È stata recentemente pubblicata per la Libreria Editrice Fiorentina la nuova versione del libro "Wireless 2", che riprende e amplia l’argomento affrontato nella prima versione del libro, "Wireless". Il libro è a cura di Francesca Romana Orlando, giornalista professionista e vice presidente dell’associazione AMICA - Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale; l'altro co-autore è il biologo Fiorenzo Marinelli fondatore dell’ICEMS (Commissione internazionale per la sicurezza dei campi elettromagnetici) e ricercatore per vari
istituti che si occupano del problema.
Il libro, che ha fra i tanti pregi quello di rendere semplice e comprensibile a tutti una materia che potrebbe sembrare ostica, è una ennesima conferma del fatto che per quanto riguarda l’elettrosmog, così come qualsiasi altro tema in cui ci siano enormi interessi economici, la salute è l’ultimo dei pensieri dell’industria. Del resto è assai facile immaginare quali possano essere gli interessi che ci sono in tutto quello che ruota attorno al digitale, quindi social network, cellulari, intelligenza artificiale, internet delle cose, internet dei corpi ecc. In questo inferno digitale, come lo chiamerebbe il giornalista francese Guillaume Pitron, a farne le spese sono la salute delle persone e dell’ambiente, visto che i danni da elettrosmog non si limitano alle persone ma si hanno anche su animali, insetti, piante.
Sostanzialmente una vera e propria catastrofe ma invisibile, quindi in quanto tale considerata inesistente. Così come è stato ad esempio per l’amianto e il tabacco, la strategia dell’industria è sempre la stessa e lo confermano anche gli autori: lanciarsi in una corsa contro il tempo.
L’industria fa in modo di correre il più velocemente possibile per diffondere ovunque i propri prodotti senza preoccuparsi delle conseguenze e bypassando principi di precauzione, studi, sperimentazioni, ricerche accurate che decretano senza ombra di dubbio la nocività estrema dell’esperimento mondiale che si sta facendo sulla pelle delle persone. Una volta che il tutto è diffuso, ormai è troppo tardi e, al massimo fra dieci o venti anni, sui cellulari metteranno, come sulle sigarette, le foto delle conseguenze che si ha dell’uso; ma ormai saremo tutti completamente dipendenti, anche perchè lo siamo già ora, figuriamoci fra dieci o venti anni. Infatti nonostante la acclarata nocività delle sigarette, non sono state bandite come si dovrebbe fare per qualsiasi prodotto che nuoce gravemente alla salute.
Per raggiungere i loro obiettivi però le industrie hanno bisogno di due tasselli fondamentali, la politica e la scienza, con studi che vengano presentati da organizzazioni autorevoli e con i crismi dell’ufficialità; ma poi se si va a scavare un pochino, sono praticamente tutti condotti da chi ha più o meno palesi conflitti di interesse, così come il libro denuncia e spiega chiaramente con dati e riferimenti. Per contro gli autori fanno un elenco lungo e circostanziato di studi, sperimentazioni e ricerche rigorose e soprattutto indipendenti da conflitti di interesse, che dimostrano la pericolosità dei campi elettromagnetici prodotti da dispositivi cellulari, ripetitori, smart meter, Wi-Fi, radar, 5G. Un libro che qualsiasi genitore, insegnante, medico, giovane, cittadino dovrebbe assolutamente leggere per rendersi conto di ciò a cui stiamo andando incontro nel silenzio e complicità anche dei media, e il perché è presto detto. Gli stessi media si tengono in vita con le pubblicità incessanti anche degli operatori della telecomunicazione quindi hanno ben poco interesse a informare correttamente come dovrebbero fare.
Ed è impressionante, tranne casi rari, il pressoché totale disinteressamento di politica, scienza e sanità nei confronti di un pericolo gravissimo considerato che «sulla terra e in natura non esiste nemmeno lontanamente una esposizione a radiofrequenze che bombardano le persone giornalmente come quella dei dispositivi elettronici».
E per citare uno dei tanti esempi riportati nel libro: «Si può stimare che una sola telefonata effettuata da un luogo affollato, ad esempio da un ospedale, verso un soggetto ricevente che si trova in un altro luogo affollato, ad esempio in uno stadio, irradi verosimilmente da 1000 a 1500 persone del tutto inconsapevoli del fatto di essere esposte a radiazioni da radio frequenza».
Fatica, disturbi del sonno, mal di testa, difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, acufeni, depressione, irritabilità, patologie cardiovascolari, vertigini e aumento della probabilità di sviluppare diversi tipi di cancro, sono alcuni dei problemi che vengono riportati in base a studi rigorosi fatti da medici e scienziati autorevoli. Dalle evidenza scientifiche disponibili è impossibile delineare una soglia al di sotto della quale non si verifichi nessun effetto biologico circa gli effetti sanitari delle radiazioni delle antenne dei cellulari.
Addirittura un rapporto del Parlamento europeo sull’impatto sulla salute del 5G ha concluso che bisognerebbe informare i cittadini europei dei rischi correlati al 5G e applicare lo stesso approccio utilizzato per gli agenti chimici a tutti i tipi di innovazione tecnologica.
Questa affermazione purtroppo inascoltata fa il paio con l’audizione del senatore americano Richard Blumentahl che già nel 2019 chiedeva ai rappresentanti dell’industria quanti soldi avessero investito per la ricerca sulle conseguenze sanitarie del 5G e la risposta fu: zero. Il che fece concludere al senatore che si stava sostanzialmente volando bendati.
La stessa associazione AMICA nel 2018 ha constatato che non era stato richiesto dall’allora Governo alcun parere sanitario sul 5G, in particolare: «L’INAIL ha dichiarato di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G, il ministero della salute ha dichiarato di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal ministero dello sviluppo economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema, il ministero dello sviluppo economico ha risposto che la documentazione richiesta (il parere sanitario) non era di sua competenza, l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver risposto all’AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G».
Considerando che si sono installate antenne per il 5G ovunque e se ne stanno installando continuamente, possiamo concludere che a differenza degli Stati Uniti, in Italia si vola bendati e senza pilota...
E tutto questo è niente perché con l’internet delle cose e dei corpi, sarà tutto immerso in un brodo totale di elettrosmog fra antenne e satelliti e pensare che ciò possa essere innocuo va oltre la follia.
Ed è ancora più inquietante il fatto che queste tecnologie sono implementate sopratutto per usi e scopi militari, come viene spiegato nel libro.
Gli autori riportano le dichiarazioni dell’associazione francese Next up impegnata nella tutela della salute dalle radiazioni elettromagnetiche per la quale dovrebbe valere il seguente principio: «Irradiare una persona senza il suo consenso deve essere considerato un crimine».
Per cui dichiarano che: «Serve subito un aggiornamento dell’OMS al fine di tenere conto dell’enorme mole di effetti non termici osservati in letteratura che possono influenzare negativamente la salute pubblica al fine di stabilire limiti di sicurezza più rigorosi basati sull’interazione biologica dei campi elettromagnetici artificiali con la materia vivente. E’ fin troppo ovvio che il riconoscimento delle malattie ambientali metterebbe in crisi gli attuali standard di sicurezza e imporrebbe alla politica di regolamentare in modo più stringente gli interessi dei grandi poteri economici. Non è giustificabile quell’agenzia di salute pubblica che non crede a quanto riportato dai pazienti e nemmeno dà ascolto alle prove emerse dalla letteratura scientifica pur di servire gli interessi dell’industria».
E ancora proseguono gli autori: «I campi elettromagnetici pongono alla società un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente che la politica non riesce a regolamentare in modo adeguato a causa del conflitto di interessi che inquina la ricerca scientifica, le agenzie di salute pubblica e le istituzioni democratiche».
In conclusione un libro assolutamente da leggere per rendersi conto a cosa andiamo incontro e quali sono le possibilità per difendersi legalmente e dal punto di vista sanitario.
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