Il processo pedagogico che conduce dalla gioia come emozione alla gioia come stato dell’essere si articola in quattro fasi. In questa puntata analizziamo la prima delle principali fasi della relazione tra maestro e allievo: riconoscere.
L’emozione produce movimento interno, base di partenza per l’accettazione del cambiamento. Perché questo avvenga, dobbiamo ritornare alla scuola dell’intelligenza emotiva [1], a quella dell'intelligenza del cuore [2], il cuore essendo luogo e spazio in cui il legame con la gioia può essere ristabilito. Innanzitutto, dovremo riconoscere l’esistenza ed il ruolo 'fluidificante' della 'gioia–emozione' nel processo di apprendimento, perché essa influisce sulla capacità dello studente a memorizzare, conservare le informazioni, concentrarsi e focalizzare l'attenzione.
Tanto per il maestro quanto per lo studente, si tratterà di riconoscerla dapprima in sé: per il maestro sarà la gioia di insegnare, di trasmettere. Questo ci ricorda l’indispensabile ruolo dell’eros nell’educazione, eros come insieme di desideri, piacere di trasmettere amore della conoscenza agli allievi, attraverso il quale è possibile “superare il godimento che si attacca al potere, a favore del godimento che si relaziona al dono” come dice Edgar Morin [3].
Si potrà 'riconoscere' la gioia negli studenti, allorché ad esempio saranno in contatto con l'Arte (Sri Aurobindo, Snyder, Nicolas Go, ecc.); con la creazione della propria opera, il loro “capolavoro” (Steiner); con la natura (Ecole Nouvelle, costruttivismo, ecc.). O quando saranno profondamente toccati dall’emozione della condivisione con gli altri (educazione alla pace, prevenzione dei conflitti). Nella triangolazione tra attitudine, conoscenza della materia e disciplina, l'insegnante adotterà una postura esistenziale, transpersonale, che appartiene all’ambito “dell'arte, e forse la supera, più che alla scienza” [4].
In questa fase iniziale, verranno riconosciute le attitudini interne di ogni allievo, le sue preferenze, passioni, difficoltà, i suoi errori, e si eviterà di procedere a valutazioni che lo stringono tra griglie di riferimento o giudizi. Si tratta dapprima di 'riconoscere' per imparare a 'conoscere': i progressi nell’apprendimento si riveleranno gradualmente durante il processo educativo e, nei casi necessari, la valutazione (senza i voti!) verrà realizzata dalle due parti, in una relazione dialogica studente-insegnante.
Quasi in secondo piano, l’insegnante avrà il compito di stimolare negli allievi, soprattutto delle classi elementari, la curiosità attraverso le sue proprie attività che si svolgeranno in classe: si troverà quindi anche lui a leggere, scrivere, dipingere o utilizzare materiali vari. Lasciandosi lui stesso guidare, dovrà fare affidamento alle sue doti d’intuizione, seguendo un’ispirazione comparabile solo alla fase di illuminazione degli artisti [5].
In questo percorso, anche la percezione svolgerà un ruolo importante in quanto sarà la capacità dei sensi (i manas della psicologia indiana), che centralizza e coordina le azioni che si svolgono nella psiche, come la telepatia, la chiaroveggenza, il presentimento, ecc. [6]. Tutte queste capacità concorrono a che il maestro diventi “colui che risveglia”, per riprendere l’espressione di Krishnamurti [7].
Vedere, osservare, non giudicare, ma favorire la scoperta di nuovi interessi o predisposizioni, è su tutto ciò che si fonda l'atto di 'riconoscere' per rivelare, rivelarsi a se stessi e aprirsi agli altri.
Note
1. Goleman Daniel, Emotional intelligence. Why it can matter more than IQ, Bantam, 2005
2. Filliozat Isabelle, L'intelligence du coeur : Confiance en soi, créativité, aisance relationnelle, autonomie Marabout, 1998
3. Morin E., Motta R., Ciurana E-R. Eduquer pour l’ère planétaire. Editions Balland, Paris, 2003
4. Barbier René, « La recherche-action existentielle », in Pour, La recherche-action, Paris, Privat, n°90, giugno-luglio 1983
5. Ramirez Yolanda L’enseignement en tant qu’art dans le curriculum Waldorf Dicembre 2006: Scienze dell’educazione, Università di Paris VIII
6. Vedi anche: Sri Aurobindo, On education, Sri Aurobindo Ashram Trust, Pondichéry, 1990
7. Krishnamurti Jiddu, Le sens du bonheur, Stock, Paris, 2006