Eco-guida ai prodotti elettronici: da Greenpeace la classifica delle aziende

Greenpeace ha pubblicato la diciottesima edizione dell'eco-guida ai prodotti elettronici. Le aziende sono state classificate dall'associazione sulla base di tre parametri: consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e sostenibilità delle politiche aziendali.

Eco-guida ai prodotti elettronici: da Greenpeace la classifica delle aziende
Si avvicinano le Feste e, dopo avervi parlato di come cellulari e smartphone possano far male al corpo umano, oggi parliamo di imprese di elettronica che tornano – per così dire – sui banchi di scuola. Con tanto di voti. Il 'maestro' che sale in cattedra è Greenpeace che, in questi giorni, ha pubblicato la diciottesima edizione dell'eco-guida ai prodotti elettronici. Le sedici aziende prese in considerazione, sono state valutate in base all’impegno e ai progressi messi in atto su tre criteri ambientali: consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e sostenibilità delle politiche aziendali. Rispetto ad un arco temporale che va dal 2006 ad oggi, è vero che molto è già stato fatto, con l’eliminazione di diverse sostanze pericolose dai prodotti messi in commercio, ma la strada è ancora lunga. Le aziende hanno eliminato le sostanze pericolose dai prodotti, ma tanto ancora si può fare sul fronte dell’energia pulita. Al primo posto della classifica, troviamo la società indiana Wipro la quale, dopo aver già conquistato il primato nella guida di Greenpeace indiana, conquista anche la vetta della classifica internazionale con 7 punti su 10. Pur avendo una leadership nella riduzione delle emissioni dei gas serra e anche se 'sforna' prodotti conformi agli standard energetici Energy Star, la Wipro non ha ancora ideato ed adottato una politica sostenibile negli acquisti della carta. Tra i 'big' del settore troviamo, solo facendo qualche esempio: l’Hp, la Nokia, l'Acer e la Dell (rispettivamente al secondo, terzo, quarto e quinto posto). Chiude la fila, ancora una volta, la Blackberry RIM. La Apple perde colpi e si stabilizza al sesto posto, con meno della sufficienza (4 punti e mezzo su 10). Il declassamento è dovuto alla mancanza di trasparenza nel comunicare le loro emissioni di gas serra, per l’utilizzo esiguo delle fonti di energia rinnovabili e per la poca trasparenza anche sulla gestione delle sostanze chimiche tossiche e nocive per l’ambiente. Dietro l’azienda di Cupertino, a chiudere la top ten (non l’intera classifica), seguono: Samsung, Sony, Lenovo e Philips. Ci sono però obiettivi che le aziende, a tutt’oggi, non hanno ancora raggiunto, come la fine dell'uso di energia sporca nel loro ciclo produttivo, tra le cause di cambiamenti climatici.

Commenti

La classifica completa è sul sito di Greenpeace?
Marco, 11-12-2012 01:11
@Marco: la puoi consultare qui: http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/Elettronica-verde/eco-guida/
Matteo Marini, 12-12-2012 07:12

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