di
Carlo Carlucci
27-05-2011
Pubblichiamo un intervento di Carlo Carlucci sul caso della centrale di Porto Tolle che l'Enel intendeva convertire a carbone, il combustibile fossile più inquinante.
Il caso della centrale (Enel) di Porto Tolle è emblematico. Una centrale ad oli (combusti magari) dismessa. Stavano lavorando per ripristinarla a metano (il meno inquinante) vista anche la prossimità di un Parco quando probabilmente si sono chiesti: "ma perché non farla a carbone (costa poco)? Ci sono i nuovi filtri del famoso know how dell’Enel per i fumi del carbone e si dimostra (sempre Enel naturalmente) che così facendo (coi filtri) il fumo residuo è meglio del metano".
Poi il solito PM che ci voleva vedere chiaro quando arriva al dunque, e scopre cioè che il carbone sarebbe addirittura meglio del metano, si incavola. Allora Enel passa la palla al Presidente di una associazione da lui fondata, un certo Violante da bosco e da riviera, e il Mr. Violante (Pd) avverte Alfano che c’è appunto un PM sospetto (comunista?!). E Alfano manda subito gli ispettori del Ministero per indagare sulla ennesima tracotanza della Magistratura che osa indagare su un fatto così semplice, chiaro, lampante: "il know how dell’Enel è così magico che trasforma il carbone in qualcosa di meglio del metano. Ci voleva così poco a capirlo"!
Con i filtri Enel il carbone (che tra l’altro costa poco) può diventare, Violante ed Alfano garanti, il combustibile del futuro. Altro che il sole o il vento o le maree. I pannelli solari e le pale eoliche le può fare chiunque. E che si può mettere una tassa sul sole o il vento? Ma operare sui filtri che catturano il carbonio lo può fare appunto solo una azienda leader e unica come Enel. Siamo o no il paese di Leonardo da Vinci?
Poi è intervenuto nella questione, provvidenziale come sempre, il WWF e i giudici, che in buona parte non credono alle magie della scienza, e che anno dopo anno ne vedono di cotte e di crude (da parte della scienza), hanno ristabilito che un contiguo Parco rimane un Parco, che come combustibile il carbone rimane carbone (altamente inquinante) e la centrale, se Enel la vuole fare, la deve fare a metano.
Allora a Enel non è rimasta che la carta dei lavoratori (dipendenti) che sono andati a Roma a strillare che se non si fa come vuole il padrone (Enel), il padrone chiude e la centrale (anzi centrali a bizzeffe) a carbone e a oli combusti le può fare all’estero mentre i poveri lavoratori italiani così restano sul lastrico.
Lasciamo perdere cose vecchie come il Vajont, che ci sono voluti ben tre gradi di condanna per obbligare Enel obtorto collo a scucire il rimborso ai parenti delle vittime. Oggi nel mondo gli ingegnieri dell’Enel - che sanno parlare meglio di qualsiasi avvocato - fanno cose egregie quando il committente è ad esempio il governo USA (vedi le splendide centrali geotermiche a ciclo binario, magari le facessero anche da noi!). Ma gli USA sono gli USA, altrove, vedi in Italia (le centrali geotermiche dell’Amiata) o in Ruanda, Enel la fa da padrone appunto con la magia del suo know how scientifico e la splendida parlantina dei suoi ingegnieri.
E purtroppo aziende leader come l’Enel o come l’Eni sono da annoverare fra le responsabili della progressiva erosione e distruzione della bellezza e della salute del pianeta (e dei suoi abitanti). Il profitto costi quel che costi è il motto dei grandi distruttori. Ma da Fukushima e con Fukushima una pagina nuova si è finalmente aperta.
Quello che Goethe in una delle sue ultime lettere aveva sconsolatamente definito “un’epoca distruttrice animata da un commercio distruttore” (eravamo agli inizi del l800) sta forse finendo. I grandi distruttori della bellezza e della ricchezza del pianeta hanno probabilmente i giorni contati. E così la loro colossale ipocrisia (vedi Enel Greenpower), gli interventi double face, nel primo o nel terzo mondo, il savoir faire che maschera la spietatezza dell’unico interesse che li anima (fare i propri interessi) stanno forse volgendo alla fine. E si legga a questo proposito la documentazione impressionante e implacabile che Gesualdi e il suo Centro Nuovo Modello di Sviluppo da anni stanno accumulando a carico dei grandi sfruttatori del pianeta.
O la fine di un mondo così sovrappopolato e terribilmente brutto e desolato o qualcosa di radicalmente nuovo e aperto alla speranza. Non vi sono altre alternative.
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