?
Quando giri un documentario devi fare i conti con l'imprevedibilità del reale. I personaggi non seguono un copione e la storia prende forma giorno dopo giorno. Il documentario non racconta solo un esperimento apistico ma anche una vicenda umana: l'amicizia tra Mauro e Valerio e il micromondo della comunità in cui è inserita. Il tempo delle api è tutto questo.
Quali sono stati i problemi e le difficoltà?
La difficoltà più grande fino ad ora è stata far passare il messaggio che il documentario non è il manifesto di un metodo ma è il racconto di un'esperienza. Per noi fare cinema è una grande opportunità per emozionarsi e vivere anche solo per un istante un’altra vita, diversa ma come in un frattale strettamente connessa anche alla nostra storia.
Qual è il significato e il valore di un modo diverso di fare apicultura?
Per come sono messe oggi le cose, da una parte c'è il tempo delle api, dall'altra quello del miele. L'obiettivo principale per un apicoltore è il miele, per chi si avvicina all'allevamento delle api come hanno fatto Mauro e Valerio la prima cosa è la salute delle api. La permapicoltura vuole dare la possibilità alle api di vivere autonomamente, senza il continuo intervento dell'uomo.
La permapicoltura è dibattuta. Non tutti gli apicoltori la guardano con favore.
Le avanguardie sono sempre state guardate con sospetto. Attraverso la storia di questi due ragazzi abbiamo voluto rendere omaggio a chi si mette in gioco per seguire i propri sogni. Mauro e Valerio hanno sentito il bisogno di lasciare il percorso battuto per intraprendere una nuova strada. Se oggi ci sono apicoltori biologici è perché qualcuno a tempo debito si è preso la briga di sperimentare.
In cosa è diverso il vostro film da altri film documentari sulle api?
Il nostro non è un documentario d'inchiesta ma il racconto di un'esperienza attraverso le immagini e i suoni della presa diretta. Il tempo delle api è il racconto di un quotidiano immerso nella natura, del magnifico mondo delle api ma anche delle difficoltà che si possono incontrare lavorando ad un progetto comune.
Per quanto riguarda la distribuzione, che tipo di sistema avete pensato di usare?
Vorremmo utilizzare tutte le possibilità che oggi ci sono a disposizione: movieday, video on demand, proiezioni organizzate dal vivo.
Quando è prevista l'uscita del film?
Se tutto va bene per la prossima primavera.
Per finanziarvi avete usato il crowdfunding. Come è stata la risposta al progetto?
I ragazzi hanno trovato grande entusiasmo e bisogno di sperimentazione da parte di tante persone qui in Italia. Si è venuto a creare un vero e proprio movimento di gente interessata e andando avanti nell'esperimento Mauro ha iniziato a tenere una serie di workshop in varie località italiane per divulgare il metodo. I protagonisti del documentario hanno intercettato una problematica diffusa che è quella del rapporto con le api, compromesso dalla chimica e dalle difficoltà che oggi stanno vivendo. Prima del lavoro di Mauro e Valerio si sapeva molto poco di permapicoltura in Italia, oggi anche grazie a loro sono sorti molti gruppi facebook in cui le persone si scambiano consigli ed esperienze.
Quanto avete raccolto e di quanto ancora avete bisogno? Se non riuscirete a raccogliere il necessario cosa farete?
Al momento abbiamo due aziende biologiche che si sono appena aggiunte come sponsor e abbiamo raggiunto circa 4500 euro. Ce ne servirebbero in tutto 15000. Abbiamo lanciato una campagna aperta del tipo“Take all”, nel senso che prenderemo tutto quello che riusciremo a raccogliere. Se non ci riusciremo? Ci riusciremo!
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