«C’è molto da fare ma ci sono tutte le condizioni per farlo al meglio»: con questo motto parte da Campi Bisenzio la sfida per «un mondo migliore, un futuro più giusto e una migliore qualità della vita». Il 17 novembre si apre il primo Festival dell’economia civile, per sperimentare concretamente una economia nuova, «i cui attori sono in relazione con il territorio e con la propria comunità - spiegano i promotori (Anci Toscana, Legambiente, Scuola di economia civile e Comune di Campi Bisenzio) - alla quale partecipano e sulla quale investono, anche in termini culturali e personali. Una nuova economia che possa finalmente valorizzare il patrimonio edilizio esistente, la bellezza diffusa del belpaese, le opportunità offerte dalla condivisione. Sono tantissimi, infatti, in Italia i beni vuoti o sottoutilizzati che possono essere riutilizzati in modo nuovo, utile ed efficace: 700mila edifici tra ex fabbriche e capannoni dismessi, 650mila negozi e uffici vuoti, 20mila beni d’interesse culturale attualmente in stato di abbandono, 16.499 beni demaniali, 13.118 beni immobili confiscati alle mafie e non destinati e 1.244 edifici di consorzi, enti e società pubbliche. Il riuso ha infatti un valore potenziale immenso: 330 miliardi di euro per i soli spazi pubblici, oltre 100 miliardi provenienti dai potenziali lasciti di spazi privati, mentre sono già 5mila gli spazi pubblici e privati già riutilizzati. L’impatto economico delle attività di riutilizzo ammonterebbe invece a un miliardo di euro, con 100mila le persone coinvolte nei progetti con contratti di lavoro continuativo (13%), assunzioni temporanee (34%), e volontariato (53%). Senza dimenticare il valore aggiunto, altamente determinante, delle nuove economie di condivisione: sharing economy, crowdfunding e coworking. Già oggi sono infatti attive in Italia 120 piattaforme di sharing economy, il 25% in più rispetto al 2015; 85 sono i sistemi di crowdfunding, ben 68% in più rispetto al 2014, mentre comincia a diffondersi anche il coworking (340 le esperienze più significative censiti nel Nord Italia). A guidare questa tendenza soprattutto la mobilità condivisa, con 650mila utenti di car sharing in Italia, e moltissime opportunità offerte dal cohousing: il patrimonio abitativo per abitazioni sociali in Italia pari oggi al 4% (18% in Francia, 21% in Gran Bretagna, 35% in Olanda), ma che potrebbe riguardare 3 milioni di over 65 che vivono da soli e un milione circa di persone in condizioni di disagio economico. I cantieri dell’economia civile non possono certo trascurare la bellezza, elemento culturale essenziale per il benessere e il raggiungimento della felicità pubblica, e patrimonio ampiamente diffuso nel nostro Paese con 40mila beni d’interesse culturale, 17.600 eventi e sagre organizzate ogni anno, 4.588 musei pubblici e privati (dato Istat) e 1.200 festival a carattere culturale (Censis). Al patrimonio potenzialmente disponibile in termini di edifici e nuove tendenze, bisogna aggiungere poi l’elemento utile per l’avvio delle esperienze di economia civile, e cioè tutti i possibili contributi economici utilizzabili in tal senso: 2,1 miliardi per la riqualificazione delle periferie della legge di stabilità 2017; 371 milioni di euro stanziati dalla Urban innovative actions (Uia) 2014-2020; i 96,3 milioni del programma Urbact III 2014-2020 e i potenziali 56,8 milioni ottenuti da crowfunding in Italia nel 2015 (85% in più rispetto al 2014), oltre ai bandi governativi e delle fondazioni (come Giovani per la valorizzazione di beni pubblici e Culturability di Unipolis)».
Il Festival dell’economia civile si articolerà in incontri tematici, workshop e laboratori su welfare collaborativo, consumo consapevole, lavoro giovanile, sviluppo sostenibile del territorio e rigenerazione urbana, e si concluderà con il convegno “Contesti, città, comunità: l'Economia Civile prende campo”, sulla elaborazione di progetti concreti che verranno avviati sul territorio.