di
Francesco Bevilacqua
21-07-2011
È stato esaminato dalla Camera il testo sull’emergenza rifiuti e gli emendamenti e mozioni relativi. Invece di parlare degli aspetti tecnici e delle possibilità di risoluzione della grave situazione della Campania, però, ancora una volta i riflettori sono puntati sullo scontro politico, dimenticando così l’importante oggetto della discussione.
Come ciclicamente accade, anche quest’anno si sta riproponendo l’emergenza rifiuti in Campania, sintomo di un sistema di consumo e di un’organizzazione dello smaltimento non solo inefficienti ma anche palesemente insostenibili. Senza entrare nel tecnico della questione relativa agli scarti e alla loro gestione, vorrei sottolineare piuttosto le modalità con cui le istituzioni stanno affrontando il problema, concentrandomi in particolare su quanto avvenuto ieri, mercoledì 20 luglio, presso la Camera dei Deputati, durante la discussione di un testo sul tema.
È forse pretendere troppo aspettarsi che la politica prenda il problema di petto studiando una risoluzione che agisca alla radice, lavorando magari non sull’efficienza dello smaltimento dei rifiuti prodotti ma direttamente sulla riduzione a monte degli scarti, promuovendo buone pratiche come riciclaggio, acquisto di prodotti alla spina, compostaggio e riuso, riduzione degli imballaggi e quant’altro. Com’era facile prevedere, una soluzione completa, radicale e sistemica non è stata neanche presa in considerazione.
Tuttavia era lecito pretendere almeno che, pur con temporanee misure tampone, l’emergenza rifiuti fosse affrontata con metodi razionali, puntuali e il più efficienti possibile. Ancora una volta però, la 'politichetta' all’italiana ha avuto la meglio sulla buona amministrazione. Non mi riferisco alle misure tecniche, poiché il testo del decreto non è ancora stato approvato in via definitiva ed è stato rinviato in commissione Ambiente. Penso piuttosto all’approccio, sia politico che mediatico, alla questione.
Stamattina, infatti, aprendo i principali siti d’informazione per conoscere gli aggiornamenti sull’esito e soprattutto sui contenuti della discussione alla Camera, l’unica cosa disponibile era una sfilza di considerazioni di ordine partitico ed elettorale sulle votazioni del testo e dei suoi emendamenti. La seduta è stata infatti caratterizzata da una caotica bagarre innescata prima dalle dichiarazioni del ministro Prestigiacomo, che ha sostenuto di essere favorevole alla mozione presentata dall’onorevole Donadi dell’IdV salvo astenersi dopo, poi dall’esito dello scrutinio, che ha visto la maggioranza soccombere per sette voti di differenza.
Inutile dire che la quasi totalità delle informazioni riportate dai media, così come le dichiarazioni rilasciate dalle parti politiche, sono state incentrate sulle conseguenze politiche della questione: Prestigiacomo che rivendica la propria posizione e dice di non sentirsi sconfessata, Gianfranco Fini che ne approfitta per punzecchiare i suoi avversari politici evidenziando l’incoerenza del Governo, il capogruppo del PDL Cicchitto che si affretta a minimizzare l’incidente, fino ad arrivare ai parlamentari del PD che, invece di gioire per il pur piccolo passo avanti rappresentato dal testo approvato, lanciano cori invocando le dimissioni del Governo. Insomma, il solito squallido teatrino offerto dai politici nostrani.
La cosa che sgomenta di più – e in questo buona parte della responsabilità va attribuita agli organi d’informazione – è che fra gli innumerevoli articoli e agenzie usciti fra ieri e oggi non ce n’è stato uno che abbia riportato l’unica cosa che in realtà era importante sapere, ovvero il merito della mozione approvata, le disposizioni o anche solo gli indirizzi che conteneva e delle considerazioni sulle ripercussioni che avrà sull’emergenza campana. Sarò stato sfortunato o poco attento io, ma per trovare qualche informazione tecnica sull’argomento l'unico modo si è rivelato quello di ricorrere al sito della Camera dei Deputati e scaricare testi e verbali della discussione in aula.
Da questa spiacevole vicenda emerge ancora una volta con forza qualcosa che in realtà sappiamo già tutti benissimo, cioè che la stragrande maggioranza dell’attività dei nostri amministratori è volta a legittimare o, molto più sovente, delegittimare l’operato di una o dell’altra parte politica, seguendo logiche prettamente partitiche, quando non clientelari e di favore, finalizzate al solo mantenimento della leadership elettorale e delle posizioni di potere.
In tutto questo il merito delle questioni, ciò che dovrebbe essere sempre posto in primo piano, diventa null’altro che il pretesto intorno al quale scatenare lo scontro politico, peraltro di bassa lega e mai fedele alle tematiche in esame. Sarebbe infatti accettabile che i nostri politici si 'scornassero' su questioni tecniche come può essere una decisione riguardante l’eventualità di attuare la raccolta 'porta a porta' piuttosto che la cassonettizzazione spinta o la concessione di aree verdi per l’installazione di pannelli fotovoltaici, per fare due esempi 'a caso'.
Contestualmente va stigmatizzato anche il comportamento dei mass media, strumenti funzionali e casse di risonanza per i volgari schiamazzi da aula. In questo caso, gravato fra l’altro da una situazione urgente e quasi drammatica come quella campana, è davvero inaccettabile che piuttosto che parlare delle misure allo studio, delle possibilità operative e delle ripercussioni sulla salute del territorio e dei cittadini, l’attenzione sia stata rivolta esclusivamente al solito argomento trito e ritrito, frutto esclusivamente di giochi di potere fra un partito e l’altro, fra una corrente e l’altra.
Se questi sono i presupposti, non c’è nulla di strano se, a prescindere dal colore politico della maggioranza e dei nomi dei ministri competenti, l’anno prossimo l’emergenza rifiuti si ripresenterà puntuale come al solito, pronta per essere oggetto di attacchi politici di basso profilo e ben lungi dall’essere risolta una volta per tutte.