Un artista con il suo genio e la sua lucidissima follia, affiancato ad un imprenditore che pensava anche al sociale e all’ambiente, così come dovrebbero essere tutti gli imprenditori, sono riusciti in questa miracolosa impresa. Il paese dove fregare il prossimo è la prassi, dove ha imperversato per oltre 60 anni la logica degli Andreotti e dei Berlusconi, facendoci cadere in una spirale di corruzione, sprechi, clientele e malaffare che sembrava invincibile, ha dato un chiaro segnale che è possibile invertire la rotta. Addirittura va oltre immaginazione che la politica, invece che ossequiare comitati di affari, possa venire incontro ai problemi reali delle persone e salvaguardare l’ambiente.
Di Beppe Grillo molti dicevano che avrebbe voluto conquistare il mondo, che aveva chissà quali interessi più o meno occulti. Che si sarebbe candidato a premier e sarebbe diventato dittatore e dominatore dell’universo. Grillo non solo non si è mai candidato a niente, nemmeno a fare l’amministratore di condominio, ma prima ha tolto il suo nome dal simbolo del movimento e poi ha lasciato abbondantemente spazio a quelle persone che pensava potessero agire bene. Ad oggi poi non è dato sapere quali siano i suoi conti all’estero con miliardi di euro depositati e gli interessi enormi che avrebbe dovuto ricavare dal suo impegno politico. Abituati da sempre che tutto si faccia per un tornaconto, non ci si riesce a capacitare che qualcuno si possa impegnare perché lo ritiene giusto e per cambiare in meglio le cose. Dai papaveri e pontefici della politica, Grillo è stato costantemente trattato come fosse un imbecille, un guitto che vaneggiava. Poi giorno dopo giorno tutti si sono messi ad inseguirlo, le sue intuizioni venivano costantemente copiate da partiti che non avendo alcuna capacità e che non erano abituati a pensare con la loro testa, producevano solo goffi e patetici tentativi di imitazione. L’agenda politica è stata spesso dettata da un comico che però era di sicuro molto meno comico dei partiti che lo rincorrevano, pur dicendogliene di tutti i colori.
Gli avversari poi erano sicuri che Grillo e Il movimento 5 Stelle sarebbero durati lo spazio di un mattino e forse non avevano fatto i conti con quel Cambiamento di cui abbiamo più volte accennato che si sta diffondendo sempre di più e di cui Grillo è uno degli esempi e portavoce più eclatanti. Quindi ancora una volta si conferma che niente è impossibile, anche quello che sembrava impossibile finchè non viene realizzato. Un ulteriore dato di speranza è il voto del sud che, stanco di avere a che fare con partiti referenti delle varie mafie, vuole finalmente riscattarsi e rialzarsi sapendo di avere un meraviglioso patrimonio di ricchezza, che non è certo il voto di scambio.
Altro dato eccezionale e altra conferma è il trionfo dei “senza titoli”. Trionfano infatti due non laureati, Grillo e Di Maio, di cui il secondo pure con uno scarno curriculum (determinato anche dalla giovane età). Di Maio che è stato massacrato dagli avversari per non essere laureato e per avere alle spalle poche esperienze lavorative, ha dimostrato ancora una volta che le capacità sono ben più importanti dei titoli. Le idee, le soluzioni non si sposano sempre e solo con le accademie, Grillo e Di Maio lo dimostrano al 100%. Non è un caso che pure avendo nominati una serie di Ministri titolati, in caso di governo 5 Stelle, avranno come referente un non titolato dalle accademie ma sul campo. Emblematico da questo punto di vista anche il siparietto fra Berlusconi e il noto giornalista Enrico Mentana dove Berlusconi raccontava la solita tiritera che Di Maio non è laureato e Mentana lo ha freddato dicendo che nemmeno lui era laureato. I titoli possono aiutare ma non sono indispensabili per fare grandi cose perché il cambiamento è fatto di idee, visioni, coraggio, consapevolezza, conoscenza ampia, interdisciplinarità, apertura mentale, concretezza.
Gli scenari che si profilano sono assai interessanti perché all’ordine del giorno ci sono argomenti e problematiche che fanno da sempre parte della proposta dell’associazione Paea e questo non può che essere un aspetto molto positivo. Inoltre è altrettanto positiva l’eclissi di Renzi e Berlusconi ma l’avanzata della Lega razzista e xenofoba è una grave minaccia. Per il futuro, da parte di Grillo e del Movimento 5 Stelle l’aver messo il vincolo dei due mandati è una mossa assai azzeccata per non coltivare caste o carrierismi politici e per dare il chiaro segnale che tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile.
Ci auguriamo che questo patrimonio di fiducia e speranza venga utilizzato al meglio.
Il discorso di Luigi Di Maio: «Inizia la Terza Repubblica, la Repubblica dei cittadini»