di
Paolo Ermani
06-02-2012
L'ondata di neve e gelo che si è abbattuta sull'Italia sta provocando vittime e disagi. Quattro regioni - Lazio, Abruzzo, Molise, Campania - sarebbero a rischio black out, circostanza inevitabile in un sistema centralizzato. Eppure la soluzione è a portata di mano e consiste nel diventare autoproduttori di energia. Servirà una 'mezza glaciazione' per imparare la lezione o continueremo a seguire la logica emergenziale?
Con la estrema situazione metereologica attuale, migliaia di persone rimangono senza corrente elettrica e ciò è inevitabile in un sistema centralizzato che oltre ad essere la madre di tutti gli sprechi è anche il padre di tutti i black out.
Un sistema rigido, con poche centrali, da dove viene prodotta l'energia elettrica e poi inviata anche a centinaia di chilometri di distanza attraverso grandi dorsali è un sistema che ha in sè una altissima vulnerabilità e debolezza ed è evidente che non possono che verificarsi black out in situazioni metereologiche 'limite'.
Una soluzione praticabile e a portata di mano è quella di diventare autoproduttori singoli oppure assieme ad altre persone nella propria comunità, paese o quartiere: autoprodursi l'energia in sistemi che possono essere sia autonomi, sia collegati a tanti altri piccoli autoproduttori.
Se la mia elettricità la autoproduco in loco e non mi arriva da centinaia di chilometri di distanza o da centrali varie, oltre che ad avere meno perdite di trasmissione, ne ho più controllo e corro meno il rischio di black out. Tralasciamo poi la serie di vantaggi legati al minore inquinamento prodotto, al non essere ostaggio di paesi da cui importiamo combustibili fossili, al pagare meno le bollette, etc.
Sistemi combinati di microcogenerazione, solare termico, legna, fotovoltaico, microeolico, microidroelettrico, geotermico a bassa entalpia, applicati ad abitazioni ottimamente coibentate e con elettrodomestici a basso consumo, possono evitare in grandissima parte, se non totalmente, i gravi problemi di black out elettrici e le difficoltà di riscaldamento a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Purtroppo nella situazione attuale di emergenza, non essendosi preparati per tempo e non avendo agito con una logica sistemica per affrontare i vari problemi, ecco che si arriva inevitabilmente in emergenza e si verificano casi come la corsa all'acquisto della stufetta elettrica o simili, che non fanno altro che aumentare i costi della bolletta energetica e la propria dipendenza dall'esterno, oltre che aumentare il monte di oggetti acquistati e mai più usati oltre le due settimane.
Servirà una mezza glaciazione per capire la lezione? Si aspettarà l'ennesima volta che passi la nottata per poi continuare a fare esattamente quello che si faceva prima e che sempre più dimostra la sua assurdità?
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